Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 47 (seconda parte)
Crollo sul pavimento, esausto, sfinito, senza forze. La trascino con me, sedendomi sul pavimento della doccia e facendola accomodare sul mio grembo, mentre l’acqua calda ci scorre addosso. Lacrime le rigano il viso e mi chino a baciargliele via, tenendole la testa ben salda tra le mani. A poco a poco i nostri respiri si placano. I nostri corpi aderiscono e si sostengono l’uno all’altro, spossati dal violento amplesso.
«Ho le dita raggrinzite» mormora, guardandosele.
Le prendo le mani che ha teso dinnanzi a sé e me le porto entrambe alla bocca, baciandole le dita. Si sposta e la faccio mettere tra le mie gambe, in una posizione più comoda per lei.
«Dovremmo uscire da questa doccia» mormoro, osservando i suoi movimenti.
«Sto comoda qui.» sussurra appoggiando la testa al mio petto mentre io la tengo stretta.
Mormoro piano una parvenza di assenso. Sto bene anch’io in effetti. Ho tutto quello che desidero di più al mondo. Proprio qui tra le mie braccia. Anastasia si appoggia a me con tutto il peso, sospirando esausta. Poi la sento ridacchiare. Increspo le labbra in un sorriso e mi sporgo a guardarla.
«Qualcosa ti diverte, Miss Steele?» le chiedo con affetto, stringendola di più.
«È stata una settimana faticosa.» ammette, scuotendo piano la testa.
Il mio sorriso si fa più aperto. Hyde, Leila, l’incidente. Ma siamo ancora qui. Ancora insieme.
«È vero.»
«Grazie a Dio sei tornato sano e salvo, Mr Grey» sussurra, con gli occhi persi nel vuoto.
Il pensiero di quegli attimi passati a chiedermi se mai l’avessi rivista, se fossi riuscito ad arrivare da lei sano e salvo per baciarla e strapparla dalle grinfie del suo amico, mi fa irrigidire. Ho rischiato di non rivederla più, di non sentirle dire che vuole essere mia moglie. Ho rischiato tutto.
«Ho avuto paura» ammetto piano.
Ana si volta a guardarmi con sorpresa.
«Prima?» chiede debolmente, diventando pallida in viso.
Annuisco piano, stando ben attento a valutare le sue reazioni. Lei mi scruta a fondo.
«Allora hai cercato di sdrammatizzare per rassicurare la tua famiglia?» chiede in un sussurro, abbassando gli occhi.
Deglutisco e faccio un profondo sospiro. “Ora sono qui, Ana. Ti tengo stretta. Solo questo importa”
«Sì. Volavo troppo basso per atterrare bene. Ma in qualche modo ce l’ho fatta» mormoro.
Alza gli occhi su di me, scrutandomi l’anima. Il silenzio aleggia tra di noi per un minuto buono, spezzato solo dal rumore dell’acqua che ci scorre addosso.
«Quanto ci sei andato vicino?» chiede tenendo gli occhi fissi nei miei.
Neppure io distolgo lo sguardo.
«Vicino» – le dico, fermandomi.
Un altro sospiro mi svuota i polmoni.Ho promesso a me stesso di essere sempre sincero con lei, costi quel che costi. L’ho promesso in quegli attimi in cui gli errori di una vita intera mi sono scorsi davanti come un brutto film che non si sa come ha comunque avuto un bel finale.
«Per alcuni secondi, ho pensato che non ti avrei mai più rivista» confesso.
Anastasia si getta d’istinto su di me, stringendomi forte.
«Non posso immaginare la mia vita senza di te, Christian. Ti amo così tanto che ho paura» mormora contro la mia pelle.
La stringo anch’io, ancora di più.
«Anch’io. La mia vita sarebbe vuota senza di te, ti amo così tanto» Mi strofino contro i suoi capelli, accoccolandomi ancora di più al suo corpo minuto rispetto al mio, ma che rappresenta un’ancora di salvezza in questo momento. «Non ti lascerò mai andare via» le dico all’orecchio.
Non è una minaccia. La sto solo avvisando. Oramai è mia.
«Non vorrò mai andare via» mi sussurra lei e sono le parole più confortanti che abbia mai sentito.
Le sue labbra mi sfiorano il collo, facendomi tremare e mi volto a baciarla, lambendole dolcemente e teneramente. Alzo la testa e la fisso con un sorriso.
«Vieni. Asciughiamoci e andiamo a letto. Io sono esausto e tu hai l’aria distrutta» le dico guardandola tutta mentre mi muovo per alzarmi.
Piego la testa di lato quando lei inarca un sopracciglio e le sorrido malizioso.
«Qualcosa da dire, Miss Steele?» la provoco.
Ana scuote la testa con un sorrisetto furbo e si mette in piedi, barcollando leggermente. La avvolgo in un asciugamano, prendendomi cura di lei in silenzio, assaporando questi attimi di vita quotidiana condivisi con lei. Sono stato sempre solo nella mia vita, in preda alle mie fobie. Non riesco neppure a chiudere una porta quando sono solo in una stanza a causa dei traumi riportati da bambino, eppure sono pronto a gettarmi in una nuova vita con lei.Mi avvolgo un asciugamani attorno alla vita e la accompagno sul letto, facendola sedere sul bordo.
<<Non muoverti>> le intimo severo.
La lascio con la fronte aggrottata, persa in uno sbadiglio enorme. Torno in bagno e prendo il phon. Due secondi e sono di nuovo da lei. QUando osserva l’oggetto che stringo tra le dita, si acciglia di nuovo, aprendo la bocca per protestare.
<<Ma Christian…è tardissimo>> tenta di persuadermi, mettendo il broncio.
Scuoto la testa in segno di ammonimento.
<<NIente ma, Anastasia. Non esiste al mondo che tu vada a letto con i capelli bagnati. Vieni qui, mi prenderò io cura di te ora>>
Il mio sguardo non ammette repliche e lei sospira, abbandonandosi al mio volere. Le asciugo i capelli con metodo, come ho imparato da Elena tanti anni fa. Allora era solo il mezzo per ottenere il sesso. Ora è un modo per venerare ancora di più la donna che amo. Mi prendo il mio tempo, ripensando a quanto siano bastate una manciata di settimane affinché la mia vita precisa, definita, venisse stravolta.Ana è inciampata, letteralmente, nella mia esistenza e l’ha resa migliore, nuova, viva, senza neppure accorgersene. Cosa avrei fatto se al suo posto fosse venuta Kate nel mio ufficio? L’avrei liquidata subito e addio Ana, non ci saremmo mai conosciuti. Ma forse…forse l’avrei notata lo stesso il giorno della sua laurea. Forse quegli occhi mi avrebbero colpito comunque in mezzo a tanti altri occhi. Forse era semplicemente destino che io la incontrassi, che la facessi mia. Che mi innamorassi di lei. Sì, decisamente destino. Perché non oso neppure immaginarmi con un’altra come sono con lei. Quando finalmente ho finito di asciugarle i capelli vado ad asciugare i miei in bagno e a riporre il phon, mentre lei si infila nella cabina armadio. QUando torno di là, la trovo seduta in mezzo al letto, con addosso una splendida vestaglia che esalta il candore della sua pelle. Mi avvicino al comodino, poggiando tutte le cose che avevo in tasca e che ho recuperato dal ripiano in bagno. Rigiro tra le dita il portachiavi, sorridendo al pensiero di quanto mi abbia tenuto sulle spine la mia piccola ribelle. Scuoto la testa. Più ci penso e più non riesco a crederci.
«È fantastico. Il miglior regalo di compleanno che abbia mai ricevuto» sussurro.
Alzo lo sguardo su di lei e le sorrido con affetto.
«Meglio del mio poster firmato da Giuseppe DeNatale» aggiungo incredulo, ripensando alla cosa a cui avevo tenuto di più fino a oggi.
Ricordo che quando ho ricevuto quel poster avevo provato una gioia incontenibile. L’unica cosa che mi avrebbe reso maggiormente felice sarebbe stata avere De Natale in carne e ossa.
«Te l’avrei detto prima, ma visto che il tuo compleanno era imminente… Che cosa regaleresti a un uomo che ha tutto? Così ho pensato di regalarti… me stessa» spiega, stringendosi nelle spalle.
Poggio delicatamente il portachiavi sul comodino e mi fiondo sul letto, infilandomi nudo sotto le coperte accanto a lei. Spengo la lampada e con un gemito compiaciuto la attiro tra le mie braccia, facendola accoccolare su di me.
«È perfetto. Come te.» le sussurro contro i capelli, dandole un morbido bacio e inalando il suo odore.
«Sono ben lontana dalla perfezione, Christian» mi dice contenta.
E anche se siamo al buio, me la immagino fare uno di quegli adorabili sorrisetti compiaciuti che adoro da morire.
«Stai facendo un sorrisetto compiaciuto, Miss Steele?» chiedo ad occhi chiusi, godendomi il suo calore.
Trattiene per un attimo il respiro, poi si rilassa di nuovo.
«Forse.» ridacchia. Poi si fa seria di nuovo. «Posso chiederti una cosa?» chiede titubante.
«Certo» le dico sereno, voltandola di schiena e attirandola a me, strofinando il naso contro il suo collo.
«Non hai chiamato durante il tuo viaggio di ritorno da Portland. Non l’hai fatto per via di
José? Eri preoccupato del fatto che fossi qui da sola con lui?»
Trattengo il respiro e resto in silenzio. DOpo lo stato in cui l’ho trovata, in cui ho trovato tutti, so che non è affatto stata una idea grandiosa. Ma è così, non posso negarlo. Il motivo principale che mi ha spinto ad agire da coglione è stato proprio quello. Ana si volta verso di me. I miei occhi sono sgranati e oramai abituati al vedere al buio. RIesco a distinguere i suoi ricolmi di rimprovero.
«Ti rendi conto di quanto è ridicolo? Dello stress che hai fatto subire alla tua famiglia e a me? Ti amiamo tutti così tanto»
La sua voce è bassa, ma il tono è duro. Sbatto le palpebre mentre le sue parole vanno a segno.
«Non avevo idea che foste tutti così preoccupati» ammetto, con una punta di rimorso nella voce.
Mi mette il broncio, rassegnata ormai e soprattutto sollevata che sia andato tutto per il meglio.
«Quando ti ficcherai in quella testa dura che sei amato?» mi chiede ironica.
“Hey! Com’è che mi ha…?”
«Testa dura?» aggrotto la fronte, sorpreso dall’appellativo e dalla sua presa di posizione.
Anastasia annuisce.
«Sì. Testa dura» conferma.
Trattengo un sorriso, alzando un sorpacciglio.
«Non penso che la durezza della mia testa superi quella di un’altra parte del mio corpo» le dico, sfregando l’erezione che ha già ripreso vigore tra le sue natiche coperte dalla seta e premendo leggermente le dita sui suoi fianchi per farle il solletico.
«Sono seria! Smettila di cercare di farmi ridere. Sono ancora arrabbiata con te, anche se la mia rabbia è in parte eclissata dal fatto che sei a casa sano e salvo, quando pensavo…»
Si ferma e io vorrei poter tornare indietro a stamattina per fare in modo di cancellare tutta la preoccupazione che le ho fatto vivere.
«Be’, lo sai che cosa ho pensato» conclude con un sussurro.
La guardo affettuoso, e Dio, quanto la amo! Le sfioro il viso con le dita, amando ad ogni tocco i suoi lineamenti delicati.
«Mi dispiace. Okay» sospiro, cercando di chiudere il discorso.
Ma Anastasia, per non smentire il fatto di essere donna, non chiude affatto.
«E la tua povera mamma! È stato molto commovente vederti con lei» sussurra e mi sembra commossa.
Le sorrido piano, ripensando alla sensazione di Grace tra le mie braccia, al calore che ho sempre desiderato in questi anni e che solo ora ho potuto ricevere.
«Non l’avevo mai vista così. Sì, è stato davvero toccante. Di solito lei è così controllata. È stato quasi uno shock»
«Lo vedi? Tutti ti vogliono bene» mi dice con un sorriso. «Forse adesso inizierai a crederci» sussurra.
Poi si gira, chinandosi su di me, che resto con la testa sul cuscino. Le sue labbra sfiorano le mie, lambendole prima, assaggiandole piano e poi leggermente più decise, fino a lasciarmi senza fiato.
«Buon compleanno, Christian. Sono contenta che tu sia qui per condividere
questa giornata con me. E non hai ancora visto cosa ho preso per te domani… ehm…
oggi» dice con un ghigno.
«C’è qualcos’altro?» chiedo stupito, senza riuscire a trattenere un gran sorriso.
“Cos’hai ancora in mente, Miss Steele? Se con il primo regalo mi hai reso l’uomo più felice della terra, cosa farai con il secondo?”
«Oh, sì, Mr Grey, ma dovrai aspettare» sussurra, baciandomi di nuovo velocemente.
Poi torna al suo posto e io la afferro di nuovo, baciandole la testa e inalando a fondo il suo profumo per fare scorta per la notte. Ripenso a questa giornata assurda, alla gioia incontenibile per la proposta che ha accettato e prima che possa rendermene conto, mi lascio vincere dalla spossatezza, seguendola nel mondo dei sogni.
Ho dormito come un ghiro per sei ore e mezzo filate e, quando mi sveglio, mi sento immediatamente strano. Ovvio. Ana non c’è. Non è a letto con me. Il panico mi assale, ma poi ricordo che quella donna ha accettato di diventare mia moglie. Non scapperà probabilmente. Ma comunque sia ho bisogno di trovarla. Mi alzo e vado in bagno. Probabilmente è in cucina e il pensiero che sia da sola con Josè mi fa sbrigare a tornare di là. Mentre infilo i pantaloni del pigiama mi viene in mente che oggi è il mio compleanno e posso permettermi di fare lo stronzo abbastanza e di marcare il mio territorio. Evito di infilare la t-shirt, sfoderando tutta la presunzione da maschio alpha. MI avvio in cucina, ma sulla soglia mi fermo, sentendo delle voci.
«Ti piace davvero tanto, vero?»
Ana resta qualche attimo in silenzio e il mio stomaco si chiude.
«Lo amo, José» asserisce alal fine, sicura di sé.
Il mio cuore manca un battito per la gioia.
«Come si potrebbe non amare?» le chiede lui ironico.
«Ah, grazie!»
La voglia di spaccargli la faccia torna prepotente come non mai.
«Stavo solo scherzando, Ana.» la rabbonisce.
In sottofondo sento rumore di ciotole e stoviglie, mentre lei resta muta.
«Davvero, sto scherzando. Non sei mai stata quel tipo di ragazza» aggiunge lui, accorgendosi di averla fatta incazzare.
«L’omelette va bene per te?» chiede lei, cambiando palesemente discorso.
«Certo»
«Anche per me» dico, entrando in cucina dopo qualche attimo.
Entrambi si voltano e Ana arrossisce, fissandomi palesemente il torace e scendendo con lo sguardo fino ai fianchi, dove ho lasciato cadere i pantaloni del pigiama in modo davvero indecente.
«José» lo saluto con un senno.
«Christian.» ribatte lui formale.
Sfrontato, torno guardare Anastasia, che ancora mi fissa sconcertata. Poi stringe gli occhi a fessura, tentando di rimproverarmi mentalmente.
«Stavo per portarti la colazione a letto» mi dice, voltandosi a sbattere le uova.
Mi avvicino spavaldo e, in un gesto poco caratteristico per noi. le sollevo il mento e le pianto un bacio sonoro sulle labbra. Lo schiocco risuona nel silenzio della cucina. L’espressione desolata di Josè, quando mi volto, non ha assolutamente prezzo. Posso aggiungerla alla lista dei regali di compleanno migliori di tutta la mia vita.
«Buongiorno, Anastasia» le dico, mentre lei arrossisce violentemente.
«Buongiorno, Christian. Buon compleanno» mi dice con un sorriso carico di rimprovero.
Le rivolgo una smorfia maliziosa. “Non pensare che sia finita qui, Miss Steele”.
«Non vedo l’ora di ricevere l’altro mio regalo di compleanno» le sussurro contro l’orecchio, ma a voce abbastanza alta da fare in modo che Josè senta.
Ana si stacca, nervosa, tornando a preparare la colazione.
«Allora, quali sono i tuoi programmi per oggi, José?» chiedo, ricordandomi dei miei doveri di padrone di casa, mentre mi siedo su uno sgabello accanto al bancone.
«Proseguirò il mio viaggio per andare a trovare mio padre e Ray, il padre di Ana» dice lui, prendendo una cucchiaiata di cereali.
Aggrottola fronte. “Questa mi giunge nuova. Non c’era scritto nel dossier di Welch”.
«Si conoscono?»
«Sì, sono stati insieme nell’esercito. Avevano perso i contatti, finché Ana e io ci siamo trovati al college. È piuttosto singolare. Ora sono inseparabili. Andremo a pescare» mi dice con un sorriso.
«Pescare?» chiedo, interessato sul serio, mentre mi sovvengono alla mente le numerose battute di pesca con mio padre ed Elliot.
«Sì. Ci sono belle prede in quelle acque costiere. Le trote di mare possono essere molto grosse»
«È vero. Mio fratello Elliot e io una volta abbiamo preso una trota di quindici chili»
Continuiamo a chiacchierare di pesca, mentre Ana scuote la testa e si occupa della colazione, per poi servircela e sedersi accanto a me per mangiare. Per tutto il tempo le tengo una mano sul ginocchio. Josè non è poi così male come pensavo. Capisco perché Anastasia sia sua amica. E’ intelligente, simpatico per certi versi. Devo solo annullare il fatto che ci ha provato con la mia ragazza. E questoproprio non mi riesce. Quando arriva il momento di salutarci, lo accompagno insieme con Ana all’ascensore.
«Grazie per avermi ospitato» mi dice, tenendomi la mano che stringo prontamente.
«Quando vuoi…» gli dico con un sorriso, anche se non sono sicuro che le mie parole siano davvero sincere.
Devo continuare a valutare. José si china su di Ana, abbracciandola velocemente.
«Abbi cura di te, Ana» le mormora.
«Certo. È stato bello vederti. La prossima volta passeremo una vera serata fuori» le dice lei, affabile come sempre.
«Ci conto»
Entra in ascensore e ci saluta con la mano mentre le porte si chiudono.
«Vedi, non è tanto male» mi dice lei con un sorrisetto.
Sospiro.
«Vuole ancora entrarti nelle mutandine, Ana. Ma non posso dire di biasimarlo» ammetto sconsolato.
«Christian, questo non è vero!»
«Non te ne accorgi?» le faccio un sorrisetto perverso. «Ti vuole. Alla grande»
Lei si acciglia.
«Christian, è solo un amico, un buon amico»
Poi si ferma, stringendo gli occhi e agitandosi per chissà quale motivo.ALzo le mani in segno di resa.
«Non voglio litigare» le dico piano.
«Nemmeno io» ammette, sotterrando l’ascia di guerra.
«Non gli hai detto che ci sposeremo» constato.
«No. Ho pensato che dovrei dirlo prima a mia madre e a Ray» dice, assumendo un’espressione preoccupata, come se non ci avesse mai pensato prima.
Il pensiero sfiora anche me per la prima volta.
«Sì, hai ragione. E io… ehm… dovrei chiedere la tua mano a tuo padre» le dico, leggermente a disagio.
Le mani iniziano a sudarmi per l’ansia, ma lei scoppia a ridere, per fortuna senza accorgersene.
«Oh, Christian… non siamo nell’Ottocento»
«È un tradizionalista.» le dico, stringendomi nelle spalle per smorzare la tensione.
Ana mi rivolge un’occhiata maliziosa.
«Parliamone più tardi. Voglio darti l’altro mio regalo»
Le sorrido timidamente, non abituato ad essere al centro delle attenzioni di qualcuno. Lei mi osserva e si morde il labbro, dondolandosi sulle punte.
«Ti stai mordendo il labbro» le dico, allungando l’indice e sollevandole il mento.
Con il pollice glielo sfilo dalal morsa dei denti, mentre lei rabbrividisce di piacere. “Dio, Ana. Cos’hai escogitato per me?”.
Senza dire una sola parola, mi prende per mano e mi riporta in camera. Resto in piedi davanti al letto mentre lei fa il giro e si china sotto al materassi, dalal sua parte, estraendo due pacchetti.
«Due?» chiedo, sopreso.
Prende aria nei polmoni e fa un profondo respiro.
«Questo l’ho comprato ieri prima del… ehm… dell’incidente. Non sono più così convinta della scelta, adesso» mormora, con gli occhi fissi sul pacchetto mentre me lo passa velocemente.
La fisso, aggrottando la fronte perplesso. E’ palesemente insicura. E io sono curioso sempre di più. Ma non voglio che si senta a disagio.
«Vuoi davvero che lo apra?» le chiedo, guardandola negli occhi.
Annuisce, in preda all’ansia. Strappo velocemente la carta e fisso sorpreso la scatola. IL mio stomacosi contrae. “E’ tutto così maledettamente giusto con te. Mi leggi dentro. Ad ogni gesto mi porti in paradiso”.
«Charlie Tango» sussurra lei, mentre una fitta dolorosa nel ripensare al mio elicottero mi squassa il petto.
Stringo tra le dita la scatola di un modellino di legno di un elicottero con le pale che si azionano ad energia solare. La guardo e sorrido. “Tu sei giusta, Ana. Tu sei fottutamente giusta per me”.
«Energia solare» mrmoro, incredulo. «Wow»
Senza pensarci, mi siedo sul letto e prendo ad assemblarlo velocemente. Qunado ho finito, stringo tra le mani un piccolo elicottero blu di legno. La guardo sorridendole apertamente. POi mi alzo, avvicinandomi alla finestra. Quando il sole colpisce le pale il rotore prende a girare.
«Guarda!» esclamo nella sua direzione, osservando il piccolo elicottero. La sensazione è sempre la stessa: resto incredulo dinnanzi alla potenza dell’energia solare. «Cosa possiamo già fare con questa tecnologia!» penso ad alta voce, sollevandolo all’altezza degli occhi e scrutandolo a fondo.
«Ti piace?» mi chiede titubante dopo qualche secondo.
«Ana, lo adoro. Grazie» le dico, voltandomi verso di lei e attirandola in un bacio veloce. Poi torno ad occuparmi dell’elicottero, troppo affascinato dal suo semplice movimento. «Lo metterò insieme all’aliante nel mio ufficio» le dico distrattamente, mentre alzo una mano e oscuro la luce solare. Le pale dell’elicottero rallentano sino a fermarsi.
Quando mi giro, lei sta sorridendo. Poggio l’elicottero sul cassettone e le dedico tutta la mia attenzione.
«Mi terrà compagnia mentre andiamo a recuperare Charlie Tango» le dico, con lo sguardo velato di tristezza.
«È recuperabile?» chiede, dando voce ai miei pensieri.
«Non lo so. Lo spero. Mi mancherà, altrimenti» ammetto tristemente. «Cosa c’è nell’altra scatola?» le chiedo poi, fissando l’altro pacchetto, curioso come non mai.
Ana tentenna nuovamente, stringendo con forza il pacco con le dita.
«Non sono sicura di sapere se questo regalo sia per te o per me» sussurra.
La sua affermazione mi manda su di giri.
«Davvero?» le chiedo malizioso e curioso al tempo stesso.
Nervosamente mi passa il secondo pacchetto.E’ più pesante del primo. Lo scuoto e dentro sento muoversi diversi oggetti. La fisso, analizzando la sua espressione.
«Perché sei così nervosa?»le chiedo divertito.
Per tutta risposta si stringe nelle spalle, imbarazzata, arrossendo violentemente. Alzo un sopracciglio, sempre più bramoso di sapere.
«Mi hai incuriosito, Miss Steele» sussurro piano. La sua reazione, il brivido che la scuote, mi confermano quello che sto pensando. E’ qualcosa che vuole che faccia a lei. Ma cosa? E con cosa?
«Devo dire che mi piace la tua reazione. Che cos’hai architettato?» le chiedo ancora, stringendo gli occhi come per tentare di indovinare cosa nasconde.
Lei resta in silenzio, deglutendo e trattenendo il fiato. TOlgo piano il coperchio dalla scatola e tiro fuori un biglietto scritto a mano. Lo apro prima di scartare il resto del contenuto.
“Desidero che mi tratti in modo rude. Desidero sesso folle e insaziabile con il mio maniaco del controllo preferito. Desidero che sia forte, duro e violento. Desidero compiacerti. Desidero sottomettermi a te. TI amo. Buon compleanno, Christian”
I miei occhi sono subito nei suoi, scioccati. IL mio cuore prende a battere forte e il mio uccello subisce un brusco risveglio dopo gli ultimi minuti di assopimento.
«Trattarti in modo rude?» mormoro, incapace di formulare altro.
Lei annuisce e deglutisce piano. Piego la testa di lato, scrutandola a fondo.E’ nervosa. Aggrotto la fronte e riporto l’attenzione sulla scatola. Strappo la carta azzurra ed estraggo una serie di oggetti: una mascherina per gli occhi, pinze per capezzoli, un dilatatore anale, il mio iPod, la mia cravatta argentea e la chiave della stanza dei giochi. Tocco quest’ultima con le dita, ripensando alla sua battuta su Mrs Jones. Vuole tornare lì dentro? E io sono pronto? Lei sembra esserlo…ma io? Bè…non che non lo desideri. Ma posso farcela?
«Vuoi giocare?» le chiedo piano.
«Sì» risponde a malapena.
«Per il mio compleanno?» sussurro con la voce carica di emozione.
«Sì»
L’ansia mi assale.
«Sei sicura?» le chiedo ancora.
«Non la frusta, o cose del genere» si affretta a specificare.
«Questo l’ho capito» le dico, continuando a valutare le sue reazioni.
«Sì, allora: sono sicura» mi dice risoluta, riacquistando l’equilibrio.
Stringo gli occhi e scuoto la testa. E’ una tentazione troppo grossa. So che cederò a lei. Fisooil contenuto della scatola. Oddio, ha scelto tutto nei minimi dettagli.
«Sesso folle e insaziabile. Bene, credo che possiamo fare qualcosa con tutto questo» mormoro, parlando tra me e me.
Ripongo gli oggetti nella scatola e torno a fissarla. Mi basta vedere il suo rossore quasi verginale per perdere ogni contegno. Il mio cazzo sta per eplodere, il mio respiro accelera come il battito cardiaco. La voglio. La desidero in modo brutale quasi. E per lei sento che è lo stesso. Lentamente le sorrido, lascivo. Le porgo la mano, impaziente.
«Adesso» le ordino.
Ana si lascia attraversare da un tremito visibile mette la sua mano nella mia.
«Vieni» ordino di nuovo, mentre le nostre pelli a contatto creano una deliziosa attrazione elettrica.
Mi ero ripromesso di non farlo, mi ero ripromesso di evitare tutto questo. Ma è lei a volerlo. E lei che me lo ha servito su un piatto d’argento. E io non reisco a non approfittarne. Voglio farla mia. Voglio farla urlare di picere. Voglio darle quello che vuole. Sarà sempre così. Sono natoper compiacerla.
e ora arrivera’ il bello, super anchq questa seconda parte di capitolo, brava cara sis sei sempre al top a dar vita ai pensieri del nostro beniamino XD buonanotte e un caro saluto alle amiche del blog
Grazie mille Ale! Un bacione!
Ormai è più di un anno che ci regali questa meraviglia, di parole ne sono state spese tantissime… Diciamo piuttosto che sono state spese tutte quelle positive per complimentarci con te tanto che non so più come esprimerti la mia gioia quando trovo i tuoi aggiornamenti 😀
Tutto quello che posso continuare a dirti è grazie di cuore per tutto 💞
Grazie a te e a tutte le altre 🙂 E’ vero…è già passato più di un anno! 😀
Oddio semplicemente meraviglioso…. Grazie!!!! Non vedo l’ora di leggere il continuo, sarà un tempo lunghissimo!!!
Grazie mille!!
Amo troppo questa coppia..sono gelosa del modo in cui christian ama ana..è un amore così profondo,viscerale..se uno dei due non c’è l’altro non riesce a vivere pienamente come invece farebbe qualsiasi essere umano.
Una persona sana di mente direbbe che è un rapporto morboso,malato ma io lo trovo stupendo! <3 una persona che ti venera così non la trovi dietro l'angolo 🙂
Mi sono sempre chiesta cosa sarebbe accaduto se fosse andata kate a fare l'intervista..se christian avesse notato ana alla festa di laurea..penso che se due persone siano destinate a stare insieme prima o poi le vite delle due persone si scontrano 😀
Il biglietto è stato carinissimo..ero proprio curiosa di leggerlo ^_^
Ora non vedo l'ora di leggere il seguito..bravissima anita..sarò ripetitiva ma è così..non ci deludi mai e quindi noi,non avendo altre parole da usare,dobbiamo usare sempre le stesse 😀
Grazie Cri! Il biglietto è stato un trauma…non sapevo da dove prendere…ma ho pensato a qualcosa che giustificasse la profonda ansia di Ana!
Cosa posso aggiungere che non sia stato già detto 😀
Stiamo per finire il Nero e non vedo l’ora di cominciare l’avventura anche del Rosso 😉
Lo so che sono ingorda 😛 ma come si fa a non esserlo con questa storia? Mi è entratta nel cuore e credo che non ne uscirà più 😀
Anche perchè grazie a lei ho incontrato le mie Sis <3 e voi Roomine 😉 con cui condividere i miei pensieri senza pensare ai pregiudizi che avvolgono questo tipo di libri.
Grazie Grazie Grazie Anita <3 Non so che altro dire per esprimerti la mia gratitudine 😀 Alla prossima <3 <3 <3
Grazie Mel! Devo dire che il Rosso sarà una bella sfida…ci sono continui flashback e me li devo organizzare ovviamente prima…sarà un lavoraccio, già lo so 😉
è fantastico Anita!!!!!! diventi sempre più brava.. ormai sono ripetitiva 🙂
Non vedo l’ora di leggere il seguito, e soprattutto il terzo libro che è il mio preferito 🙂
un bacione a tutte <3
grazie Lea! un bacio a te!
🙂 Ho appena letto il racconto e già lo vorrei rileggere per catturarne tutte le sfumature e stupendo il modo in cui racconti ogni particolare ogni emozione mi vengono i brividi …………. davvero non ci sono parole per esprimere quello che fai…..solo due…….. continua così 🙂
GRAZIE DI TUTTO
Grazie a te! Baci!
La nostra amata Ana vuole fare felice il suo Christian, regalandogli la sua sottomissione ed altro…. Tutto nel nome dell’amore incondizionato che li unisce, ormai.Tutto ciò che fanno è bello,se c’è consapevolezza e intesa. Che bel capitolo, Anita! Mi fanno sognare questi due loro amore travolgente!. Come sempre sai regalarci momenti meravigliosi in compagnia dei nostri amati personaggi. Aspetto il prossimo capitolo, che sarà bellissimo, per raccontarci le peripezie che faranno Ana e Christian nella stanza rossa. Un caro saluto a tutte le amiche,che, come dice Mellie, condividono tutte le nostre letture e i nostri pensieri senza pregiudizi di sorta. Qualsiasi interesse e passione di ognuno, deve essere rispettata.Non siete d’accordo?
Grazie Ida! E sì, concordo con te…qualsiasi interesse deve essere rispettato 😉
Belli i pensieri e le emozioni di C mentre scopre i regali. Quanto sono belli tutti e due e dolci: lei nervosa, lui incerto perché non riesce a capire quel nervosismo. Non so più che parole usare per non ripetermi, credo che sia inevitabile dire ancora una volta “brava, Anita” e grazie. ❤️❤️❤️
Grazie mille Andromaca! Un abbraccio!
Sei riuscita ancora una volta a far tremare di emozioni stupende e uniche il mio cuore…solo questo…GRAZIE….
Grazie mille Tina! E lo sai…per qualsiasi cosa, sai come contattarmi 😉
Oh,Anita,che bello! Non avrò mai abbastanza di loro due,la loro storia è L’AMORE che tutti i poeti descrivono e che tutti dovrebbero vivere!GRAZIE AL’INFINITO!
Grazie a te cara Alina! Un abbraccio!
Solo questo ANITA, GRAZIEEEE grazie grazie mille di tutto, condivido in tutto e per tutto quello che hanno già scritto le ns amiche. Un bacio grande grande e a presto 😘😘😘😘
Grazie a te! 😉
è tutto bellissimo…. Ma quando uscirà il 48° capitolo? Sono nuova e non so più o meno quando farete uscire il prossimo capitolo…
Benvenuta Maria Concetta 🙂 Ogni settimana trovi un aggiornamento il mercoledì a mezzanotte 😉 Sono contenta ti piaccia la fan fiction!
Grazie mille per mettere tutti i capitoli perche il libro è stupendo… Posso chiederti una cosa??? Ma per caso sai se al secondo film(50sfumature di nero) cambierà l attore che interpreta mr grey??? Spero di no perche altrimenti rovineranno la saga…..
Guarda, si vociferava…ma onestamente non credo…anzi, negli ultimi giorni ho letto da qualche parte che potrebber già iniziare le riprese del secondo film sempre con Jamie e Dakota 😉
Scusa se ti disturbo sempre ma quanti sono usciti i capitoli di”50sfumature di amnesia”? Semplice curiosità
🙂
Ciao, Maria Concetta, benvenuta in questo fantastico blog che è opera della nostra Anita. Per caso ho letto il tuo post e, anche se la domanda è rivolta ad Anita, ho pensato di risponderti dal momento che sono l’autrice di Cinquanta sfumature di un’amnesia. I capitoli pubblicati finora sono 32 e vengono postati una volta a settimana, la sera di giovedì o la notte tra giovedì e venerdì. Non so ancora quanti ne scriverò, posso dirti che sono più avanti della metà della storia. Ciao
Ha già detto tutto la nostra Andromaca 😉 E non preoccuparti di fare domande Maria Concetta! 😀
Grazie mille…
Aiutoooo sto morendo dalla voglia e dalla curiosità di leggere la terza parte…. Siamo solo a lunedì 🙁
Tranquille…il nuovo capitolo arriva, arriva 😉
Ti giuro che rendi le mie giornate migliori!!!
Grazie!!! 😀
nn vedo lora di leggere il nuovo capitolo nn so piu quante volte ho letto questo 🙁
ogni volta sono delle nuove emozioni;)
Care ragazze 🙂 Mi spiace ma stasera non riesco a pubblicare…il nuovo capitolo sarà postato entro venerdì…grazie per la pazienza 🙂 Baci!
Ok è ufficiale… sto morendo dalla curiosità 😉
Ma quando verrà pubblicato il prossimo capitolo? 🙂 questa attesa mi distrugge:/
E’ in fase di completamento 🙂 stasera intorno alla mezzanotte credo 😉 Benvenuta !