The Office – L'irresistibile bastardo
“Merda” mormorai a me stessa.
Sapevo, da quando mi ero svegliata quella mattina, che la giornata sarebbe stata pessima. Seduta nella mia auto cercavo di guardare oltre l’enorme Suv fermo davanti a me.
Quale diavolo era il problema?
Ero rimasta immobile nello stesso identico punto, abbandonata da Dio, lungo quell’autostrada, per ben dieci minuti. Ed erano dieci minuti più del tempo che avevo a disposizione. Lanciai un altro sguardo all’orologio.
Merda.
Sospirando, guardai fuori dal finestrino, incrociando gli occhi del guidatore sull’auto accanto a me. L’uomo, sulla quarantina, mi lanciò un sorriso raccapricciante, mormorando la parola “bella”.
Ewh. Perché gli uomini devono essere dei tali porci?
Appoggiai la testa sul sedile, emettendo un lungo sospiro, ripensando alla debàcle con la quale era iniziata la mia giornata. Mi ero svegliata grazie al ritmo assordante dei My Chemical Romance che suonavano dagli altoparlanti della mia sveglia. Piagnucolando avevo seppellito la testa nel cuscino, allungandomi fino a raggiungere la pulsantiera. Ma il suono, invece di abbassarsi, era diventato più forte. “Come diavolo era stato possibile?”. Mi ero chinata di più per cercare di tirare la presa di corrente dalla spina alla parete ed ero caduta dal letto. Purtroppo la sveglia e tutto ciò che era poggiato sul mio comodino erano venuti giù con me. Oh no! Il mio BlackBerry. Il mio, di colpo vuoto, bicchiere d’acqua giaceva accanto al telefono zuppo. Il panico aveva iniziato a diffondersi in me quando avevo afferrato il telefono grondante acqua. Era stato come morire. Tutta la mia vita e l’intera agenda di Mr Ryan erano in quell’aggeggio. Avevo fatto un profondo respiro, cercando di calmarmi. Forse una volta asciugato avrebbe ripreso a funzionare, mi ero detta. Sì, certo. Perché l’acqua e gli aggeggi elettronici vanno così d’accordo insieme. Avevo pregato in silenzio di essermi ricordata di fare una copia di backup prima di spegnerlo la sera prima. Ma, dopo aver ripercorso mentalmente la giornata che avevo avuto, ero quasi certa di essermelo dimenticato. Il mio capo, Bennett Ryan, era stato parecchio scontroso, e aveva trascorso la maggior parte della sua giornata abbaiando ordini e sbattendo la porta. Quell’uomo era un coglione di prima classe. Aveva preso il posto del mio precedente capo nove mesi prima ed era ancora ripugnante come il giorno in cui aveva iniziato. Di solito questo non mi toccava. Non sarei arrivata dov’ero arrivata se non avessi avuto la pelle dura. Ma quel giorno avevo indossato il mio nuovo abito Micheal Kors, una costosa follia da sfoggiare, e mi sentivo particolarmente bene con me stessa. Eppure i suoi capricci mi avevano quasi portata al punto di assumere un sicario a fine giornata. Avevo sospirato nel realizzare che probabilmente avrei dovuto sacrificare la mia pausa pranzo per comprare un nuovo telefono. Grandioso. In qualche modo ero riuscita a scuotermi dai miei pensieri erranti e a prepararmi per affrontare la giornata. Ovviamente la macchina del caffè era morta e le mie chiavi erano cadute, infilandosi tra i cuscini del divano, ma in qualche modo ero riuscita a mettere in moto la mia auto, accumulando solo pochissimi minuti di ritardo. Questo, naturalmente, prima dell’incidente.
Mi ci volle quasi un’ora per riuscire a superare, finalmente, la carcassa di auto che stava bloccando le tre corsie incanalando il traffico tutto su una sola. E quando arrivai in ufficio avevo ufficialmente un’ora di ritardo. Di norma avrei avvisato, ma il mio telefono era ancora a casa, inzuppato di acqua e lacrime, adagiato su un mucchio di fazzolettini di carta sul fondo del cestino della spazzatura nel mio bagno. Sapevo che mi sarei cacciata nei casini per questo, anche se mi ero sempre vantata di arrivare con almeno 15 minuti di anticipo al lavoro e non ero mai stata in ritardo una sola volta. Fino ad oggi. E questo solo perché lui era così coglione. Mr. Bennett Ryan.
Alzai gli occhi al cielo al solo pronunciare il suo nome nella mia testa. Non sopportavo quell’uomo. Era il più ipocrita, idiota pomposo che io avessi mai incontrato nella mia vita. Avevo dovuto ascoltare tutte le altre donne dell’ufficio sussurrare e spettegolare su di lui perché, persino io dovevo ammetterlo, era di una bellezza mozzafiato. Ma chiunque avesse avuto un minimo di buon senso, avrebbe potuto constatare in fretta che la sua bellezza era solo superficiale e la sua sgradevolezza penetrava, invece, persino le ossa. Avevo avuto anch’io la mia parte di uomini sgradevoli negli anni passati, tra gli appuntamenti al liceo e al college, ma lui meritava un posto d’onore. L’irresistibile bastardo.
“Bene, bene, Miss Mills. E che ora è nel tuo piccolo mondo, oggi?” mi chiese, con tono condiscendente, non appena misi piede nella stanza.
Stava in piedi sulla porta del suo ufficio, dall’altra parte della stanza rispetto a dove mi trovavo io, splendido ed arrogante come al solito. Era alto all’incirca 1 metro e 85 e aveva un corpo tale da sembrare una scultura di marmo. Avevo commesso l’errore di visitare la palestra dell’hotel durante un convegno, nel primo mese che avevamo lavorato insieme, ed entrando lo avevo trovato sudato e a torso nudo, accanto al tapis roulant. Quell’immagine mi mandava sempre in fumo il cervello. Ma, ovviamente, lui aveva dovuto rovinare tutto aprendo la bocca. “E’ bello vedere che finalmente si interessa della sua forma fisica, Miss Mills”, aveva detto. Pezzo di merda.
Aveva un viso per il quale ogni modello avrebbe ucciso e i capelli più incredibili che avessi mai visto in un uomo. Come se avesse sempre appena finito di fare sesso. Era questo che le ragazze del piano di sotto dicevano di lui e, secondo loro, la descrizione era più che meritata.
“Mi dispiace, Mr Ryan. C’è stato un incidente lungo l’autostrada e sono arrivata appena ho potuto. Non succederà più, signore”, gli dissi in tono educato, con giusto un pizzico di cinico sarcasmo, anche se le mie dita erano letteralmente contratte per il desiderio di cavargli quei suoi bei occhi verdi.
“Ha detto bene, non accadrà più” replicò, con quel suo sorriso arrogante che portò il mio stomaco a balzare e contrarsi allo stesso momento.
Se solo avesse tenuto quella sua boccaccia chiusa, sarebbe stato perfetto. Un pezzo di nastro adesivo su quella bocca magari avrebbe potuto funzionare e, a quel punto, non mi sarebbero dispiaciuti tutti quei sogni ad occhi aperti che avevo avuto su noi due: nel magazzino, sulla sua scrivania, sulla mia scrivania, distesi su lenzuola di raso…
“E affinché non dimentichi l’accaduto, voglio le pratiche che ho messo sulla sua scrivania stamattina pronte per le sei. Poi, per recuperare l’ora persa, proverà la sua presentazione con me, nella sala conferenze”.
I miei occhi si spalancarono quando la sua voce mi strappò dai miei pensieri erranti e mi trovai ad osservarlo mentre si girava e, senza aggiungere altro, sbatteva la porta del suo ufficio dietro di sé.
Che. Porco.
Sapeva benissimo che una campagna pubblicitaria accettabile non poteva essere messa a punto in…guardai il mio orologio. Grandioso. Sette ore e mezzo, se avessi saltato il pranzo.
Lanciai la borsa ai piedi della scrivania e mi sedetti per accendere il mio computer, borbottando sottovoce mentre iniziavo a sfogliare i documenti contenuti nella cartella davanti a me. Bè, alla fine si trattava di una semplice scarpa, che non richiedeva una tag line troppo elaborata. Ma mi aveva comunque concesso un limite di tempo irreale.
Avevo già detto che il mio capo era un sudicio porco?
Mentre tutti uscivano per il pranzo, rimasi seduta alla mia scrivania, con il mio caffè e un pacco di Ritz Bits che avevo preso al distributore automatico di ritorno dal bagno delle signore. Di norma avrei ordinato il pranzo o sarei uscita con gli altri assistenti a prendere qualcosa, ma il tempo non era stato dalla mia parte oggi. Borbottai qualcosa sulla malnutrizione e sentii la porta esterna dell’ufficio aprirsi. Alzando lo sguardo sorrisi alla mia amica Angela che stava entrando. Angela aveva lavorato per la Ryan Inc. quasi a lungo quanto me. Era dolce e gentile e una delle persone che preferivo qui dentro.
“Pronta per il pranzo, Chloe?” mi chiese, sorridendo dolcemente.
“Mi dispiace, Angela, so che te l’avevo promesso, ma è stata una giornata infernale. Non posso assolutamente venire con te”.
La guardai con aria di scuse, mentre il suo sorriso si tramutava in un sorrisetto furbo.
“Giornata infernale o capo infernale?”.
Si piegò verso di me, ridacchiando.
Angela sapeva tutto di Bennett “la serpe” Ryan. Era una leggenda vivente in questo edificio. Nessuno che volesse tenersi il proprio lavoro avrebbe litigato mai con lui. E diamine, se io non fossi stata così brava, non sarei stata capace di compensare metà della cazzate che avevo fatto.
“Buona la seconda che hai detto” risposi. Soffiando via la mia frangia dagli occhi, mi lasciai sfuggire un profondo sospiro. “Guarda, sono totalmente sommersa di lavoro. Voi ragazzi andate senza di me”.
“Ma…” tentò di replicare.
“Angela, non c’è nessuna possibilità. Anche se lavorassi senza sosta fino alle sette penso che non riuscirei a finire in tempo. Sono veramente dispiaciuta e prometto che mi unirò a voi la prossima volta”.
“Va bene. Ma non permettere a quel deficiente del tuo capo di raggirarti. E’ fortunato ad averti e lui lo sa. Tutti sappiamo chi ha tutte le carte in regola qui, Chloe”.
Angela sorrise e lasciò l’ufficio. Questa sarebbe stata una lunga giornata. Avevo notato per la terza volta in altrettante ore che le mie calze avevano iniziato a smagliarsi. Avevo sempre fatto i diavoli a quattro per apparire impeccabile sul lavoro. I miei capelli erano sempre tirati su in una qualche acconciatura perfetta, anche se alla fine della giornata, di solito delle ciocche ribelli combattevano per trovare una via d’uscita. E grazie alla mia migliore amica Alice, i miei vestiti erano sempre alla moda, perfetti. Proprio lei aveva insistito sul fatto che io fossi adatta per il look da “segretaria sexy”. Per questo il mio guardaroba consisteva per la maggior parte in gonne a tubino e bluse femminili, giacche, gioielli semplici e naturalmente, di nuovo grazie ad Alice, le migliori scarpe che potessi comprare. Avevo sempre odiato indossare tacchi, ma lei mi aveva insegnato che più costavano e più la qualità era alta e, dunque, erano anche molto più comodi. Odiavo ammetterlo, ma aveva ragione. E ora il mio guardaroba accoglieva diverse paia di scarpe sexy e d’alta moda. L’unica cosa che odiavo erano i miei occhiali. Mi sentivo sempre maiala ad indossarli. Ma le lenti a contatto non avevano mai fatto per me, e io non avrei potuto leggere senza metterli. Per questo Alice mi aveva aiutato a scegliere il giusto paio che, stando alle sue parole, “completavano il look”. Mentre ero china sotto la scrivania, cercando di raddrizzarmi le calze, sentii qualcuno avvicinarsi. Senza guardare in alto, iniziai a parlare.
“Guarda, Angela…te l’ho detto…”
Mi fermai quando finalmente alzai lo sguardo e constatai che non era Angela la persona che mi stava di fronte. Arrossii e tirai giù la gonna a coprire le mie calze.
“Mi dispiace Mr Ryan, io…”.
Ma lui mi fermò.
“Miss Mills, dal momento che ovviamente ha del tempo per ciarlare con le altre segretarie nonostante debba completare il progetto per la Nike” mi disse guardandomi dall’alto “Ho bisogno che scenda al reparto contabilità a ritirare le analisi di profitto per il terzo quadrimestre. Pensa di potercela fare?”.
Mi aveva appena chiamato segretaria?!
Sospirai profondamente, lanciando un’occhiata prima alla montagna di lavoro che avevo ancora da fare, cercando di restare calma, e poi a lui, incontrando i suoi ardenti occhi verdi.
“Con tutto il rispetto, Mr Ryan. Io sono solo una e…”
“Non era una richiesta. Questo è tutto, Miss Mills” tagliò corto, fissandomi per un momento con la mascella contratta, prima di girare sui tacchi e saettare via nel suo ufficio, sbattendo la porta ancora una volta.
Quale diavolo era il suo problema? Era così necessario sbattere le porte dietro di sé? Alzai gli occhi al cielo, afferrando la mia giacca dallo schienale della sedia e mi diressi verso il reparto contabilità. Quando tornai, bussai alla porta del suo ufficio, ma non ci fu risposta.
Hmmm.
Allungando la mano, girai piano la maniglia della porta, che risultò essere chiusa. L’idiota era probabilmente andato a pranzo fuori, lasciandomi a fare il lavoro pesante. Infilai violentemente la cartellina con i documenti nella buca della posta inserita nella sua porta, sperando che i fogli si spargessero ovunque e lui fosse costretto ad inginocchiarsi e rialzarseli da solo. Gli sarebbe servito da lezione. Ma poi mi pentii, sperando che non accadesse. Conoscendolo, mi avrebbe chiamata per farlo fare a me mentre lui stava a guardare, portando via tempo al mio progetto già impossibile da completare.
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Dannazione!
Mi rimproverai per la centesima volta nell’ultima ora. Corsi lungo il corridoio buio dell’oramai vuoto edificio dove lavoravo. Il materiale per la presentazione era trattenuto a stento dalle mie braccia, mentre lanciavo un’occhiata al mio orologio. Le 7.20 .
Cazzo, sarebbe andato qualcosa per il verso giusto in quella giornata?
Mr Ryan avrebbe ottenuto la mia testa. Avevo 20 minuti di ritardo. E lui odiava i ritardatari. Ritardo non era una parola che poteva essere trovata nel Dizionario di Bennett Ryan Testa di Cazzo. Come neppure cuore, gentilezza, compassione o grazie. Scoprii me stessa a pianificare, ancora una volta, l’omicidio dell’idiota che lavorava da Kinko. Un lavoro semplice era tutto quello che avevo chiesto. Fare delle fotocopie e rilegare alcuni documenti. Avrebbe dovuto essere una passeggiata. Entrare e uscire. E invece no. Due ore. Mi ci erano volute due ore. E ora stavo qui, a correre attraverso i corridoi vuoti dell’azienda dove lavoravo, sui miei sandali italiani da 350 dollari, andando incontro al mio carnefice.
Respira Chloe. Lui può fiutare la paura.
Mentre mi avvicinavo alla sala conferenze cercai inutilmente di calmare il mio respiro. Forse aveva fatto tardi ed era ancora nel suo ufficio a lavorare.
Sì, come no.
Superando il suo ufficio le mie paure furono confermate. La porta era aperta, la lampada sulla scrivania l’unica luce della stanza, la sua larga sedia in pelle. Vuota.
Merda.
Rallentai raggiungendo la sala conferenze, dalla cui porta si intravedeva una luce soffusa. Era certamente lì dentro, ad aspettarmi. Facendo attenzione, mi fermai un attimo per sistemarmi i capelli e il vestito, mentre con un braccio sostenevo il cumulo di documenti. Facendo un profondo sospiro, bussai alla porta.
“Avanti”.
Il mio respiro si bloccò e un piccolo singulto uscì dalle mie labbra al solo sentire il tono della sua voce. Non sembrava arrabbiato, ma peggio. Era annoiato. Stanco di aspettare. Penso che quello che mi prese fu ciò che di solito chiamano riflesso “lotta o fuggi”. Raddrizzando le spalle, entrai nell’ambiente illuminato fiocamente. La stanza era ampia, su un lato vi erano delle porta finestre che permettevano di avere una bellissima visuale del panorama di Chicago dall’altezza di diciotto piani. Al centro si ergeva un ampio tavolo da conferenza in legno massiccio, di fronte a me era seduto Mr Ryan. Se ne stava lì, la giacca del suo completo appesa allo schienale della sua sedia, la cravatta allentata, le maniche della sua camicia arrotolate fin sugli avambracci e le sue dita tese di fronte a lui. Uno sguardo di totale noia sul suo viso piccolo e perfetto. Il suo sguardo stufo era fisso nel mio nel mio, ma non disse nulla.
“Mi dispiace, Mr Ryan” dissi, mentre la mia voce vibrava al ritmo del mio respiro, fortunatamente tenuto a bada. “C’è stato un imprevisto con..”
Mi fermai. Le scuse non avrebbero aiutato la mia situazione. E oltretutto, non volevo permettergli di darmi la colpa per qualcosa di cui non ero responsabile. Avrebbe dovuto baciarmi…bè, sapete cosa. Con il mio nuovo coraggio ritrovato, alzai il mento e feci il giro del tavolo. Senza guardarlo negli occhi, riordinai le mie carte, poggiando la presentazione sul tavolo di legno, tra di noi.
“Posso cominciare, Mr Ryan?” chiesi, senza cercare neppure di nascondere l’astio nella mia voce.
Lui sollevò lo sguardo su di me, senza rispondere, con i suoi occhi verdi che penetravano la mia espressione altezzosa. Sarebbe potuto essere molto più semplice se lui non fosse stato così bello.
Qual’è il vantaggio di essere così belli quando poi si è così coglioni?
Odiai me stessa per aver notato il suo aspetto. Ovviamente dal momento che era bellissimo poteva permettersi di fare il cazzone con tutti. Ogni donna in questo ufficio si sarebbe gettata ai suoi piedi e lui era così arrogante e pieno di sé che neppure se ne accorgeva. Ogni donna tranne me, comunque. Ero orgogliosa di me stessa per essere l’unica che non pregava per ottenere la sua attenzione. Poteva anche essere sexy da morire, ma una sola parola partorita da quella bocca di solito toglieva di mezzo il problema.
Continuando a stare in silenzio, indicò i documenti davanti a lui, spingendomi ad andare avanti. Mi schiarii la gola e iniziai la mia presentazione. Mentre passavo da una fase all’altra della campagna pubblicitaria, lui continuò a stare in silenzio. Si limitò a guardare avanti a sé, il suo sguardo perso nel vuoto.
Ero china sul tavolo, indicando dei set fotografici, quando lo sentii. La sua mano scivolò lentamente dal suo grembo e premette piano sul fondo della mia schiena, per poi scivolare giù, sul mio sedere.
“L’azienda di stampa potrebbe..” mi fermai prima di finire la frase, il respiro mi si mozzò in gola e rimasi immobile.
Un milione di pensieri si affollarono nella mia testa in un solo istante. In tutti i nove mesi in cui avevo lavorato per lui non mi aveva mai toccata in modo intenzionale. Questo era sicuramente più che intenzionale.
Il calore della sua mano penetrava attraverso la gonna, fino a raggiungere la mia pelle. Ogni muscolo del mio corpo si tese, mentre un brivido mi attraversava.
Cosa diavolo stava facendo?
La mia testa mi urlò di scacciare via la sua mano e dirgli che non avrebbe dovuto toccarmi mai più, ma il mio corpo aveva altro in mente. I miei capezzoli si indurirono, mentre stringevo la mascella.
Capezzoli traditori.
Lasciai uscire fuori l’aria che avevo trattenuto nei miei polmoni, sentendo il cuore martellarmi nel petto. Era passato all’incirca un minuto e nessuno dei due aveva detto nulla, i nostri respiri e il rumore di sottofondo della città sotto di noi erano gli unici suoni che si sentivano all’interno della sala conferenze.
“Girati, Miss Mills” disse piano.
Il suono della sua voce ruppe il silenzio. Deglutii silenziosamente e chiusi gli occhi a quel suono. Raddrizzai le spalle e guardai dritto davanti a me. Mi girai lentamente e la sua mano si mosse con me, scivolando sul mio fianco. Guardai in basso, incontrando i suoi occhi, e lui mi restituì uno sguardo carico di intenzione. Ancora silenzio. Potevo vedere il suo torace alzarsi ed abbassarsi, ogni respiro più profondo di quello precedente. Il suo pollice iniziò a muoversi, scivolando lentamente avanti e indietro, i suoi occhi fissi nei miei. Stava aspettando che lo fermassi e ci fu un considerevole lasso di tempo in cui avrei potuto farlo. Ma, anche se lo odiavo così tanto, sapevo che non ero in grado di dire quelle parole. Non mi ero mai sentita in quel modo. Ogni muscolo era in attesa. Potevo sentire il calore emanato dalla sua mano penetrare in tutto il mio corpo e i miei umori iniziarono a bagnarmi le mutandine. Con gli occhi fissi nei miei, iniziò lentamente a far scivolare la mano più giù, sino al bordo della mia gonna. Spostandola da un lato, la mano si fermò sul bordo delle mie autoreggenti e strinse delicatamente la mia coscia. Quando iniziò a risalire, il mio corpo prese a tremare di rabbia e desiderio, i due sentimenti che si scontravano dentro di me.
Chi diavolo gli dava il permesso di pensare di potermi toccare?
Lo odiavo più di quello che avrei mai creduto possibile, eppure, in quel momento, odiavo me stessa molto di più. Come potevo permettere che il mio corpo reagisse in quel modo? Avrei voluto prenderlo a schiaffi, ma, più di questo, avrei voluto che continuasse. Il lento dolore tra le mie gambe iniziò a crescere, e potei sentire come mi stessi bagnando di più a mano a mano che le sue dita si avvicinavano.
Raggiunse il pizzo delle mie mutandine e fece scivolare un dito sotto di esse. Lo sentii scorrere lungo le mie labbra depilate e sfiorare il mio clitoride prima di infilarsi dentro di me. Chiusi gli occhi e mi morsi il labbro, cercando di soffocare un gemito. Quando guardai giù, i suoi occhi erano selvaggi, pieni di desiderio, e gocce di sudore gli si erano formate sul sopracciglio.
“Cazzo” grugnì piano.
Chiuse gli occhi e sembrò in preda alla stessa battaglia interiore della quale ero vittima io. Lanciai un’occhiata al suo ventre e scorsi la sua erezione, che spingeva contro la stoffa dei pantaloni. Con gli occhi ancora chiusi, allontanò il suo dito e afferrò la sottile stoffa delle mie mutandine. Ebbe un fremito e alzò lo sguardo su di me. Furia e desiderio nei suoi occhi. Con un solo rapido movimento mi strappò di dosso le mutandine. Il rumore della stoffa squarciata rimbombò nel silenzio. Mi afferrò violentemente per i fianchi, facendomi scivolare sul tavolo freddo e divaricandomi le gambe di fronte a lui. Sentii il calore diffondersi rapidamente dal mio centro, e mi lasciai sfuggire un gemito involontario quando il suo dito ritornò a sfregare violentemente il mio clitoride.
Disprezzavo quell’uomo e tutto ciò che lo riguardava, ma il mio corpo mi stava tradendo, implorando il suo tocco. Non era il tocco gentile al quale ero abituata, ma stava portando il mio essere al raggiungimento di una frenesia animale. La mia testa cadde all’indietro e mi appoggiai sui gomiti, sentendo l’orgasmo impellente avvicinarsi rapidamente. Ma in quel momento lui si fermò, scostando la mano e lasciandomi palpitante per la perdita.
Piagnucolai ad alta voce, mentre la mia testa tornava in su per guardarlo. Mi sedetti velocemente, afferrando il davanti della sua camicia con le mani strette a pugno e spingendo le mie labbra violentemente sulle sue. Anche il suo sapore era fantastico e lo odiai. Gli morsi il labbro inferiore, mentre le mie mani si occupavano velocemente dei suoi pantaloni, slacciandogli frettolosamente la cintura.
“E’ meglio che tu sia pronto a finire quello che hai cominciato, Mr Ryan”.
Lui mi ringhiò contro, afferrando la mia camicetta con le mani e strappandola. I bottoni volarono in tutte le direzioni finendo sul tappeto. Afferrò violentemente i miei seni, scatenandomi un piacevolissimo dolore in tutto il corpo, mentre le mie mani acceleravano i movimenti per togliergli i pantaloni insieme con i suoi boxer e farli cadere sul pavimento. Afferrai la sua erezione dura e corposa con la mano e strinsi, sentendolo pulsare contro il mio palmo.
“Oh, intendo fare molto più di quello, Miss Mills”.
Il modo in cui sibilò il mio nome avrebbe dovuto farmi infuriare, ma riuscivo a sentire una sola cosa ora. Puro, assoluto desiderio.
Di colpo sentii la mia gonna che veniva spinta in alto sui miei fianchi, e mi ritrovai con la schiena contro il tavolo. Prima che potessi dire qualcosa, lo sentii afferrarmi le caviglie e spingere il suo cazzo lungo e duro a fondo dentro di me.
“Cazzo!” urlai forte.
“E’ corretto” gli sentii dire a denti stretti, e i suoi fianchi iniziarono a sbattere velocemente contro di me, guidando il suo uccello a fondo.
Non fui capace di trattenere i gemiti e le urla.
“Non sei mai stata scopata così prima, vero? Non faresti tanto la smorfiosetta se fossi stata scopata a dovere”.
Ma chi pensava di essere? E perché diavolo mi eccitava così tanto il fatto che avesse ragione? Non avevo mai fatto sesso da nessuna parte se non a letto e non era mai stato così. Era dannatamente bello avere il suo cazzo dentro di me, e aveva risvegliato sensazioni di cui non sapevo nemmeno l’esistenza. Non ero mai stata in grado di venire durante il sesso. Di solito sgattaiolavo in bagno, dopo, e mi prendevo cura di me da sola. Ma lui mi aveva portata al limite già per due volte.
“Ho avuto di meglio” lo provocai senza fiato, guardandolo con gli occhi stretti.
I suoi occhi si spalancarono e si sfilò proprio mentre stavo per venire. Gemetti di frustrazione mentre lui mi lasciava le caviglie. All’inizio pensai che mi avrebbe mollata in quel modo, ma poi mi afferrò per le braccia e mi tirò giù dal tavolo con violenza, spingendo le sue labbra sulle mie di nuovo. Quello che sentii dopo fu il freddo vetro della finestra contro il mio sedere e gemetti per l’intenso contrasto di temperatura tra quello e la mia pelle. Mi sentivo come se stessi per prendere fuoco, ogni parte di me bramava il suo tocco rude.
“Davvero non avresti dovuto dirlo, Miss Mills” mi ringhiò rabbiosamente contro, mentre si allontanava, girandomi velocemente e premendo la mia fronte contro la finestra, allargandomi i piedi con i suoi. “Spalanca le gambe. Ora!”.
Obbedii, aprendo le mie gambe per lui. Mi afferrò per i fianchi, spingendomi rudemente all’indietro, e impalandomi con il suo cazzo di nuovo.
“Cazzo!”
“Ti piace non è vero?” sogghignò, prendendomi il lobo dell’orecchio tra i denti e tirando la mia pelle. “Ora, tutta Chicago potrà guardare in alto e vedere come ti fai scopare, e godersi ogni minuto. Vuoi che ti vedano venire?”.
Gemetti in risposta, incapace di dire una sola parola a causa delle sue spinte ripetute dentro di me, che mi sbattevano ancora di più contro il vetro.
“Dillo. Vuoi venire, Miss Mills? Rispondimi, oppure mi fermo e me lo faccio succhiare subito” sibilò, spingendosi sempre più a fondo ad ogni colpo.
“Sì…cazzo, sì…oh mio Dio!” gridai, mentre le mie mani sbattevano contro il vetro, tutto il mio corpo scosso dall’orgasmo che mi stava attraversando, lasciandomi in apnea.
Quando finalmente mi fui calmata, lui uscì fuori da me, girandomi per guardarmi in faccia. Le sue labbra incontrarono di nuovo le mie, in modo aggressivo. Le mie mani trovarono i suoi capelli, stringendoli nei pugni, mentre le nostre lingue scivolavano insieme. Lasciai cadere una mano, spostandola in basso, verso la sua erezione che pulsava tra di noi e iniziai ad accarezzarlo freneticamente, facendolo gemere nella mia bocca. Mi scostai dalle sue labbra, guardandolo con gli occhi socchiusi.
“Ora voglio che tutta Chicago veda la tua faccia mentre ti faccio venire così forte da farti dimenticare come ti chiami” ringhiai, scivolando giù, contro il vetro, e prendendo tutto il suo cazzo in bocca.
Il suo corpo si tese e lui si lasciò sfuggire un profondo gemito, proprio mentre mormoravo di piacere per il miscuglio del mio sapore con il suo, facendo vibrare ogni suo delizioso centimetro. Guardai su, verso di lui, i palmi delle mani e la fronte appoggiati al vetro, i suoi occhi serrati.
“Oh cazzo…cazzo, cazzo, CAZZO!” urlò, mentre il suo pene pulsava contro le mie labbra.
Iniziò a riempirmi la bocca e io ingoiai ogni goccia.
Una vera donna non ha paura di ingoiare.
Era sempre stata la mia convinzione e non era mai dispiaciuto a nessun uomo con il quale ero stata. E dalla sua reazione, avevo potuto constatare che era altamente improbabile che una qualsiasi delle sue piccole groupies da ufficio gli aveva mai fatto nulla del genere. Troiette saputelle.
Dio, e quello da dove era uscito fuori?
Lo lasciai uscire dalle mie labbra e lui barcollò all’indietro, cadendo sulla sedia, cercando di calmare il suo respiro. Mi alzai, spingendo in basso la mia gonna e incontrando i suoi occhi. I secondi passarono, senza che nessuno di noi due riuscisse a guardare altrove. Senza dire una parola strinsi insieme entrambi i lati della mia camicetta strappata e uscii dalla stanza, pregando le mie gambe deboli di non tradirmi. Afferrai la mia borsa dalla scrivania, spensi il computer e infilai la giacca, cercando disperatamente di abbottonarla con le dita tremanti. Mr Ryan non era ancora uscito e io quasi corsi verso l’ascensore, pregando Dio di arrivarci prima di doverlo guardare di nuovo in faccia. Cercai di non permettere a me stessa di ripensare a quello che era accaduto prima di essere fuori da quell’edificio. Le porte si aprirono e io spinsi il bottone dell’atrio, contando ogni piano. Finalmente le porte dorate tornarono ad aprirsi e corsi fuori, lungo il corridoio. A malapena sentii la guardia di sicurezza dire qualcosa sul lavorare fino a tardi, ma lo salutai con un cenno e lo sorpassai velocemente. Ad ogni passo il mio corpo mi ricordava gli eventi dell’ultima ora. Quando raggiunsi la mia auto premetti il bottone sul portachiavi, aprendo la portiera e collassando sulla relativa sicurezza dei sedili in pelle. Alzai lo sguardo e vidi i miei occhi nello specchietto retrovisore.
Cosa. Cazzo. Era. Stato. Quello?
È la prima volta che lo leggo.. Mi ha praticamente rapita..! 😍😍
Siiii! Anche a me! Comunque cercherò di essere puntuale con la traduzione dall’inglese! Lo trovate anche in italiano il libro, ma la storia è completamente tranciata e molto diversa in alcuni punti!
È vero, in lingua originale ti prende … In italiano moooolto meno, anzi quasi per niente oserei dire! Peccato però :-/
Concordo! E’ scialba come storia in italiano!
Verissimo! Adoro questo libro ma come dici anche tu la versione italiana è tagliata e a mio modesto parere non regge il confronto con l’originale. Ho letto la versione originale in inglese e l’ho amata da morire ma se la tradurrai tutta la rileggerò più che volentieri ( soprattutto considerato che non dovrò più faticare per tradurre tutto!). Ottima idea!!!
Grazie mille! 😉 La versione ridotta per la pubblicazione non regge il confronto…il finale non è un finale…è un racconto povero di dettagli e perde tutto il suo senso a mio parere…i personaggi sembrano due idioti messi lì a scopare ogni tanto…e anche la storia con la sua ex, o il significato del tatuaggio (ok, non spoilero più!)…è tutta un’altra storia!
concordo pienamente su tutto!!!
Cara Anita non ho mai sentito parlare di questa storia… Potresti dirmi di più per favore :)? Ti ringrazio anticipatamente ♡♥♡
E’ un libro scritto da due autrici inglesi (o americane..non ricordo). E’ una ff di Twilight. Questa che traduco è la versione originale. Poi c’è quella edita anche in Italia da qualche mese…ma è molto diversa…e meno “interessante” 😉
Beh allora non c’è altro da fare che ringraziarti per questa traduzione molto interessante 😉
Prego! Sperando che non mi oscurino il sito! Nel caso…salvatevi i capitoli!
Perdona la mia ignoranza ma in che senso dovrebbero oscurarti il sito??? Kmq davvero molto carino Mr Ryan 🙂 non vedo l’ora di leggere il seguito 😉 questa fiction ogni quanto la posterai??? Un bacio ♡♥♡
Spero ogni settimana 🙂 Allora…in effetti il libro è stato appena pubblicato….ma non in questa versione…e comunque il lavoro non è mio…sto facendo una traduzione di un pdf di una ff mai pubblicata…Non so quanto possa essere “corretto” fare una cosa del genere, però la storia mi piace da morire e penso che le due autrici ci avrebbero guadagnato a pubblicarla in questa versione più lunga, più sexy, più tutto…per sicurezza…salvatevi tutto! 😉
Wow nn vedo l’ora di leggere la continuaaaa
😀
stupendo, grazie mile, io vivo in Germania e qui esiste solo in inglese, non l´hanno ancora tradotto , quindi grazie mille!!!
Prego!
OH MIO DIO ANITA! Anche per me è la prima volta. Grazie per avermela fatta scoprire😘
Io lo amo!! (lo ripeto all’infinito!)
Anita…… sono sconvolta…… ne voglio di più!!!!! Tu continua ad avvincerci con la traduzione fedele dall’inglese, io appena posso vado in libreria e me lo compro!!!! 😉
Ahahahahahah!!!! Quello edito è cortissimo rispetto a questa versione! Ma è carino tutto sommato! Ma io adoro Bennett Ryan original version! 😉
Beh Anita che dire ci hai fatto scoprire un nuovo mondo! Grazie per la traduzione, neanche io conosco questo libro ne questa ff, ti seguirò anche per questo, interessante direi 😉
Grazie mille Romina!
Cara Anita non conoscevo questa ff…a dir la verità è solo da ottobre che ho iniziato a conoscere tutto questo….comunque grazie ti seguirò anche con questa storia che dev’essere molto intrigante….
Moltissimo! Baci!
Piccolina ti avevo già detto che in italiano non mi aveva entusiasmato vedremo questa…. In attesa dei prossimi cap ti auguro Buon lavoro 😀
Baci <3
Baci a te! Vedrai….Bennett ti piacerà…è così docle, incasinato, stronzo….un irresistibile bastardo!
Mi fido 😉
😀
Nn ho letto il libro ma quello ke hai scritto e stupendoooo quando esce il prossimo capitolo ahahah nn vedo l ora…
Spero di postarne uno a settimana 🙂
ANITAAA MA BUONA SERA!!! e qst novita??? non potevi farmi più felice :-). neanke io ho letto il libro e quindi nn conosco la storia ma se tu dici ke in italiano é un po’ una “pippa” allora ci rinuncio proprio e mi leggo la tua dal momento ke mi fido ciecamente delle tua capacità da scrittrice ke hai già ampiamente dimostrato! Cmq la storia mi ha già preso e wow ke inizio VIOLENTO nn me lo aspettavo! continua GRANDISSIMA alla prossima
E non avete letto il resto 😉 !Baci!
Allora….mi associo alle fanciulle e ai loro commenti….e be’ che aggiungere?????nn avevo mai sentito di questa storia e be’ l’inizio e’ stato “interessante” chissa’ il resto !!!!!! Sono curiosa 🙂 🙂 ti abbraccio …
Un abbraccio anche a te!
Come inizio mi ha lasciato senza parole…non ho letto il libro ed é la prima volta che sento parlare. Vedremo di che cosa é capace questo Mr Ryan…but nobody will eguals Christian,he’s got under my skin by now!!!
Concordo!! 😉
Ciao io nn conosco né la versione in inglese né quella italiana, ma la tua mi piace tantissimo. Complimenti. Doppia dose allora!
Si Anna! Missione assuefazione in corso! 😉
avevi accennato al fatto che volevi tradurlo e hai fatto benissimo XD gia’ da questo capitolo ho notato delle differenze rispetto alla lettura italiana delle due autrici, son sicura che questo mi piacera’ di piu’ anche grazie alla tua traduzione..baci sister a stasera per l’altro appuntamento non vedo l’ora
Baci a te Ale!!
wow davvero molto bello!che bel tipo questo bennet ryan!non ho mai letto la versione italiana anche se ne avevo sentito parlare..devo dire che mi ha presa molto..ormai mi sono proprio lanciata in questo genere!ahahahah..grazie per il lavoro che fai anita..intanto aspetto il tuo prossimo capitolo di 50 sfumature :)..un bacio
A chi lo dici! Ho una collezione di romanzi erotici infinita!! 😀 E comunque grazie a voi che seguite il mio blog 😉 !
Mi piacerebbe che mi dessi qualche consiglio su qualche romanzo interessante da leggere, se ti fa piacere!
“Sei bellissima stasera” di Samantha Young …l’ho trovato molto interessante e coinvolgente 🙂
Grazie, ho letto le prime pagine sul web ed è molto, molto interessante, comprerò sicuramente il libro, appena ho finito ti tocca consigliarmene un altro, diventerai la mia consigliera editoriale 😉 del resto sui tuoi gusti non ho dubbio alcuno!
Io ho la mia consigliera editoriale a mia volta…che è Mellie <3 😀 Mi sa che fai prima a chiedere direttamente…so che ha una biblioteca infinita!
Sono molto curiosa di leggere i prossimi capitoli tradotti da te,
non conoscevo la storia…nè la versione italiana .
Grazie Anita cara…..un abbraccio speciale! <3
Anche a te, cara!
È la seconda volta che lo leggo.. Lascia senza fiato! …promette bene il primo capitolo, sicuramente ti seguirò/romperò le scatole anche qui!😊
Devo ammettere che la prima lettura è stata veramente spiazzante per la ferocia…e mi è sorta automaticamente una domanda: è possibile che una ragazza possa farsi fare di tutto da uno che (seppur gran figo) per 9 mesi ha fatto il bastardo senza eguali?! Un po’ di amor proprio santo cielo! 😃 Ora, so che è un libro e probabilmente niente di tutto questo è mai accaduto nella storia del genere umano (anche se stento a crederci 😜) ma…voi lo fareste? (e qui si apra il dibattito 😄) io probabilmente gli avrei dato un calcio sui denti 😛
Non rompi le scatole, tranquilla! Probabilmente no…ma la capisco….amo Bennett….Dio, davvero lo ripeto all’infinito!!
😊😊
Oddio se fosse Robert Pattinson anche io ci sarei stata 🙂 😀
Noooo….Pattinson noooo 🙂
Oh si 🙂 Pattinson si si e ancora si 🙂 vabbe io sono di parte 🙂 ho visto tutti i suoi film… Lo adoro! Senza contare che E. L. James si è ispirata fisicamente a lui per il personaggio di Christian Grey… Facciamo un sondaggio bellissime ragazze della RED ROOM: voi chi immaginate nelle vesti di Bennett Ryan :)??? Un bacio a tutte ♡♥♡
Non saprei proprio……
Di certo non Pattinson…. senza offesa, sia chiaro, i gusti sono gusti, ma a me proprio non piace. Però davvero… chi potrebbe impersonare questo bellissimo bastardo?….. mmh…..
Concordo per il no a Pattinson! E non riesco a individuare un degno Bennett!
Non saprei proprio…dovrei conoscerlo di più per poterlo immaginare… :))
Anche a me piacerebbe conoscerlo di più… più intimamente intendo……molto molto intimamente!!! Adoro Bennet!!!
Ahahahahahah!!!!!!Idem!
Devo dire che anche io mentre leggevo, quando lui gli ha messo le mani addosso, mi aspettavo una reazione diversa, proprio in considerazione del fatto che lo detestava e quindi la reazione a primo impatto era quella appunto di dargli un calcio sui denti o comunque non concedersi come ha fatto lei!!!!! Però ovvio che ha prevalso l’istinto sulla ragione ed infatti leggendo anche se la ragione gli diceva che non avrebbe voluto il corpo e il desiderio l’ha tradita tanto da concedersi alla passione più sfrenata e da qui anche il suo comportamento alla fine di tutto, scappare via e domandarsi appunto cosa avesse fatto e restarne basita! Sono proprio curiosa di leggere il seguito di questa storia. Ho anche pensato di comprare il libro ma avendo letto che non era un granché preferisco leggere la traduzione di Anita!
Ahahahahahah!!!!Grazie…le autrici mi ammazzeranno! 😀
Ciao Anita, quindi ls tua è una traduzione integrale, non è una storia diversa dal libro?
Questa è una traduzione integrale della versione originale, ovvero la ff di Twilight intitolata The Office, molto molto diversa da quella edita in Italia 🙂
Pallottolinaaaa😃 quando la continuazione? Aspetto con ansia😜 buona serata😘
Se riesco….già stasera 🙂 Altrimenti domani 😉
Piccolina una delle Sis (la dolce Ale, baci baci 🙂 ) in un post ha detto che faranno il film di Beautiful Bastard… pensavo che volessi saperlo dato che mi è sembrato di capire che Bennett sia di tuo gradimento 😛
Piccolina ti adoro <3 <3
Sisisisisisiisisisisisisiisisisiisisissisisisiisissii!!!! Gradimento è dire poco! Mi sveglio la mattina maledicendo di non essere Chloe Mills!!
Si mi intriga molto ma spero ke s innamorano. …kissss
Non posso svelare………… 😀
ANITAAA ma qnd lo posti il nuovo capitolo del bastardo??? nn ce la faccio più ad aspettare
Questa sera tesoro! Baci!
Anita, anch’io avevo letto la traduzione italiana ma la tua sembra un’altra storia (e ben meglio)!
In attesa di stasera, grazie mille
Grazie a te!!
Ciao Paola volevo sapere quando potremo leggere la traduzione della ff di Monique.😜😘😘