The Office – L'irresistibile stronza
Merda.
Ero così confuso. Fissavo il soffitto da quando mi ero svegliato, circa trenta minuti prima. Eccitato. Di nuovo.
E questa volta era peggio delle altre 296 volte in cui mi ero svegliato in quel modo. Questa volta, sapevo cosa mi stavo perdendo.
Nove mesi. Nove fottuti mesi di erezioni mattutine e infinite fantasie su qualcuno che nemmeno volevo. Bè, questo non era del tutto vero. Io la volevo. La desideravo più di qualsiasi donna che avessi mai incontrato. Ma il problema era che la odiavo. Bè, forse no…no, la odiavo. Era una delle più grandi stronze che avessi mai incontrato. E lei odiava me allo stesso modo. In tutti i miei 28 anni non avevo mai conosciuto qualcuno che mi facesse saltare i nervi come la mia assistente. Chloe. Cioè, Miss Mills.
Il suo solo nome mi fece fremere l’uccello.
Fottuto traditore.
Abbassai lo sguardo sul mio cazzo. La colpa era sua se mi trovavo in quel casino. Mi strofinai il viso con le mani e mi misi a sedere. Cosa cazzo avevo combinato? Dio, perché non ero riuscito a tenermelo nei pantaloni? C’ero riuscito per nove mesi. E aveva funzionato. Avevo preso le distanze da lei, l’avevo messa sotto torchio, dannazione persino io ammettevo di essere stato un vero bastardo nei suoi confronti. E ora avevo perso tutto.
Tutto era accaduto in un solo attimo, mentre ero seduto in quella stanza silenziosa con il suo profumo che mi inebriava e quella fottuta gonna. Ero scoppiato.
Lei era china sul tavolo, il suo culo perfetto proprio davanti ai miei occhi. Non ero riuscito a resistere oltre. Ero eccitato da morire e ogni nervo del mio corpo era teso, in attesa che mi sporgessi e la toccassi. E avevo perso la battaglia con me stesso. La mia mano si era mossa di sua spontanea volontà. L’aveva raggiunta, ignorando tutte le obiezioni che mi ero posto per quasi un anno. Avevo pronunciato il suo nome. Quegli occhi castani si erano girati a guardarmi. Ma cos’era stata quell’espressione nei suoi occhi? Era rabbia…desiderio? Non avevo permesso a me stesso di pensarci troppo…Il mio corpo aveva preso il sopravvento. Occhi negli occhi. In attesa. Che mi dicesse di no. Che mi fermasse. La mia mano era scivolata giù. Stoffa sottile. E poi sotto. Pelle come seta. In attesa che non mi permettesse di farlo. Poi su, lentamente. Aspettando che mi fermasse. Pizzo.Calore.Bagnata. Paradiso.
L’avevo sbattuta sul tavolo, le sue gambe aperte per me, le sue mutandine un cumulo di costoso pizzo strappato, sul pavimento. Avevo affondato due dita dentro di lei e sentirla gemere aveva provocato un tremito di piacere al mio cazzo dolorante. Ero stato così geloso delle mie dita, avrei voluto essere io dentro di lei. Spingendomi dentro e fuori, sentendola urlare il mio nome mentre la punivo per avermi fatto venire una maledetta voglia di lei.
La mia mente aveva preso il sopravvento sul mio corpo e mi ero allontanato. Lei aveva afferrato la mia cravatta, ordinandomi di finire quello che avevo iniziato. Le sue labbra si erano scontrate con le mie, assaporandomi, tentandomi. Lei mi tentava sempre. Il modo in cui si vestiva, il suo odore, anche quando rideva. In quel momento avevo avuto bisogno di prendere io il controllo. Avevo afferrato la sua camicetta e l’avevo strappata, aprendola mentre i bottoni volavano sul pavimento della stanza e i suoi meravigliosi seni venivano esposti per me finalmente. Le sue mani tremanti avevano raggiunto la mia cintura, armeggiando per liberarmi. Voleva che succedesse tanto quanto me. La rabbia aveva preso a ribollire dentro di me a quel pensiero. Perché diavolo si era comportata ogni giorno come se io non significassi nulla, come se lei fosse troppo per me? Ogni singolo giorno, al lavoro, era stata così calma, fredda, mentre dentro era tanto eccitata quanto me. Avevo sentito la mia erezione crescere ancora di più, battagliando con le emozioni contrastanti che sentivo. La sua mano mi aveva afferrato, stringendomi forte, mentre il mio cazzo aveva iniziato a pulsare per il suo tocco.
Merda.
Quei pensieri non mi erano certo d’aiuto. La sera precedente l’avevo scopata selvaggiamente. Sarebbe dovuto bastare. Ero stato sempre certo che se l’avessi avuta una sola volta, il bisogno sarebbe scomparso e finalmente sarei stato in pace. Ma ora mi trovavo lì, nel mio letto, con l’uccello che fremeva come se non fossi venuto per settimane. Lanciai un’occhiata all’orologio. Erano passate solo nove ore. Era malsano. Cos’ero, un sedicenne?
Chiudendo gli occhi, mi distesi di nuovo ed esalai un profondo sospiro. Ricordi di lei fluttuarono sotto le mie palpebre chiuse.
Avevo spinto la sua gonna all’insù, riuscendo finalmente a vedere il suo sesso liscio e meraviglioso. Quando l’avevo toccata, avevo notato la mancanza di peluria, ma finalmente vederla aveva fatto tendere tutti i miei muscoli e fremere il mio cazzo. Era stato divertente constatare come qualcosa di così semplice era riuscito a sorprendermi così tanto. Avevo immaginato il suo sesso in ogni modo possibile e vederlo, finalmente, mi aveva fatto tremare le ginocchia. Non avevo dato preavviso a nessuno dei due prima di penetrarla. E cazzo se non era stato tutto quello che avevo sempre sognato!
Era stretta, e così bagnata. Le sue gambe in aria, le sue caviglie nelle mie mani. Avevo continuato a pompare dentro e fuori da lei. Avevo cercato di estirparla da me. Come un esorcismo. Cavalcando quel bellissimo demone che mi aveva sopraffatto contro la mia volontà. Giorno dopo giorno aveva acquisito maggiore potere su di me. Si era sempre mostrata così perfettina e per bene, ma il suo corpo ossessionava i miei sogni. I suoi lunghi capelli scuri, raccolti sulla sua testa, i suoi dannati occhi che mi tormentavano, il suo viso, le sue labbra, il suo corpo. Il modo in cui vestiva, in cui camminava. Aveva rubato la mia risolutezza poco a poco, ogni giorno.
L’avevo provocata, dicendole che razza di smorfiosa fosse. Ma lei si era fatta beffe di me, dicendomi che aveva avuto di meglio. Una furia accecante mi si era riversata dentro. La lussuria aveva preso il sopravvento sui miei sensi. Volevo solo cancellare ogni uomo dalla sua memoria. Le avevo ringhiato contro, sbattendola contro la finestra, ordinandole di aprirsi per me. Volevo umiliarla, mostrare al mondo che cos’era. Avevo preso a penetrarla, liberandomi dal mio bisogno, scopandola più forte di quanto avessi mai immaginato di poter fare. I suoi gemiti e le sue urla erano stati la musica più dolce che avessi mai ascoltato. Avrei voluto che dicesse il mio nome. Per essere certo che fossi io a farla sentire in quel modo. I suoi muscoli si erano tesi, intrappolandomi, risucchiandomi. Lei aveva urlato e imprecato e sbattuto contro il vetro freddo.
Quando mi aveva baciato, la confusione aveva invaso la mia mente, ad ogni stoccata della sua lingua contro la mia il mio corpo aveva implorato per averla. Le sue mani nei miei capelli, tirando e guidandomi, mi avevano lasciato con la voglia di implorarla di toccarmi. Era scivolata contro il vetro, giù, inginocchiandosi di fronte a me. La sua bocca sexy mi aveva avvolto, portandomi al culmine. Dio, quante volte avevo l’avevo immaginata in questo modo? Tutte quelle in cui l’avevo vista mangiare seduta alla sua scrivania, pensando a come sarebbe stato. Avrei voluto infilare le mie mani nella sua lunga chioma, ma ero come paralizzato dalla sensazione che stavo provando. Non ero stato in grado di fermarlo. Quando aveva mugolato attorno al mio cazzo, avevo sentito ogni vibrazione della sua voce contro di me. Lei aveva succhiato e leccato e mugolato e quando avevo sentito i suoi denti sfiorarmi la pelle, non mi ero più potuto trattenere. L’orgasmo mi aveva attraversato e il mio seme si era riversato giù nella sua gola. A quel punto si era allontanata, lasciandomi ansimante, barcollante e scosso.
Furono tanti i pensieri che mi attraversarono la mente. Le cose che avevamo fatto e quelle che avrei voluto farle. Avrei voluto assaggiarla, per scoprire se fosse così deliziosa come era nei miei sogni. Feci una breve doccia, lavandomi a fondo come per rimuovere ogni traccia di lei che mi ricordasse la notte precedente. Tutto quello sarebbe finito. Avrebbe dovuto finire. Bennett Ryan non si comportava in quel modo.
Le donne si offrivano a me. Non ero mai corso dietro a nessuna. Mai. Avrei potuto avere ogni donna avessi desiderato e, di solito, era quello che succedeva. Ma di certo non me ne andavo a scopare in giro per l’ufficio. L’ultima cosa che volevo era che qualche donna appiccicosa rovinasse tutto. Non avrei dovuto permettere che tutto quello che era successo prendesse il sopravvento su di me. Certo, tutto era molto più semplice prima di sapere cosa mi stavo perdendo. E se prima la situazione era insostenibile, ora di certo sarebbe stata peggiore.
Stavo per entrare nel mio ufficio quando lei entrò nella stanza. Il modo in cui se n’era andata, la sera prima, senza una parola, mi aveva fatto immaginare due possibili scenari. Da un lato avrebbe potuto mettermi gli occhi addosso, pensando che la notte prima avesse significato qualcosa, che noi significassimo qualcosa. Le donne erano appiccicose in questo senso.
Oppure, mi avrebbe fatto il culo. Letteralmente.
Se una sola parola fosse venuta fuori in merito a quello che avevamo fatto, non solo avrei perso il mio lavoro, ma anche tutta la mia famiglia e tutto ciò per cui avevo lavorato. Tuttavia, anche se la odiavo così tanto, non riuscivo a crederla capace di fare una cosa del genere. Se c’era una cosa che avevo imparato su di lei era quanto fosse sincera e leale. Forse era una odiosa bisbetica, ma non pensavo che mi avrebbe spedito nella fossa dei leoni. Aveva lavorato per la Ryan Inc. sin da quando aveva iniziato il college e c’era una ragione se era diventata parte integrante dell’azienda. Persino io ero stufo di sentire mio padre dirmi quanto fossi fortunato che mi stesse accanto.
Ma, tuttavia, lei mi ignorò completamente. Portava un trench che le arrivava al ginocchio. Copriva quello che indossava sotto e, allo stesso tempo, mostrava quelle bellissime gambe, che sembravano ancora più lunghe grazie ai sandali con i lacci dorati che indossava. Scarpe da “scopami”. Oh merda…se indossava quelle scarpe, c’era una buona probabilità che….No, non quel vestito. Per favore, per l’amor di Dio, non quel vestito. Ero certo che non ci sarebbe stato scampo per me se così fosse stato.
Ebbene, che io sia dannato se quella donna non si era appena dimostrata la più grande smorfiosa del mondo.
Indossava il vestito bianco.
Quel vestito era la rovina della mia esistenza, allo stesso tempo il mio paradiso e il mio inferno racchiusi in un unico, splendido, pacchetto. Aveva una scollatura che scendeva ad accentuare la soffice pelle del suo collo e delle sue clavicole e la stoffa bianca avvolgeva perfettamente quei bellissimi seni. L’orlo cadeva appena sotto le sue ginocchia ed era la cosa più sexy che io avessi mai visto. Non era provocante in nessun modo, ma c’era qualcosa nel taglio e in quel bianco verginale che mi faceva venire le palle blu per tutto il giorno quando lo indossava. E portava sempre i capelli sciolti quando lo indossava. Una delle mie fantasie ricorrenti era scioglierle i capelli prima di scoparla.
Dio, come mi aveva fatto incazzare.
Rimasi a guardare mentre si sfilava la giacca e l’appendeva alla spalliera della sedia prima di sedersi. Quando ancora non fece mostra di avermi visto, mi girai, entrando nel mio ufficio e sbattendo la porta dietro di me. Perché cazzo mi importava così tanto? La notte prima avrebbe dovuto farla uscire dalla mia orbita. Ma mi ritrovavo di nuovo in quello stato, con la mia seconda erezione della giornata e non erano ancora le otto di mattina.
Merda.
Lavoro. Avrei solo dovuto focalizzarmi sul lavoro e smettere di pensare a lei. Raggiunsi la mia scrivania e mi sedetti, cercando di non indirizzare la mia attenzione verso nulla, anche se mi venne in mente quanto bello era stato sentire quelle labbra attorno al mio uccello la sera prima.
Non aiuti, Ryan, mi rimproverai mentalmente.
Aprii il mio laptop per iniziare a scorrere gli appuntamenti della giornata. La mia agenda…merda, quella stronza ce l’aveva nel suo Blackberry. Sperai di non perdere nessun meeting in mattinata per il fatto di non voler chiamare al regina di ghiaccio e farla venire nel mio ufficio, quantunque avrei dovuto assolutamente farlo.
Mentre stavo per aprire un foglio elettronico, sentii bussare alla porta.
“Avanti” dissi.
Una busta venne sbattuta sulla mia scrivania, di fronte a me, catturando la mia attenzione. Alzai lo sguardo per vedere Miss Mills guardarmi con un sopracciglio perfetto sollevato e, senza che proferisse una sola parola, lei e il suo vestito bianco si girarono e sparirono dal mio ufficio. Mi allungai sulla scrivania per afferrare la busta. Di certo si trattava di qualche denuncia per molestie sessuali o una qualche altra cazzata del genere.
Quello che invece non mi sarei mai aspettato era una ricevuta telematica per spese effettuate da Gucci…addebitate sulla carta di credito della compagnia. Balzai giù dalla sedia e corsi fuori dal mio ufficio dietro di lei. Si stava dirigendo verso le scale. Bene. Eravamo al diciottesimo piano, e nessuno, eccetto quasi sicuramente noi due, avrebbe usato le scale. Avrei potuto urlarle tutto quello che avrei voluto e nessuno avrebbe potuto esserne testimone.
“Miss Mills, dove credi di andare?” le gridai dietro una volta che la porta delle scale si fu chiusa dietro di noi.
Lei continuò a camminare senza girarsi a guardarmi.
“Abbiamo finito il caffè, Mr Ryan”. Sibilò il mio nome nello stesso modo velenoso in cui lo diceva sempre. “Per questo sto scendendo a fare rifornimento. Non sia mai che lei debba perdersi la sua dose di caffeina, signore”.
Come poteva, qualcuno così sexy essere così tanto stronza? La raggiunsi sul pianerottolo tra i piani e, afferrandola per un braccio, la spinsi contro il muro. I suoi occhi si spalancarono, i suoi denti stridettero. Le misi la ricevuta avanti al naso, guardandola minaccioso.
“Cosa cazzo è questo?”
Lei scosse la testa, in modo sarcastico.
“Sai, per essere un pomposo saputello sei davvero uno stupido figlio di puttana a volte. Cosa cazzo ti sembra? E’ una ricevuta. Sai, te le danno quando vai a fare shopping”.
Oh, se solo non fosse stata la migliore che avevamo in azienda, sarebbe stata già sbattuta fuori dalla porta principale. Chi cazzo credeva di essere per potermi parlare in quel modo?
“Questo lo vedo” ringhiai a denti stretti e accartocciai il foglio stringendolo nel pugno. “Perché acquisti abiti con la carta di credito della compagnia?”
Lei alzò gli occhi al cielo e sogghignò.
“Un certo bastardo ha strappato la mia camicetta” disse con noncuranza. Si strinse nelle spalle e avvicinò il viso al mio, per sussurrarmi : “E le mie mutandine”.
Ottimo. Cazzo.
Feci un profondo respiro con il naso e gettai il foglio a terra, sbattendo le mie labbra contro le sue e infilando le mie dita tra i suoi capelli, schiacciando il suo corpo con il mio contro il muro. Il mio cazzo pulsò contro il suo addome quando sentii le sue mani salire tra i miei capelli, afferrandoli violentemente. Tirandomi più vicino. Era dannatamente assurdo. Spinsi il suo vestito su per le cosce e gemetti di piacere quando le mie dita incontrarono il pizzo delle sue autoreggenti di nuovo. Lo faceva per tormentarmi, doveva essere così. Sentii la sua lingua leccarmi le labbra mentre il mio polpastrello strofinava la calda e bagnata cucitura delle sue mutandine. Strinsi la presa attorno alla stoffa e diedi un violento strattone.
“Facciamo due paia” sibilai e spinsi la mia lingua tra le sue labbra e in profondità nella sua gola, scivolando contro la sua.
Lei mugolò sonoramente quando le spinsi due dita dentro all’improvviso, e, se possibile, la trovai ancora più bagnata della sera precedente. Davvero un’assurda situazione.
Si staccò dalle mie labbra con un sussulto, mentre la scopavo a fondo con le mie dita e il mio pollice sfregava vigorosamente il suo clitoride.
“In ginocchio” ringhiò a denti stretti, aprendo gli occhi e fulminandomi con lo sguardo. “Voglio la tua bocca su di me ora”.
Oh.Mio.Dio.
Aveva detto proprio quello che pensavo avesse detto? Dio se era sexy, e il mio uccello divenne ancora più duro se possibile. Così a quella stronza piaceva giocare. L’avrei fatta venire fino a farle scordare il suo nome.
Caddi in ginocchio sul pavimento, infilando le sue mutandine strappate nella giacca e alzando uno dei suoi piedi infilati nei sandali sulla mia spalla. Le aprii le labbra con le dita e stuzzicai il suo clitoride con la lingua, mentre i suoi fianchi prendevano a muoversi convulsamente in attesa di qualcosa di più. Senza avvertirla, le infilai la lingua dentro, facendola gemere forte mentre mi afferrava i capelli con i pugni. Cazzo, il suo sapore era meraviglioso e ogni goccia del suo godimento era provocata da me. Bè, almeno non ero da solo in questa pazza e contorta sceneggiata.
Le tirai il clitoride con i denti, facendole mugolare oscenità a bassa voce, e infine lo succhiai prendendolo tra le labbra, facendovi scorrere rapidamente sopra la lingua.
“Cazzo, merda, cazzo!” sibilò mentre il tacco della sua scarpa si infilava nella mia spalla e la sentivo pulsare contro la mia lingua mentre l’orgasmo iniziava a scuoterla.
Gemetti mentre lei spingeva il mio viso arrossato contro il suo sesso mentre iniziava a venire. La sua stretta si allentò nei miei capelli, ma i suoi muscoli erano ancora tesi. Intuii che il suo orgasmo non era ancora terminato e mi alzai. Mi lanciò uno sguardo assassino, ma mi liberai in fretta della cintura e dei pantaloni, tirando fuori il mio uccello pulsante e spingendolo forte dentro di lei. Udii il suo gemito e si strinse attorno a me. Il suo respiro era irregolare e il suo desiderio si stava riaccendendo.
Mi morse la spalla da sopra la giacca e agganciò una gamba attorno ai miei fianchi mentre iniziavo a scoparla forte e veloce contro il muro. Da un momento all’altro qualcuno avrebbe potuto sorprendermi mentre la stavo scopavo a morte, ma non me ne sarebbe potuto importare di meno. Avevo bisogno di togliermi dalla testa quella stronza.
Spostò la sua testa dalla mia spalla e, ancora una volta, le nostre labbra si scontrarono violentemente, mentre portavo il suo corpo al limite. Non le avrei permesso di venire fino in fondo. In quel momento sentii un piacevole attrito sul mio uccello, che mi fece capire che anche il mio orgasmo era vicino. Ma non sarei venuto prima di aver ben impresso nella memoria di questa piccola depravata quello che stavo facendo al suo corpo. Solo in quel caso, forse, sarei riuscito a tornare in pace con me stesso.
“Cazzo” ringhiò a bassa voce mentre le sue pareti si stringevano contro di me di nuovo e le sue gambe mi trattenevano e mi spingevano di più contro di lei.
Nascosi il mio viso nell’incavo del suo collo e tra i suoi capelli per mascherare il gemito mentre venivo forte e in profondità dentro di lei. La sua gamba scivolò piano dalla mia, mentre entrambi ci rimettevamo in piedi tentando di ristabilire il nostro respiro. Mi sfilai da lei e tutti e due ci aggiustammo i vestiti. Si lisciò i capelli con noncuranza.
“Bè, è un’ottima cosa che io prenda la pillola” mi disse tranquilla. Si girò, continuando la sua discesa per le scale, ma all’improvviso si fermò bruscamente, tornando indietro e guardandomi negli occhi. “Grazie per averlo chiesto, stronzo”.
La guardai sparire dalla mia vista e brontolando mi rifugiai nel mio ufficio, sbattendo la porta. Mi sedetti sulla mia sedia facendo un sonoro fracasso, dondolandomi avanti e indietro diverse volte prima di rimuovere dalla mia tasca le sue mutandine strappate. Guardai i brandelli di seta bianca tra le mie dita per un momento prima di aprire il cassetto della scrivania e infilarceli dentro a fare compagnia al paio della sera precedente.
Merda. Ero fottutamente incasinato.
Oh finalmente 🙂 non resistevo più 🙂 Anita questo capitolo è da strappa mutandine 🙂 sei sensazionale 🙂
Non e’ merito mio 🙂
Certo che si invece 🙂 se non fosse per la tua traduzione io non avrei scoperto l’esistenza di questa storia 🙂 e neanche di quel gran bastardo di Bennett Ryan 🙂
Grazie 😉
OH.MIO.DIOOOO😱 Ora capisco Anita, quello che dicevi su questa storia. Lui sarà un meraviglioso bastardo ma anche lei nn è da meno. Oh Anita penso proprio che mi hai contagiato☺️ A presto 😘😘😘
Bennett e’ un amoreee!!
Piccolina la maledizione dei CRISTALLI DI SALE ha colpito 😛
E non poco!!! Mannaggia!
Secondo me si sono messi a farti una macumba tra admin, magici e kaffè vari ahahahaahah ecco cosa è stato 😛
Cmq avevi ragione sono andata a rileggere alcuni passi del libro in italiano in confronto alla tua traduzione fanno pena 🙂
La storia così mi piace molto di più BRAVA BRAVA BRAVA <3 <3 Baci Piccolina
Grazie Mel! Finalmente ti ho convertita anche al Bennettismo!
Sono drogata del video che Charlina ha postato ieri 😀 cavolo voglio il film uffa
Io non l’ho vistooooooo!!! Doveeee????
Un bastardo e una stronza, un bel connubio scintillante. Grazie
😉
mamma mia!diciamo che sono rimasta senza fiato più di una volta..se lui è un bastardo lei nemmeno scherza!che coppia!fanno proprio scintille!e siamo solo al secondo capitolo..non voglio immaginare cosa succederà dopo!
Io li adoro!
MA KE DUE STRONZIII!!! oh sti.2 mi piacciono sempre di più 🙂 continua anita continua
Certo!
Ma che roba ehhhhh!!!!!! Ammazza questi ad ana e chris gli fanno le scarpe …..( loro restano cmq i miei beniamini) dio mio due assatanati ahahahah aspetto la prox puntata …..grazie bimba!!!!
E ancora non avete letto nulla!
Un bastardo e una bisbetica… Dio li fa e poi li accoppia! Ahahah 😀 grazie per averci fatto scoprire quest’altra storia Anita, l’attesa per il prossimo capitolo di Mr Grey in questo modo sarà più piacevole e sopportabile 😉
Grazie a voi! Baci!
Dio sto rileggendo il capitolo per la milionesima volta 🙂 Anita hai creato un’altra dipendenza 🙂 adoro questi due assatanati 🙂 lui poi dice di non sopportarla e si conserva le sue mutandine 🙂
Certo che lei è forte come donna 🙂 davvero una stronza 🙂 grazie Anita per il tempo che ci dedichi con i tuoi lavori 🙂 un bacio a tutte le ragazze della Red Room 🙂
Grazie a tee! Un bacio!!!
Sono due irresistibili bastardi…si odiano , ma nello stesso tempo fanno scintille appena si toccano….mi intrigano parecchio…grazie Anita per averceli fatti conoscere….
Grazie a voi ragazze!
Si si ma tutto questo odio che dichiarano entrambi così fortemente non mi convinceva nemmeno nel romanzo che hanno pubblicato… Per esperienza so che il confine tra odio e AMORE è molto molto labile ci vuole un nulla e l’uno sconfina nell’altro 😀
Eheheheheheh!!!!Poi quando arriveremo al capitolo ….tipo 7-8 e via dicendo…capirete taaaaante taaaaante cose!
A proposito, Mel…..sono certa che adorerai la piccola Carringhton!
Non vedo l’ora… sto ancora ridendo per la nipotina di Drew 😀
😀 Lei è spettacolare….ma anche la mini Bennett non scherza!
Io già non vedo l’ora 🙂 sarà una lunga attesa 🙂 oggi pome vado a fare shopping con il mio ragazzo, una corsa in libreria non me la faccio sfuggire 🙂 quel libro sarà mio 🙂 il mio ragazzo mi prenderà per pervertita ma chissene 🙂
Si, ma….troverai un’altra storia, ti avviso 🙂
Anita cara, grazie!!!
Sono già dipendente….adoro sti dueeee!!!!!! 😀
Figurati io che so come va a finire! .D
Dura tanto???? Perché così ci fai morire eh! 😉
18 capitoli (lunghi) e tre outtakes 😉
Cavolo!!!!!!!!! Bella coppia davvero! Questa storia è davvero interessante direi! Lei mi piace davvero, primo perché non è vittima e questo in una donna è sempre positivo, lo tiene per le “palle” e diciamo stanno sullo stesso livello…lui bastardo lei stronza! Beh direi che promette decisamente bene questa storia e si sta facendo davvero avvincente! Bene, bene è già diventato un appuntamento settimanale immancabile!
Mitica Anita che ce l’hai fatta scoprire e grazie….sei davvero unica!
Grazie a voi che mi seguite!!
Non vedo l’ora che pubblichi il nuovo capitolo…..sono curiosissima di leggere il seguito! Sei riuscita ad incuriosirmi talmente tanto che non sai! L’altra ff, quella di Christian e Ana è bellissima e lo sai quanto mi piace e aspetto sempre in trepidante attesa i tuoi capitoli e la tua interpretazione del pensiero di Christian ma la storia e quello che accade bene o male lo sappiamo, il bello è scoprirlo dal punto di vista di lui, ma qui si tratta di una storia completamente nuova…appassionante e stravolgente direi 😉
Tu si che sai come appassionare le persone!!!!!
Grazie mille Romina! Sei sempre così gentile!
quando il prossimo? controllo sempre e nn ci sei!!!! ANITAAAAAAAAAA
Domani sera….questa ff la posto ogni mercoledì a mezzanotte 🙂 Lo so…è dura….ma questa settimana avrete una sorpresa in più…..non so…tipo venerdì!
Grazie Anita! Ogni tua sorpresa è un regalo 🙂
Ahahah. ..tu ci farai impazzire con queste sorprese. …tvb
😀
Scusa Anita ma che tipo di sorpresa ? Così mi fai venire un colpo😜 E’ una sorpresa che riguarda Mr Grey o l’irresistibile Bastardo? Oh Anita io.non.resistooooooo😉😉😉😉😉
Eheheheheheheh!!!Lo scoprirete questa sera, ragazze…ma la sorpresa è venerdì! 😀
OH MIO DIO ANITA! L’attesa sarà infinita . E allora ti saluto come fa la ns ANA: TVb xxxxxx😘
:*
Anita bella ma tu vuoi farmi venire un infarto a 20 anni :)??? Ho iniziato a saltare sul letto del mio ragazzo a questa notizia della sorpresa 🙂 mi prenderà per pazza 🙂 dai dicci di che si tratta 🙂
Ragazze…tranquille! 😀
Anita io nn posso subire questi colpi ho un eta’…….che stai combinando ?????? Help!!!!!
Datemi qualche minuto per postare l’articolo 🙂
Rosy anke tu in fibrillazione???? Anitaaaaaaaa
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 🙂 sto dando di matto 🙂
Ahahahah nn siamo piu’ le stesse !!!!!! Nn so se si tratta di csf o l’irresistibile……e aspettiamo…..:-) 🙂