Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 16
Entro, insieme ad Anastasia, all’interno di quella che sarà la sua camera da letto. Di fronte a noi la dottoressa Greene si erge impettita, circondata da tutto quel bianco accecante. E’ alta quasi quanto me, bionda, professionale. Troppo altezzosa per i miei gusti. ‘Schizzinoso, Grey. Sappiamo tutti che le bionde non fanno per te’.
«Mr Grey»
Si avvicina e mi stringe la mano con vigore.
«Grazie per essere venuta con così poco preavviso» le dico educatamente.
«Grazie per aver fatto in modo che ne valesse la pena, Mr Grey. Miss Steele» mi risponde sarcastica.
La sua attenzione, così come la sua curiosità, si concentrano tutte su Anastasia. Si stringono la mano, sorridendosi a vicenda. La dottoressa Greene mi lancia un’occhiata eloquente, mentre su di noi cala un silenzio imbarazzante. “Sì, ok. Sono di troppo. Ho capito”.
«Io sono al piano di sotto» mormoro, uscendo a malincuore dalla stanza.
Sospiro mentre mi trascino per le scale. Mi rendo conto che anche starle lontano per pochi minuti inizia a crearmi qualche problema. Prendo il BlackBerry dalla tasca dei pantaloni e ne approfitto per chiamare mia madre. Grace squittisce di gioia alla notizia che Miss Steele si unirà a noi perla cena. Anche Kate ha acconsentito. “Sai che gioia”. Mi sposto in cucina e inizio ad apparecchiare il bancone per il pranzo. Mrs Jones ha lasciato la sua ottima insalata di pollo. Spero che ad Anastasia piaccia. Lo squillo del telefono mi distrae. Rispondo in modo automatico, continuando a scrutare il cibo nel frigo.
<<Grey>>
<<Christian, tesoro!>>
Chiudo il frigo, poggiandoci contro la fronte. “Cazzo, Elena. Non è proprio il momento adatto per te”.
<<Elena..>>
<<Ho per caso interrotto qualcosa?>>
Il suo infallibile sesto senso. “Hai solo interrotto i miei pensieri lascivi su Miss Steele”.
<<Non ancora, Elena>>
<<Oh…>> sembra quasi stupita.
“E’ domenica. Ho una nuova Sottomessa. Cosa c’è da stupirsi?”. Cioè,no. Tecnicamente non ho una nuova Sottomessa. Ho una specie di qualcosa. Tipo una fidanzata.
<<Cosa c’è Elena?>> le dico infastidito.
<<Volevo solo sapere come stavi. Ieri sera sei corso via così velocemente>>
Sembra agitata in qualche modo. Vorrei sapere perché si preoccupa tanto per me. Si comporta come una madre iperprotettiva.
<<Sto bene, Elena. Avevo solo di meglio da fare. Come ora, del resto>>
Resta interdetta per un attimo. “Ok, sono stato brusco, è vero. Ma non ho voglia di stronzate ora”.
<<Certo, Christian. Buon divertimento con la piccola impertinente>> sbuffa, infastidita, chiudendo la conversazione.
Aggrotto la fronte, scuotendo piano la testa. “Ma che cazzo le prende?”. Finisco di preparare tutto e mi avvicino al divano, accendendo l’iPod e riprendendo in mano il “Seattle Times”. Torno a guardare la nostra foto insieme. E’ bellissima. Ricordo perfettamente la meravigliosa sensazione di toglierle di dosso quello svolazzante vestito color argento. Un piccolo sorriso mi si stampa in viso. E mi sento bene. Non è mia soltanto su quel pezzo di carta. E’ mia per davvero. Ora. Qui. Come se fosse la materializzazione dei miei pensieri, eccola che rientra in salotto, seguita dalla dottoressa Greene. La ammiro dalla testa ai piedi. E’ un piccolo angelo sceso dal cielo solo per me. Le sorrido, abbassando il volume della musica. Mi alzo e vado incontro alle mie due ospiti.
«Avete finito?» chiedo gentile.
Il mio sguardo è catalizzato su Anastasia. Accarezzo piano con gli occhi le sue curve sinuose, pregustando il momento in cui potrò toccarla.
«Sì, Mr Grey. Abbia cura di lei: è una ragazza bella e intelligente» risponde prontamente la dottoressa.
Io e Anastasia ci giriamo a guardarla, con al stessa espressione stupita dipinta sul viso. Ma la donna alta e bionda che mi fissa spavalda sembra non essere per niente in imbarazzo per il suo poco velato avvertimento. Mi riscuoto dallo stupore, ritrovando la mia stabilità.
«Ne ho tutta l’intenzione» mormoro, guardandola gelido negli occhi.
Anastasia mi guarda, ancora sorpresa, stringendosi nelle spalle, come per rispondere alla mia domanda inespressa. “Cosa cazzo le avrà detto in quella stanza?”. Ma, comunque, sembra del tutto estranea alla faccenda. La dottoressa Greene mi tende la mano.
«Le manderò
la fattura» dice seccamente, senza abbandonare il suo cipiglio scostante. «Buona giornata e in bocca al lupo, Ana» aggiunge poi, rivolta a Miss Steele, con un ampio sorriso.
‘Magari gli sei solo antipatico, Grey. Nonostante i 15mila dollari’. “Magari gli servirebbe una bella scopata”. Ma che hanno tutte le bionde in questo periodo? Anche Elena, negli ultimi giorni, è stata indispettita.
Taylor esce prontamente dal suo ufficio, dal quale sorveglia diligentemente tutta la casa tramite il sistema di videosorveglianza, e si occupa di scortarla fuori dall’appartamento. Finalmente posso tornare ad occuparmi di Miss Steele.
«Com’è andata?» le chiedo curioso.
«Bene, grazie. Ha detto che devo astenermi da qualsiasi attività sessuale per le prossime quattro settimane»
“COSA CAZZO HA DETTO?”. Sono tentato di correre dietro alla dottoressa Greene e farmi restituire i miei fottuti soldi. Resto a bocca aperta a fissarla. Non riesco a crederci. Per tutta risposta, Anastasia scoppia a ridere fragorosamente.
«Ci sei cascato!»
Mi sorride, divertita dal piccolo scherzo che è riuscita a portare a segno. Dentro di me, tiro un sospiro di sollievo. Avrei dovuto capirlo che Miss Simpatia qui di fronte stava scherzando. “Bene, ti renderò pan per focaccia, Miss Steele”. Le lancio un’occhiata severa e lei smette all’istante di ridere. Sgrana i suoi grandi occhi blu e mi fissa, terrorizzata all’idea di quello che potrei farle. Il suo bellissimo viso scolorisce all’istante. Non riesco a reggere oltre.
«Ci sei cascata!» esclamo, strizzandole l’occhio e tirandomela tra le braccia, per calmarla. La stringo, rilassandomi insieme a lei. «Sei incorreggibile, Miss Steele» mormoro piano.
Il divertimento lascia subito il posto al desiderio. Le mie dita scivolano tra i suoi capelli di seta, agganciandosi e trattenendole la testa. Le mie labbra si protendono spontaneamente verso le sue, catturandole, straziandole in modo carnale, mentre lei si aggrappa con tutte le sue forze alle mie braccia per controbattere al mio impeto.
«Anche se vorrei prenderti qui e subito, hai bisogno di mangiare, e anch’io. Non voglio che tu mi svenga addosso, più tardi» sussurro con voce roca, staccandomi di poco da lei.
«È solo per questo che mi vuoi… per il mio corpo?»
Mi guarda con i suoi occhioni spalancati, aperta e vulnerabile come non mai. “Io ti voglio tutta per me, Miss Steele. Corpo, mente ed anima. Tutta mia”.
«Il tuo corpo e la tua lingua biforcuta» rispondo con un piccolo sorriso.
Le afferro ancora una volta le labbra, lasciando le nostre lingue scontrarsi avide. La bacio con ardore, fino a quando non ho più fiato. “Dio, se voglio scoparti, Anastasia”. Mi stacco da lei all’improvviso, lasciandola stordita, confusa, traballante, e la trascino in cucina. “Voglio finire di pranzare subito e fotterti, Miss Steele”. Con la coda dell’occhio la vedo sventolarsi il viso, rosso acceso, con la mano libera, quasi incespicando sui tacchi a causa della rapidità con cui me la tiro dietro. La lascio accomodarsi su uno degli sgabelli, mentre apro il frigo e tiro fuori la ciotola con l’insalata.
«Cos’è questa musica?» chiede interessata.
«Villa Lobos, un’aria delle Bachianas Brasileiras. Bella, vero?»
«Sì» risponde sincera.
«Va bene un’insalata di pollo?» le chiedo speranzoso.
«Benissimo, grazie» mi dice con un piccolo sorriso.
Mentre traffico con ciotola e piatti sento il suo sguardo incollato addosso. Mi segue ovunque. Mi giro a guardarla e lei è immersa in chissà quale congettura.
«A cosa pensi?» le chiedo.
Sono un po’ timoroso di sentire la risposta. Non vorrei ci stesse ripensando su noi due. Arrossisce di colpo.
«Stavo guardando il tuo modo di muoverti»
“Non immagini neppure come vorrei muovermi ora, Anastasia. Su di te. Dentro di te”. La guardo, divertito, alzando un sopracciglio.
«E allora?» chiedo curioso.
Il suo imbarazzo aumenta.
«Sei molto elegante» mi dice a voce bassa.
«Caspita, grazie, Miss Steele» le dico piano, compiaciuto dal complimento.
Prendo posto accanto allo sgabello sul quale si è seduta, portando con me una bottiglia di vino. La guardo, piegando la testa di lato, con un sorriso.
«Chablis?»
«Sì, grazie»
«Serviti pure» le dico porgendole la ciotola con il pollo, mentre mi occupo di riempire i bicchieri. «Raccontami: che metodo avete scelto?»
Mi guarda spaesata, forse un po’ in imbarazzo.
«La minipillola» confessa alla fine.
Aggrotto la fronte. “Ho i miei dubbi che si ricordi di prenderla puntualmente”.
«E ti ricorderai di prenderla regolarmente, all’ora giusta, ogni giorno?»
Ha un moto di esasperazione. Arrossisce di nuovo, ma evita di alzare gli occhi al cielo. Non posso evitare di sentirmi compiaciuto per questo.
«Sono sicura che tu me lo ricorderai» risponde piccata.
Le rivolgo uno sguardo divertito.
«Metterò un appunto sul calendario» le dico prendendola in giro e strizzandole l’occhio. «Mangia» ordino.
Per la prima volta, da quando la conosco, non solo non fa storie, ma ingoia fino all’ultimo boccone, finendo addirittura prima di me. Ogni tanto sorseggia il suo vino, mentre mi lancia qualche occhiata. E i suoi occhi la dicono lunga su quello che vorrebbe in questo momento. “Non vedo l’ora di affondarti dentro, Miss Steele”. Sorrido soddisfatto quando posa la forchetta nel suo piatto vuoto.
«Impaziente come al solito, Miss Steele?»
Mi lancia uno sguardo da sotto le sue bellissime ciglia.
«Sì» mormora, muovendo appena le labbra e lasciando la mia immaginazione vagare all’infinito.
Mi rendo conto che il mio respiro si accorcia, eccitato, mentre l’aria si carica di aspettative, di desiderio, di pura lussuria. “La voglio. Qui, ora. Sempre”. Non riesco più a resistere. Mi alzo e me la tiro addosso. Il suo piccolo corpo sbatte contro il mio e lo scontro mi provoca un piacere immenso. Il mio cazzo freme di voglia, strofinandosi sul suo ventre. Non riesco a frenare il mio ansimare. La nostra vicinanza mi manda fuori di testa, rischio di non rispondere delle mie azioni.
«Vuoi farlo?» le dico senza preamboli, fissandola dritto negli occhi.
Le mie mani stringono la base della sua schiena, mentre il mio corpo si muove piano contro il suo. Sto impazzendo di desiderio.
«Non ho ancora firmato» mi ricorda a voce bassa.
Non riesce a sostenere il mio sguardo, abbassa gli occhi, vogliosa come me.
«Lo so… ma oggi intendo infrangere tutte le regole»
‘Cazzo dici, Grey?’. “Non lo so nemmeno io. Ora come ora potrei dire di tutto pur di vederla godere sotto di me”. Anastasia rialza gli occhi di scatto, fissandomi a bocca aperta.
«Mi picchierai?» dice piano,poi, timorosa.
La sua domanda mi coglie di sorpresa. Chiudo brevemente gli occhi, sospirando appena.
«Sì, ma non ti farò male. Non voglio punirti per ora. Se ci fossimo visti ieri sera, be’, sarebbe stata un’altra storia»
Le rispondo con sincerità. E’ vero, le ho promesso di più. Ma non posso rinnegare quello sono. Sul suo viso si dipinge un’espressione allarmata. Aggrotto la fronte. Devo tentare di farle accettare e superare questo scoglio.
«Non lasciare che qualcuno ti convinca del contrario, Anastasia. Uno dei motivi per cui quelli come me fanno quello che fanno è perché amano infliggere o subire dolore. È molto semplice. A te la cosa non piace, per cui ieri ci ho riflettuto a lungo»
“E non sono riuscito a capirci niente. Se non che ti voglio”. Il pensiero di possedere ogni millimetro del suo corpo mi eccita al di là di ogni possibile concezione umana. La stringo a me, deglutendo a fatica, con il respiro che mi si mozza in gola quando il mio uccello le sfiora di nuovo prepotente il ventre.
«E sei arrivato a qualche conclusione?» chiede flebilmente.
“Cazzo, Miss Steele. Lascia perdere i pensieri per ora”.
«No, e in questo momento voglio solo legarti e scoparti fino a farti perdere i sensi. Sei pronta?» le sussurro contro il viso.
Le mie parole sono solo un sibilo, in cui riverso tutta la mia eccitazione, e raggiungono a malapena il suo orecchio.
«Sì» la sento gemere.
Il suo corpo si tende, aderendo al mio.
«Bene. Vieni con me»
Prima che possa replicare, le afferro dolcemente la mano e la trascino su per le scale. Le sue dita mi stringono forte, trasmettendomi l’ansia e la paura che la stanno attraversando da capo a piedi. Piano, apro la porta della Stanza dei giochi, addossandomi all’uscio per lasciarla passare per prima. Lentamente fa qualche passo in avanti e, quando finalmente è dentro, la seguo, chiudendomi la porta alle spalle. “Ora sei mia, Miss Steele”. Si guarda brevemente intorno e la sento inspirare piano il particolare odore che ci avvolge. Mi sento più rilassato ora che sono nel mio ambiente naturale. Sospiro profondamente, lasciando i miei polmoni inebriarsi del suo aroma mescolato a quello della mia stanza segreta. Raddrizzo le spalle, sentendomi completamente a mio agio tra queste quattro mura. La guardo intensamente, quasi a voler imprimere la mia volontà su di lei solo
per questo. “Ora si gioca a modo mio, Miss Steele. E penso che ti divertirai un sacco”.
«Quando sei qui dentro, sei completamente mia» le sussurro lentamente. «Posso fare di te quello che voglio. Lo capisci?»
Annuisce, perdendosi nei miei occhi, senza riuscire a proferire parola. La guardo, bramando il suo corpo. I suoi seni, agitati dal suo respiro, i suoi fianchi invitanti, le sue bellissime gambe.
«Togliti le scarpe» le ordino a bassa voce.
Fatica a reggere il mio sguardo. Deglutisce a fatica, capendo che la nostra relazione è ad un punto di svolta cruciale. Esitante si abbassa e sfila i sandali. Mi chino a raccoglierli per lei e li deposito accanto alla porta.
«Bene. Non esitare, quando ti chiedo di fare qualcosa. Ora ti tiro fuori da quel vestito. È una cosa che desidero fare da qualche giorno, se ben ricordo. Voglio che tu ti senta a tuo agio con il tuo corpo, Anastasia. Hai un corpo splendido, e a me piace guardarlo. È una gioia contemplarlo. Anzi, lo contemplerei per tutto il giorno, e voglio che tu non sia imbarazzata dalla tua nudità. Hai capito?» le intimo.
«Sì» risponde in un sussurro.
“Oh, no, Miss Steele. Io sono il tuo Dominatore qui dentro”.
«Sì, cosa?» le chiedo con severità.
Mi protendo verso di lei, guardandola , lanciandole uno sguardo crudele.
«Sì, signore»
Quasi balbetta per quanto è intimidita.
«Dici sul serio?» sbotto.
«Sì, signore» mormora, accendendo la mia voglia sfrenata di sesso.
Abbassa di poco lo sguardo mentre io non riesco a distogliere il mio, fisso su di lei.
«Bene. Alza le mani sopra la testa» le intimo.
Obbedisce all’istante. Lentamente mi chino e afferro l’orlo del suo vestito. Piano, lo alzo, lasciandolo scorrere sulla sua pelle, insieme alle mie mani, e liberando gradualmente le sue carni nude. Avidamente poggio gli occhi su di lei. “Su quello che è mio. Solo mio”. Le cosce lisce, candide, il suo ventre piatto, il suo sesso voglioso coperto solo da un minuscolo pezzettino di stoffa. Libero i suoi piccoli seni, costretti sotto il merletto del reggiseno. Le sfilo completamente l’abito, piegandolo e poggiandolo sul cassettone accanto alla porta. Torno da lei. Le mie dita le sfiorano il mento. Un piccolo tocco che la fa fremere, mentre il mio cazzo si tende oltremisura. I suoi denti affondano piano nella morbida carne delle sue labbra. Quel gesto carico di sensualità mi infiamma il sangue.
«Ti stai mordendo il labbro» ansimo. «Sai che effetto mi fa. Girati»
Obbedisce, senza batter ciglio. Le mie dita esperte slacciano il reggiseno in un attimo e lo lasciano scivolare piano lungo le sue braccia, mentre la accarezzano leggere. La sua eccitazione è evidente. I nostri corpi non si toccano, ma sono talmente vicini che è come se lo facessero. “E’ così fottutamente eccitante”. Le raccolgo i capelli con una mano, spostandoli di lato e inclinandole la testa. Inspiro bruscamente il suo odore, accostando il naso al suo collo e percorrendolo lentamente con la punta. Arrivo al suo orecchio, mentre lei si eccita ancora di più, stringendo piano le cosce l’una contro l’altra. Le sue braccia si cercano, tentando di coprire il ventre.
«Hai un profumo divino come sempre, Anastasia» le sussurro, depositandole un bacio appena sotto l’orecchio.
Un gemito di puro desiderio le sfugge dalle labbra e mi infiamma l’uccello. Un brivido la percorre dalla testa ai piedi.
«Piano» le mormoro. «Non fare rumore»
Le tiro i capelli all’indietro, intrecciandoli in modo veloce e legandoli con un elastico preso dal cassettone. La attiro a me, sempre tenendola per i capelli, lasciandola appoggiare al mio corpo. Il mio cazzo le sfiora le natiche.
«Mi piaci con la treccia, qui dentro»
Le lascio i capelli, evitando di pensare troppo al perché mi piaccia la treccia in questa stanza.
«Girati» le ordino risoluto.
Tremante e ansimante, obbedisce senza fiatare. E quando si gira è davvero fantastica. La sua nudità mi fa impazzire. I miei occhi la penetrano a fondo, proprio come vorrebbe fare il mio uccello che pulsa violentemente. E’ vestita solo con quelle minuscole mutandine azzurre. I capelli raccolti, il viso scoperto, gli occhi che sfarfallano per l’eccitazione. Quelle labbra schiuse, che a malapena respirano. I suoi capezzoli turgidi e la sua pelle candida.
«Quando ti dico di venire in questa stanza, dovrai essere vestita così. Solo con gli slip. Hai capito?»
La mia voce fatica ad abbandonare la mia gola, mentre mi abbevero di quella visione fantastica.
«Sì» mormora, in evidente imbarazzo.
«Sì, cosa?» le dico, alzando il tono , anche se non riesco a nascondere il mio desiderio nei suoi confronti.
«Sì, signore» si affretta a correggersi.
Sorrido soddisfatto.
«Brava bambina. Quando ti dico di venire qui, mi aspetto che ti inginocchi lì» le indico il suo posto, accanto alla porta.«Fallo subito»
Mi guarda sgranando gli occhi per l’incredulità. Poi, ricordandosi del mio ammonimento sull’esitare, lo raggiunge e si inginocchia traballante.
«Puoi sederti sui talloni»
Esegue. E io inizio a comporre la mia piccola opera d’arte personale.
«Tieni le mani e gli avambracci sulle cosce. Bene. Ora divarica le ginocchia». Esegue, ma non basta. <<Ancora. Ancora. Perfetto. Guarda il pavimento>>.
Guido i suoi movimenti, fino a farle assumere la posizione che voglio. La guardo e il mio cuore manca un battito. E’ stupenda con il capo chino, i seni che si muovono al ritmo del suo respiro eccitato, le gambe divaricate che mi lasciano immaginare il posto in cui vorrei essere già. Mi avvicino, chinandomi su di lei. Le afferro la treccia e le tiro la testa indietro, in modo che mi possa guardare negli occhi.
«Ricorderai questa posizione, Anastasia?» le dico, il mio sguardo carico di intenzione.
«Sì, signore»
Questa volta non si dimentica il mio appellativo. Le sue labbra si schiudono appena. Devo fare uno sforzo immane per non baciarla. Chiudo gli occhi, rialzandomi. Devo tornare giù. Ho dimenticato il frustino in camera. E voglio mettermi comodo. ‘E dovresti anche calmarti, Grey’. “Già. Non voglio che tutto questo finisca troppo presto”.
«Bene. Stai lì e non ti muovere»
Esco dalla stanza e mi appoggio allo stipite della porta. “Cristo! Neppure qui dentro sono al sicuro dal suo incantesimo”. Chiudo gli occhi e, quando li riapro, ho una nuova determinazione che mi scorre nelle vene. Sono io il Dominatore. Io che comando. Scendo le scale lentamente, sapendo che l’attesa la dilanierà. Me la pendo con comodo, tentando invano anche di raffreddare i miei bollenti spiriti. Entro in camera e mi dirigo nella cabina armadio. Sfilo via i jeans che ho addosso e prendo quelli vecchi, slavati e stracciati che utilizzo di solito per la Stanza dei giochi. “Non vorrei le si rovinassero i vestiti” mi aveva detto lei stessa quel giorno alla ferramenta. Ricordo che mi aveva fatto sorridere il suo modo di fissarmi i pantaloni, magari immaginando quello che c’era sotto. “Bene, Anastasia. Come vedi sono un uomo previdente. Da sempre”. Li abbottono, lasciando il bottone in cima slacciato. Mi sfilo anche la camicia. Prima di salire di sopra, porto con me un accappatoio preso dal bagno oltre al frustino, le sfere d’argento e la mascherina. Prendo anche tre preservativi dal comodino. Quando ritorno nella Stanza dei giochi, Anastasia non si è mossa dalla posizione in cui l’ho lasciata. Chiudo la porta, sentendo il suo respiro farsi più pesante. Appendo l’accappatoio al retro della porta e poggio piano i miei strumenti sul cassettone, tranne il frustino che tengo in mano, nascondendolo appena dietro la schiena.
«Brava, Anastasia. Sei una meraviglia in quella posizione. Ottimo. Alzati»
Obbedisce, tenendo il capo chino, senza guardarmi. Ma io voglio vederla.
«Puoi guardarmi»
Piano, timidamente, solleva la testa, fissando i miei occhi con quella meraviglia di azzurro che sono i suoi. Accenno un sorriso, mentre lei mi osserva rapita, soffermandosi sulla pelle nuda del mio torace e sul bottone slacciato dei jeans. Inspira bruscamente, mentre i seni si muovono veloci. “Ha voglia di toccarmi, ci scommetto. Ma non posso permetterglielo”.
«Ora ti incatenerò, Anastasia. Dammi la mano destra»
Mi tende la mano tremante, senza esitare. La giro, aprendole il palmo e, prima che possa rendersene conto, la colpisco al centro con il frustino. Non geme, non replica. Assorbe il colpo in silenzio.
«Tutto bene?»le chiedo, cercando di mascherare l’apprensione per come reagirà.
Resta in silenzio, aggrottando la fronte.
«Rispondimi» le intimo.
«Bene» sussurra piano.
«Non aggrottare la fronte»
Raddrizza leggermente la testa, assumendo un’espressione impassibile.
«Ti ha fatto male?»
Voglio solo iniziare a capire fin dove posso spingermi.
«No»
Sono sollevato.
«Non ti farà male. Capisci?»
«Sì» afferma
Ma si vede che ci crede poco.
«Dico sul serio» aggiungo, rassicurandola.
Il suo respiro accelera. Le mostro il frustino e lei sbarra gli occhi, riconoscendo quello che mi ha descritto qualche sera fa. Mi guarda, mentre le rivolgo un’occhiata divertita e impertinente.
«Il nostro scopo è il piacere, Miss Steele» mormoro arrogante. «Vieni»
La prendo delicatamente il gomito e la sposto nella stanza, proprio sotto la griglia dei moschettoni, che pendono dal soffitto. Allungo la mano e ne tiro giù alcuni. All’estremità sono appese delle manette di cuoio nero. Ottime per quello che ho in mente.
«Questa griglia è fatta in modo che i moschettoni si spostino lungo di essa»
Deglutisce, guardando la griglia con attenzione.
«Inizieremo da qui, ma voglio scoparti in piedi. Quindi finiremo laggiù, vicino al muro»
Segue attentamente con gli occhi il percorso che le ho indicato, fino alla croce di legno appesa al muro. Voglio inchiodarcela sopra e fotterla di santa ragione. Ma prima voglio divertirmi.
«Alza le mani sopra la testa»
Obbedisce ancora una volta, guardando i miei movimenti. Al mio tocco, il suo corpo ha un fremito. E’ spaventata. Ed eccitata. Che adorabile combinazione. Chiudo le manette attorno ai suoi polsi delicati, mentre Anastasia non smette di fissarmi il torace nudo. Faccio istintivamente un passo indietro, guardandola con un desiderio carnale che parte dal profondo di me. E’ indifesa, completamente esposta alla mia lussuria, pronta per darmi piacere. Stringe piano le cosce, l’una contro l’altra, vogliosa di avermi. Come lo sono io. E non parla. Non mi sfida con le parole, non mi interrompe, non fa l’impertinente. Si piega al mio volere, eseguendo gli ordini che le impartisco in modo esemplare. E’ ammirevole. E questa sua dedizione è dovuta al fatto che mi desidera così tanto. Come io desidero lei.
«Sei uno schianto legata così, Miss Steele. E la tua lingua biforcuta tace per un momento. Mi piace»
Le giro intorno, ammirandola da ogni angolatura. Poi torno davanti a lei. Piano, faccio scivolare le mie dita sulla pelle del suo ventre. Sfioro il bordo delle mutandine e lentamente infilo le dita dentro, accarezzandole il sesso. Mi muovo senza fretta, scivolando tra le sue grandi labbra già bagnate, mentre Anastasia sospira. Lascio scivolare i minuscoli slip lungo le sue cosce. Mi abbasso piano, seguendo la loro discesa verso il pavimento. La punta del naso quasi le sfiora le gambe, mentre segue la scia del suo dolce profumo. Quando glieli sfilo del tutto, li appallottolo e li annuso, senza smettere di guardare la sua espressione. Il suo odore è inebriante. Anastasia mi guarda a bocca aperta, sconvolta. Le lancio un sorriso sardonico prima di infilarli nella tasca dei miei jeans. Poi, piano, mi rialzo. Mi bagno le labbra, pregustandomi il momento in cui sentirò il suo sapore. Punto il frustino sul suo ombelico e inizio a disegnare lenti movimenti rotatori. Sfioro piano la sua pelle con il cuoio. Sento il suo calore senza neppure toccarla e i suoi fremiti di eccitazione. Mi fermo qualche secondo, per farle assorbire la nuova sensazione. Poi riprendo a girarle intorno, lasciando che il frustino le sfiori il corpo. Un giro intero. E poi un secondo. Ed ecco che lascio che il frustino schiocchi sulle terminazioni nervose del suo clitoride. Lancia un gridolino, sorpresa, strattonando le manette di cuoio che la tengono bel salda. Il suono mi arriva dritto al cazzo, che si tende, pulsando violentemente. Anastasia mi guarda ad occhi spalancati, sconvolta.
«Stai buona» le mormoro provocatorio.
Continuo a girarle intorno, sfiorandole la pelle ancora una volta con un frustino. Il mio respiro accelera, mentre la brama e la lussuria sfrenata tentano di impadronirsi definitivamente di me. Torno a colpirla. Sempre nello stesso punto. Non grida, ma lancia la testa all’indietro, fremendo e godendo. La visione è estatica. Non ho mai goduto tanto a portare una Sottomessa sull’orlo del piacere. Le giro ancora attorno, e di nuovo la colpisco. Questa volta su un capezzolo, che si tende a causa del contatto. Trascino il cuoio sulla sua carne candida. Un altro giro. Colpisco l’altro capezzolo. Anastasia apre la bocca, stremata, emettendo un dolcissimo e straziante gemito che mi si riverbera dentro.
«Ti piace?» mormoro eccitato.
Ho il cazzo in fiamme, che si tende sotto la stoffa ruvida dei jeans e cerca sollievo. La guardo famelico, affamato di sesso, di lei, del suo dolce nettare.
«Sì» geme.
“Oh, Miss Steele. Il piacere ti fa dimenticare di essere una Sottomessa qui dentro”.
Sorrido perfidamente. Mi sposto dietro di lei, alzo il frustino in aria e le sferzo un colpo duro sul suo delizioso sedere nudo.
«Sì, cosa?» ringhio.
«Sì, signore» articola a stento, mentre il suo corpo si tende in avanti.
Inizio a colpirla piano e ripetutamente sul ventre, mentre lei chiude gli occhi, stringendoli, cercando di resistere al mio assalto. A poco a poco, senza smettere di colpirla, mi sposto verso il basso, sempre di più. Stringe gli occhi più forte, cercando di prepararsi inutilmente al colpo finale. Ed eccolo che arriva. Le colpisco forte il clitoride con lo scudiscio. Anastasia lancia un urlo di puro piacere.
«Oh… ti prego!» mi ringhia contro esausta.
Le braccia si tendono mentre le gambe cedono leggermente. E’ bellissima. E’ un angelo alla mia mercé.
«Buona» le ordino severo, sferzandole di nuovo il sedere.
Ansima, tendendosi sotto il mio ennesimo colpo. Sposto la punta del frustino verso il suo sesso, strusciandolo in quel piccolo pezzo di paradiso. Il cuoio scivola facilmente tra le sue cosce, entrando di poco tra le sue labbra gonfie e bagnandosi dei suoi umori. “Cristo, sto per scoppiare!”.
«Senti quanto sei bagnata, Anastasia. Apri gli occhi e la bocca» le dico con voce spezzata dal desiderio.
Esegue, come ipnotizzata da quello che sta accadendo. Appoggio il frustino impregnato del suo stesso liquido sulla sua lingua.
«Assaggia il tuo sapore. Succhia. Succhia forte, piccola»
Socchiudo gli occhi mentre le sue labbra morbide si schiudono sul frustino. Sento la pressione della lingua e lei che succhia. E non riesco a non immaginare lo stesso trattamento per il mio uccello duro come il marmo. “Cazzo!”. Le sfilo il frustino di bocca e le afferro violentemente la testa, baciandola di colpo. La mia lingua raccoglie da lei il suo sapore. Dolce, perverso, straordinariamente erotico. La stringo tra le braccia, attirandomela contro il petto.
«Oh, Anastasia, hai un sapore delizioso» ansimo, in preda al desiderio. «Vuoi che ti faccia venire?»
«Per favore» mi supplica.
Le do un’altra sferzata sul culo, che ancora porta un flebile segno rosso di quella precedente.
«Per favore, cosa?» ringhio.
«Per favore, signore» implora.
Il suo gemito mi entra dentro e mi accende un fuoco. Le lancio un sorriso trionfante. “Sei completamente in mio possesso, Miss Steele”.
«Con questo?» le dico, mostrandole il frustino, senza nascondere un sorriso.
«Sì, signore» geme sommessamente.
«Sei sicura?»
Non posso fare a meno di essere sorpreso dalla sua arrendevolezza. “E’ fottutamente eccitante che lei, sempre pronta a battere e ribattere a tutto quello che le viene detto, qui dentro si affidi completamente a me. E’ straordinario quanto mi piaccia che lei mi lasci essere il suo Dominatore”. E un pensiero mi attraversa come un fulmine. ‘Non sei tu che hai scelto lei, Grey. E’ lei che ha scelto te’. La guardo spalancando gli occhi.
«Sì, per favore, signore» mi implora, riportandomi al presente.
«Chiudi gli occhi» riesco a mormorare, ancora scosso da quella rivelazione improvvisa.
Stringe forte gli occhi ed ecco che inizia di nuovo il suo supplizio. Questa volta dettato dalla mia confusione e dalla rabbia crescente per non essere il reale artefice di tutto questo. Piccoli colpi che le tempestano il ventre. “Perché Ana, perché mi sfidi e mi sconvolgi? Perché ho così tanto bisogno di te?”. Scendo dritto sul clitoride. Voglio che sia lei ad avere bisogno di me ora. Continuo imperterrito a colpirla, con gli occhi che luccicano di piacere e desiderio. E rabbia. E desiderio ancora. Voglio vederla contorcersi. Voglio il suo piacere. Solo per me. E alla fine non riesce più resistere. Lancia un urlo catartico, liberandosi e godendo fino allo stremo. Il suo corpo si tende fino al limite e poi si accascia inerme. Le ginocchia le cedono. Lancio a terra il frustino e la prendo tra le braccia. Si lascia andare del tutto, mentre la sposto, trascinandola lungo la griglia, senza sganciarle le manette. La appoggio alla croce di legno, mentre mi slaccio i bottoni del jeans. Dalla tasca estraggo un preservativo e me lo infilo sull’uccello che pulsa e non vede l’ora di tuffarsi dentro di lei. La sollevo leggermente, prendendola per le gambe. “Ora tocca a me, Miss Steele. Ora puoi avermi”.
«Alza le gambe, piccola, e avvolgimele intorno ai fianchi»
Debolmente obbedisce. La sistemo meglio intorno alla mia vita e posiziono il mio membro all’entrata del suo sesso. Di colpo le entro dentro e la sua testa si poggia sul mio collo, mentre le mani, ancora legate, si fermano sulle mie spalle. Gemo rauco, assaporando quel momento di pura estasi. La penetro a fondo. E non mi fermo. Spingo dentro di lei, preso dal desiderio, dalla frenesia. Continuo ad affondare nel suo ventre, in profondità, senza riuscire a fermarmi. “Sei mia, Anastasia. Sei solo mia. E ora ti fotto per bene”. I suoi gemiti si fondono ai miei, mentre inesorabile la trascino di nuovo verso l’orgasmo. Continuo ad inchiodarla ad ogni spinta. Forte, duro. Senza alcuna pietà. Nascondo il viso nell’incavo del suo collo, respirando animatamente contro la sua pelle nuda, sudata, tesa fino al limite. “Cazzo. Sto per venire. Prendimi, Anastasia. Tutto. Fino in fondo. Fin dentro l’anima”. Aumento le spinte, sempre più profonde. E Anastasia esplode all’improvviso, di nuovo. Rovescia la testa all’indietro, contro la croce di legno, e poi crolla su di me. La visione mi provoca un’ulteriore tensione del pene. Scoppio, senza riuscire a trattenermi oltre. Stringo i denti, sorreggendo il peso del suo corpo mentre mi svuoto dentro di lei con violenza. Non aspetto di calmarmi, ma scivolo fuori e la appoggio alla croce, sostenendola con le gambe. Alzo le braccia e slaccio le manette che la tengono costretta. Mi accascio sul pavimento, portandola con me, poggiandomela in grembo e stringendola. Siamo entrambi stremati, sudati, con il respiro troppo corto per parlare. Mi prendo un attimo di respiro, cullandola tra le braccia. Ma ho bisogno di sapere come si sente. Ho questo fottuto bisogno di saperla appagata e serena.
«Molto bene, piccola» le mormoro soddisfatto. «Ti ha fatto male?»
«No» mi sussurra piano, stanca.
«Pensavi di sì?» le chiedo.
La stringo forte a me, come per rassicurarla ancora prima che mi dia la risposta. La guardo e qualche ciocca di capelli le si è appiccicata al viso. La sposto dolcemente al lato, scoprendolo.
«Sì» ammette con le poche forze che le rimangono.
«Vedi, le paure sono quasi tutte nella nostra testa» la rassicuro.
Lancio uno sguardo al suo corpo nudo tra le mie braccia. Ho voglia di averla di nuovo. Non vorrei sopraffarla, ma….ma lo voglio. Il mio cazzo si sta già riprendendo ed è pronto ad un nuovo incontro a tu per tu con Miss Steele.
«Vorresti farlo ancora?» azzardo.
Resta in silenzio per qualche istante, aggrottando la fronte.
«Sì» risponde alla fine.
La stringo forte al mio corpo, sollevato.
«Bene, anch’io» mormoro felice.
Mi chino su di lei, baciandole dolcemente il capo. Il suo odore mi invade e lo respiro a pieni polmoni. “Cazzo se ti voglio, Anastasia”.
«Non ho ancora finito con te» le preannuncio, trattenendo a stento il desiderio.
Sono avvinghiato al suo corpo, la tengo stretta in grembo tra le braccia e le gambe. Si sposta leggermente, mentre sul viso le compare un piccolo sorriso. Sorrido anch’io, al di sopra del suo capo, rilassandomi e lasciandomi andare prima del secondo round. E ad un tratto una sensazione strana mi si riverbera dentro. Ancora prima di abbassare gli occhi, capisco. “Cristo! Ma cosa cazzo fai, Ana!”. La guardo mentre strofina la punta del suo naso sul mio torace. “No! E soprattutto non qui dentro! Smettila, cazzo!”. Il mio corpo si tende, irrigidendosi. Alza gli occhi e il suo sguardo stupito incontra il mio. Incazzato nero. “Le. Cazzo. di. Regole. Anastasia!”.
«Non farlo» le sussurro con rabbia.
Il suo viso si colora di un rosso acceso. Torna a guardarmi il petto e aggrotta la fronte. E ora sa. Lo vedo dalla sua espressione. Dalla sua confusione. Ha notato le cicatrici sul mio corpo. Ha visto. Ha visto che sono stato marchiato a fuoco come un mostro. Il mostro che sono. Devo allontanarla da me ad ogni costo.
«Inginocchiati vicino alla porta» le ordino severo, mentre mi metto a sedere, lasciandola.
Tentenna, ma esegue, accucciandosi a terra, accanto alla porta, proprio come le ho fatto vedere prima. E’ ancora stordita dall’orgasmo. E confusa per la mia reazione di qualche secondo fa. Mi alzo da terra e mi allontano di qualche passo, in modo che lei, che tiene rigorosamente il capo chino, non riesca a scorgere quello che faccio. “Cristo, Ana. Stavi per rovinare tutto”. Sospiro leggermente e mi passo le mani nei capelli. Mi ha appena sfiorato, nonostante sappia che questo sia un limite assoluto per me. Le lancio un’occhiata. “Oh, Cristo!”. E’ una meraviglia in quella posizione, completamente nuda, con il suo sesso ancora deliziosamente bagnato e completamente esposto ai miei occhi. “Hai bisogno di una bella strigliata, Miss Steele”. Sospiro e mi dirigo verso il cassettone, aprendolo. Ne estraggo una delle fascette stringicavo che mi ha venduto lei stessa qualche settimana fa e un paio di forbici. “Vediamo se con questa ti riesce di star ferma, Miss Steele”. Quando mi giro a guardarla, sta tentando di trattenere uno sbadiglio. Mi acciglio.
«Ti annoi con me, Miss Steele?» le chiedo rude.
Scuote piano la testa e mi guarda, esitando per qualche attimo. Scolorisce quando incontra il mio sguardo duro. Ho le braccia incrociate davanti a me, ma più la guardo e più mi viene da sorridere.
«In piedi» le ordino piano.
Si alza, timorosa, e non riesco a non sorridere nel vedere la sua espressione stanca. ‘L’hai sfiancata, Grey’. “Sì, ma merita una punizione comunque”.
«Sei distrutta, vero?»
Annuisce, quasi vergognandosi della sua mancanza di forza.
«Resistenza, Miss Steele. Io non sono ancora sazio di te. Unisci le mani davanti a te, come se stessi pregando»
Non batte ciglio ed esegue l’ordine. “Miss Steele, mi piaci zitta ed obbediente”.
Le lego i polsi con la fascetta che ho in mano. Anastasia spalanca gli occhi e mi guarda con un’espressione smarrita.
«La riconosci?» le chiedo, sorridendo sardonico.
Spalanca la bocca, senza riuscire a proferire parola. “Tanto meglio, Miss Steele”. Il suo corpo è percorso da un brivido e la sua espressione cambia. Diventa attenta.
«Qui ho un paio di forbici»le dico, tirandole fuori dalla tasca posteriore dei jeans. «Posso tagliare la fascetta in qualsiasi momento».
Muove i polsi, allontanandoli tra di loro e verifica la stretta. Poi li rilassa. Ripete l’operazione un paio di volte, poi mi guarda, in attesa. “Bene”.
«Vieni»
Le prendo le mani e la conduco verso l’ampio letto a baldacchino. Le giro attorno e mi chino al suo orecchio.
«Voglio di più…molto, molto di più» le sussurro.
Il suo corpo si tende, mentre le mie mani scorrono sulla pelle delicata dei suoi fianchi.
«Ma farò alla svelta. Sei stanca. Aggrappati alla colonnina» le ordino.
Esita un secondo, poi obbedisce, senza fiatare, afferrando il ceppo di legno. E’ una meraviglia in questa posizione.
«Più in basso» le intimo.
Lascia scorrere le mani verso il basso, eccitandomi a dismisura, e assume la nuova posizione
, inarcando la schiena profondamente. “Cristo!”.
«Bene. Non lasciarla. Se lo fai, ti sculaccio. Chiaro?» le dico severo, impaziente di entrarle dentro di nuovo.
«Sì, signore» risponde col fiato mozzo, sforzandosi a causa del torace piegato.
«Bene» replico soddisfatto.
Il suo delizioso sedere è completamente esposto a me, così come parte del suo sesso. Mi posiziono perfettamente dietro di lei e lascio vagare le dita sui suoi fianchi in un modo lento e delicato. La sua pelle brucia di desiderio mentre la accarezzo godendomi quel tocco. Ad un tratto, cogliendola di sorpresa, afferro forte i suoi fianchi e la tiro violentemente indietro, verso di me.
«Non mollare la presa, Anastasia» la avverto.
E’ meravigliosa in questa posizione. Le gambe aperte quel tanto che basta per darmi libero accesso alla sua vagina già grondante umori. Il suo meraviglioso culo è esposto alla lussuria dei miei occhi grigi e vogliosi. La pelle candida della sua schiena non fa che aumentare la voglia che ho di lei. E poi le sue mani, costrette, legate, aggiungono quel tocco in più che mi fa oltrepassare il limite. Sarò spietato. Duro. Ed implacabile.
«Sto per fotterti da dietro. Tieniti forte per sostenere il mio peso. Chiaro?» la avverto.
«Sì»
“Oh, Miss Steele. Mi stai viziando troppo, piccola”.
Le assesto una sonora sculacciata sul culo, imprimendole il segno rosso della mia mano. Soltanto il suono basterebbe ad eccitarmi. Ma posso anche ammirarla. Il mio cazzo non riesce più a trattenersi.
«Sì, signore» si corregge in fretta.
«Apri le gambe» le ordino.
Le divarica, ma non abbastanza, a causa della stanchezza suppongo. Infilo la gamba destra tra le sue, divaricandogliele. Ora sono abbastanza aperte da permettermi un facile accesso a quella meraviglia.
«Così va meglio. Dopo, ti lascerò dormire» la rassicuro.
Piano, come se fosse di cristallo, accarezzo delicato la sua schiena. Sento il calore della sua pelle eccitata, accarezzo le vertebre una per una, arrivando alla base della sua spina dorsale e risalendo. Anastasia ansima, cercando di trattenersi. La sua testa si alza e si abbassa al ritmo delle mie carezze.
«Hai una pelle meravigliosa, Anastasia» sospiro estasiato.
Mi chino su di lei e ripercorro con le labbra, delicatamente, tutto il tragitto lungo la sua schiena. Lascio scivolare le mani sulla sua schiena e poi ai lati, lungo le costole, arrivando a cingerle i seni. Con le dita stringo i capezzoli in una dolorosa morsa, mentre continuo la languida tortura fatta di baci sulla sua pelle. Anastasia fatica persino a gemere. Il suono strozzato della sua voce mi esalta ancora di più se possibile. Si irrigidisce, ma non voglio ancora spingerla troppo oltre. Voglio solo che sia pronta per me. Allontano le mani dal suo corpo, prendendo un preservativo dalla tasca e indossandolo. I jeans mi impediscono i movimenti, quindi li abbasso e li sfilo via. Il suo culo in bella mostra mi tenta.
«Hai un culo così adorabile, così sexy, Anastasia Steele. Cosa non gli farei…»
Le afferro con decisione le natiche, palpandola e stringendo tra le dita la sua morbida carne. Il mio uccello le sfiora il sesso, bagnandosi di lei. Faccio scivolare una mano tra le sue gambe e infilo due dita dentro di lei. E’ un lago. Un piccolo lago di desiderio. Desiderio di me.
«Sei così bagnata. Non mi deludi mai, Miss Steele» mormoro sorpreso.
“Ha sempre voglia di me. Proprio come io di lei”. Non riesco ancora a capacitarmene di come, pur conoscendoci così poco, proviamo la stessa intensa attrazione l’uno per l’altra. E ora ho solo voglia di prenderla. Fino in fondo.
«Resisti…Non ci vorrà molto, piccola»
Infiammato dai suoi gemiti di assenso, le afferro entrambe le gambe con le mani, posizionandola meglio. Faccio risalire la mano destra fino alla sua nuca, afferrandole la treccia e avvolgendomela attorno al polso, tirandole la testa all’indietro, in modo che non possa muoversi da quella posizione. Ho io tutto il controllo. E Dio solo sa quanto questo è fottutamente eccitante con lei. Posiziono il mio uccello e poi, con una lentezza esasperante, la penetro. Mi godo la sensazione di ogni millimetro della mia carne che viene bagnato e avvolto dal suo sesso pulsante. Tiro ancora più forte i capelli di Anastasia, quasi come se fossero la mia ancora di salvezza per non soccombere a quel vortice intenso di emozioni che mi aggroviglia lo stomaco e scende ancora più giù. Un gemito strozzato è tutto quello che le esce di bocca mentre la riempio. Con la stessa dolorosa lentezza scivolo fuori dal suo corpo e poi torno a riempirla violentemente. Fino in fondo. Fottutamente a fondo. Il suo corpo viene spinto in avanti dalla violenza del mio e vedo le sue mani stringere forte la colonnina del letto. “Ora ti fotterò a dovere, Miss Steele”. I miei occhi sono famelici, ho la bocca spalancata e il respiro spezzato.
«Reggiti forte, Anastasia!» le urlo.
E lei spinge all’indietro quel suo bellissimo culo, venendomi incontro. “Cristo! Ora vengo”. Cerco di resistere affondando ripetutamente in lei. Di più. Più a fondo che posso. Le arrivo nelle profondità del suo ventre, mentre lei mi regala gemiti di puro piacere, aggrappandosi al ceppo di legno. E’ spossata, sta godendo. E io la sto dominando. Continuo spietato, come un forsennato. Io stesso mi meraviglio per la forza che ci sto mettendo nello scoparla. Ma la voglio. La desiderio. E continuo impe
rterrito a possederla senza tregua, tirandole i capelli all’indietro, mentre il mio desiderio è acuito dai suoi spasmi e dai suoi lamenti sconnessi. Le mie dita affondano dolorosamente nei suoi morbidi fianchi, quasi come se volessero imprimere le mie impronte su di lei. E dimostrare al mondo intero che è mia. Solo mia. Anastasia prende a tremare tutta, mentre le ginocchia si fanno più deboli. E’ sul punto di venire. Come me. Di nuovo. Continuo a sbatterle contro. Le mie palle mi fanno male per quanto i nostri corpi si scontrano in modo ruvido e duro, sfregandosi, urtandosi, uniti verso il piacere. Aumento il ritmo, sempre più frenetico e quasi non riesco a resistere. Un’ultima spinta più profonda mi dà il colpo di grazia. Ecco. Sto per venire. Mi fermo, stringendo forte i denti per resistere. Non voglio farlo senza di lei.
«Vieni, Ana, dammi il tuo orgasmo» riesco a malapena a dirle.
E ancora una volta obbedisce. Senza remore, senza freni. Gode fino allo stremo. Come me che mi riverso completamente in lei. La sento gemere forte di piacere e poi accasciarsi di colpo. Le mie ginocchia cedono di colpo e cado lentamente sul pavimento. Respiro a fatica e mi distendo sul pavimento, trascinandomela addosso. Sono completamente sfinito e mi accorgo a malapena che Ana sembra essere svenuta. Sorrido soddisfatto. “Miss Steele, ti avevo avvisata”. Resto in questa posizione per non so quanto tempo. Non voglio svegliarla. Mi piace averla addosso. Lascio calmare il mio respiro, perdendomi ad osservare la griglia dei moschettoni appesa al soffitto. Sono completamente svuotato. Da ogni cosa. Chiudo gli occhi e ripenso al suo breve tocco di prima. Non è stato come mi aspettavo. Sì ho provato dolore, fastidio. Ma non repulsione. Non come le altre volte. E non ho reagito come le altre volte. “Però l’ho punita”. ‘Ma l’hai davvero punita o volevi solo farla godere ancora di più?’. La domanda del mio stupido cervellino del cazzo non è infondata. Perché non riesco a punire Anastasia? Punire sul serio, intendo. Con un’altra non mi sarei fatto tutti questi scrupoli. Ma lei…..ho troppa paura di perderla. Quasi come se leggesse il mio pensiero, lei torna da me. La sento spostarsi di poco, sul mio corpo. Sorrido, mordicchiandole piano un orecchio e stuzzicandola con la lingua. Allungo un braccio e afferro le forbici, cadute poco distanti da me, sul pavimento.
«Alza le mani» mormoro piano, al suo orecchio.
A fatica riesce ad obbedirmi e così riesco a tagliare la fascetta che le tiene legati i polsi.
«Con grande soddisfazione, taglio questo nastro» sussurro divertito.
La sua risatina argentea mi si riverbera nel corpo, mentre si strofina i polsi doloranti. E mi vengono in mente le parole di Kate. “Da quando ti ha conosciuto non fa che piangere”.
«Adoro questo suono» le mormoro mestamente.
Stringo gli occhi e mi rialzo, mettendomi seduto e trattenendola su di me. “Non voglio farti piangere, Ana”.
«È colpa mia» le sussurro, mentre afferro le sue spalle doloranti e prendo a massaggiarle piano.
I suoi occhi azzurri mi scrutano da sopra una delle sue spalle, senza capire, con un’espressione interrogativa.
«Il fatto che non ridi più spesso» le spiego.
«Non sono una che ride molto» mi risponde, trattenendo a stento uno sbadiglio.
«Oh, ma quando succede, Miss Steele, è un tale gaudio ammirarti» le dico pomposo.
«Molto forbito, Mr Grey» mormora divertita, ma stanca.
Le sorrido teneramente.
«Direi che sei stata fottuta per bene e hai un gran bisogno di dormire»
«Questo era meno forbito» scherza lei.
Lascio che si alzi e poi la seguo, ammirando ancora il suo corpo nudo. Afferro i jeans dal pavimento e li infilo senza mutande, mentre lei mi guarda divertita.
«Non voglio spaventare Taylor, o Mrs Jones» mormoro.
Mi sgranchisco il collo e poi la spingo dolcemente verso la porta. Sfilo l’accappatoio appeso alla porta e glielo metto addosso, avvolgendola pazientemente, facendo attenzione alle sue membra doloranti. Quando la giro mi chino su di lei e le deposito un piccolo bacio sulle labbra, sorridendole.
«A letto» le dico.
La sua espressione è di colpo allarmata.
«A dormire» la rassicuro, divertito.
Mi abbasso e la prendo in braccio, prima che possa replicare qualcosa. Esco, riuscendo a malapena a chiudermi la porta dietro le spalle. Attraverso il corridoio dirigendomi verso la sua stanza, intenzionato a lasciarla dormire da sola. Durante il breve tragitto crolla contro il mio petto, ma è talmente stanca che non penso osi toccarmi stavolta. Arrivati in camera scosto la trapunta con una mano e la poggio sul letto. Dovrei coprirla e andarmene in camera mia, ma vederla qui, su queste lenzuola bianche, bella come un angelo, mi fa capire che io sono già esattamente dove vorrei essere. Senza starci troppo a pensare mi infilo a letto con lei. Siamo l’una contro l’altro. Lei in accappatoio, io solo con i jeans addosso. La stringo a me, in modo che mi dia le spalle.
«Ora dormi, splendida ragazza» le sussurro, inalando a fondo il profumo dei suoi capelli.
La sento inspirare a fondo e mi aspetto che dica qualcosa. Ma il suo corpo che si rilassa, mi avverte che si è appena addormentata. Ma io no. Io sono più che sveglio.
BRAVA BRAVA BRAVA… come sempre d’altronde
“… io sono già esattamente dove vorrei essere” con questa frase mi hai fatti sciogliere
Alla prossima settimana… Baci 🙂
ops errore di battitura, mi hai fatta sciogliere 😉
Grazie mille, Mel!! :*
Stupendo
Grazie mille, Mary 😀
Bravissima!
Grazie mille!!! 🙂
MERAVIGLIOSOOOOOOOO
E SI TUTTE MAIUSCOLE URLANTIIIIIIIII
Grazie mille!!! 😀
Ciao Anita, è stata dura trovati, ma, come sempre, ne è valsa la pena! Bravissima, un abbraccio…..ma non abbandonarmi più! 😀
Ciao Anna!!! Hai preso la tua dose, sai mi preoccupavo! Mi dispiace avervi lasciate di colpo…ma il moderatore mi ha bannata e, come ho detto anche alla admin con cui avevo contatto, non aveva senso continuare a pubblicare se poi mi avevano tolto la facoltà di parola. Quindi per evitare ulteriori casini si è deciso di comune accordo di sospendere la pubblicazione sul sito. Prometto che da qui non me ne vado, giuro! E ripeto che continuo fino al Rosso ed oltre!! Un grosso bacio e grazie di avermi seguita fino a qui!!
solo una parola … grazie….anzi due….grazie infinite….anche per averci detto che continuerai!
brava….felice di leggerti!!!<3
Grazie mille, di cuore!!! 😀
Ciao Anita…oggi mi era preso il panico quando non ti trovavo…poi finalmente…pubblicherai sempre una volta a settimana e di domenica?
Certo, tutto uguale…ripeto mi è dispiaciuto da morire abbandonarvi di colpo…ma non avevo modo di avvisarvi…meno male lo hanno fatte le altre ragazze per me 🙂 Vi adoro tutte!!
Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo…questo era bellissimo…come tutti gli altri del resto!Riesci a farmi emozionare come nei libri originali…non ci far spaventare più!
Non vi spavento più! Almeno sul mio blog nessuno mi bannerà 😀
Bellissima anita!! Grey sempre più tenero mi fa impazzire!!! stupenda!!
J io stavolta mi sono sciolta… Anita è stata come sempre magnifica 🙂
:*
Grazie Juliet!!!
Per fortuna ti ho ritrovato!!!
Grande!!! 😉
Grazie mille!!!Scusate se vi ho lasciate di colpo…ma sul sito non mi lasciano più commentare…capite che non potevo restare 🙂
Brava, brava, brava!!!
Grazie mille 🙂
eccoti finalmente sono riuscita a trovarti….letto il capitolo tutto d’un fiato….grazie mille…bellissimo come sempre…..brava e felice di averti trovato!
MI DISPIACE!!! 😀 Non dovevo abbandonarvi, ma non ho potuto fare altro! Grazie, grazie, grazie!!
Grazie a te Anita, non devi scusarti non è dipeso da te…alla fine ti abbiamo scovato lo stesso….la forza di noi donne è unica…quando vogliamo una cosa la riusciamo ad ottenere 😉
Mi dispiace per le ragazze che non sono riuscite a trovarmi…so quanto è brutto quando veniamo interrotte a metà….ma penso abbiano cancellato tutti i commenti che rimandavano a me…quindi…io più che star qui…non posso fare :9 Grazie a voi e all’entusiasmo che mi trasmettete! Un bacio!!
bravissima 🙂
thank you!!
È già … È stato un colpo non trovarti domenica, ma grazie alle ragazze che hanno scritto il nome del tuo blog… L’ho memorizzato 😉 Bella notizia che scriverai fino al Rosso ed oltre… Ti terrò compagna fino alla fine… Baci, a domenica
Ahhhhh!Alina!! Leggevo i tuoi commenti e mi veniva un nervoso a non poter rispondere!! Oltretutto mi hanno fatta passare per la cretina che vi aveva abbandonate così per sfizio! Grazie per avermi raggiunta qui, davvero di cuore!! Un grosso bacio!!
Piccolina vedi in un modo o nell’altro ti stanno ritrovando tutte 🙂
😀 Sono felice 🙂
Ciao sono una fan accanita della trilogia ho letto i libri tre volte per uno sto ricominciando con il grigio e devo farti i miei più’ sentiti complimenti nn trovo nessuna differenza tra la scrittura tua e quella della ma se. Complimenti davvero aspetterò con ansia domenica. Brava Brava brava
Grazie mille 😀 A presto!
Finalmente sono riuscita a trovarti…è da poco che ho scoperto questa meraviglia e poi all’improvviso tutto sparito… ma con la mia tenacia sono riuscita a trovarti!!!!! sono contenta che continuerai a scrivere…complimenti sei bravissima!!!!
Grazie agnese!!mi fa piacere che tu mi abbia trovata :d se avessi potuto vi avrei avvisate una ad una!
finalmente ti ho trovata? ma xkè hai lasciato la pagina ufficiale ? ho cercato di scrivere x avvisare le altre ma nn ci sono riuscita …molte sono in astinenza da te ahahahaha
dany mi permetto di rispondere in parte alla tua domanda. Nel sito che tu chiami ufficiale si respira un’aria irrespirabile già da un po’. Alcune di noi che lo frequentavano ad un certo punto sono state coperte di insulti gratuiti e ingiusti, e per il solo fatto di essersi giustamente difese da offese anche molto pesanti sono state prima censurate e poi bannate. E’ stato un comportamento al limite della decenza che mi fa mettere in dubbio la serietà di alcune persone. Si predica bene ma si razzola male. Per di più ad oggi mi dicono che ci sono ancora frecciatine in alcuni commenti per così dire “camuffati”. Cmq se A. ha fatto una scelta del genere stai sicura che una ragione più che valida c’è.
a me nn è mai capitato di leggere tali cose,cado dalle nuvole….cmq seguirò A.figurati se me la faccio scappare d nuovo…kisss kissss
Smack!! 😀
GRAZIE A TE DANY …l’ho trovata finalmente (stavo andando fuori di testa). Bellissimo come al solito
mii sei mancata tanto Anita, non farci + questi scherzi.
Da qui non mi possono bannare, cancellare, insultare o dirmi che non sono degna di fiducia! Mi dispiace, davvero! Perdonatemi…spero di rifarmi con i capitoli…magari ve ne posto uno infrasettimanale se riesco…così mi perdonate sul serio!! 😀
grazie…..ma ho faticato x trovarla e x avvisarvi…
Perchè mi hanno bannata…non volevo abbandonarvi!!Grazie di avermi seguita, bacio!
anita ho spulciato la rete x te…ahahahah
cmq è assurdo,il mio commento nel sito ufficiale nn cìè più!!!!!!! giulia forse tu lo hai letto x puro miracolo……ma nn capisco sono offese x qualke commento? booo
Sono offese perchè mi hai nominata, dany ingrata che non sei altro! 😛 …non te la prendere….fanno così con tutte…bisogna capirle..
ahahahaahah
LoL 😀
Intendevo questo dany censura selvaggia a go go, figurati che a me fu cancellato un commento di complimenti alla ff di Anita che non conteneva nè parolacce nè insulti non mi stupisco più di nulla… e il bello è che ancora adesso danno a noi la colpa, lo si legge tra le righe in certi commenti. Ma A. non ci ha abbandonate 😉 altrimenti ero già morta di astinenza.
P.s. (per A.) Piccolina mia ancora complimenti <3 in trepidante attesa del prossimo… Baci Mel
Ti adoro cocca mia!!
Oggi sto in*****ta nera e pure Fb cospira contro di me non mi fa commentare o pubblicare 🙁
Anche a me fa lo stesso 🙂
si pure a me!!!!! sarà un problem dei boss ahahah…….vi bacio tutte..
Bacioni a te!!
Ciao dany baci 🙂
Ciao Anita! Ho cominciato a leggere la tua straordinaria ff sul sito di 50 sfumature e devo dire che l’ho divorata un capitolo dietro l’altro..solo che al momento in cui ho appreso che non avresti più pubblicato lì, ti assicuro che mi è preso un colpo, perchè non credevo possibile che non avresti più scritto la continuazione sul sito!!! Mi sono così armata di pazienza, cercando tue notizie sia su FB che nel sito dove avevi pubblicato, ma niente…ti ho persino scritto una mail sul sito di EFP…(mi sa che qui faccio io la figura della stalker altro che Grey!!! xD)…alla fine però dopo due giorni di ricerche ti ho ritrovata e ho potuto continnuare a leggere questa bellissima ripresa di 50 Sfumature dal punto di vista di Christian! Mamma mia cosa dire se non che sei veramente bravissima!!! Per quanto siamo un pò tutte innamorate del bel protagonista, devo dire che tu sei stata davvero in gamba a descrivere la sua parte esattamente nel modo in cui parlerebbe lui!!! Veramente altro che 10 e lode ti meriti!!!! Spero davvero che scriverai anche gli altri due libri (i miei preferiti!!!)..continua così e spero di sentirti presto con un nuovo capitolo!!!! Ciao ciaooo
Grazie grazie grazie!!!Tranquilla, in quanto a stalking ci capiamo!! E si scriverò anche gli altri due e forse se riesco anche qualcosa in più..perchè come tutte vorrei che la storia non fosse finita 🙂 Grazie ancora!!!!un bacio!!!
Ciao mi unisco alle altre nel sollievo di averti ritrovata ……è stata dura ma ce l’ho fatta…….COMPLIMENTI
sei bravissima!!!!
Grazie mille Imma! Mi dispiace non avere avvisato….non me ne hanno dato modo… E’ sembrato che fossi scappata via e vi avessi abbandonate senza motivo…
Io invece ti ho ritrovata 3 giorni fa ed ho letto tutto dal 16 al 25. Sei sempre la migliore. Da che ti ho persa ho provato a leggere le altre storie…ma nulla…come te non ce n’è. Problema….come si fa x rileggere dal 1º al 15º?
anche io ti ho trovata da pochi gg ,non sono iscritta a fb e faccio una fatica cane ad aprire il1 capitolo vedro cosa posso fare paola…..e il sito 50 sfumature e’ diventato penoso
Benvenuta! 😀 Perchè non riesci ad aprire il primo??
Ho letto la trilogia tutta d’un fiato,e ho provato un vuoto immenso quando l’ho finita…..meno male che ho trovato te che me la stai facendo amare ancora di piu’.GRAZIE! e ti prego….NON SMETTERE MAI !
grazie a te!!! Benvenuta!!