The Office – L'epifania di Rosalie (1 Outtake)
Pomeriggio tardi
Osservai il mio riflesso nello specchio, dando gli ultimi ritocchi al mio makeup e pensando alla serata che mi aspettava. Emmett e io saremmo andati a cena con il resto della famiglia e un paio di ospiti, a casa dei miei suoceri. Amavo la famiglia di mio marito quasi più della mia, ma c’erano di solito scintille, in un modo o in un altro, quando stavamo tutti insieme. Non c’era alcun modo di tenere così tante personalità diverse nella stessa stanza per un determinato lasso di tempo senza che accadesse qualcosa, e sapevo che quella sera le cose non sarebbero state diverse.
Il campanello suonò e udii Carrington urlare e capii che la nostra babysitter Vicki era arrivata. Mi chinai per allacciare la fibbia delle mie scarpe quando sentii le mani di Em sui miei fianchi e ridacchiai mentre lui mi attirava a sé.
“Emmett Ryan, noi NON abbiamo tempo per questo” sussurrai, adorando che il mio maritone mi stesse mostrando quanto mi volesse.
“Piccola, pensi davvero che io possa sorvolare su una vista del genere e non cercare di prenderne un pezzo tutto per me?”
MI girai verso di lui e mi infilai tra le sue braccia, desiderando di avere tempo per fare tutte le cose perverse a cui sapevo che entrambi stavamo pensando. Eravamo sposati da solo due anni, ma ero rimasta incinta per buona parte e ora avevamo una bambina. C’erano un sacco di motivo per cui avremmo dovuto perdere la scintilla, ma, ora più che mai, era lì tra di noi. Le sue mani enormi scivolarono lungo la mia schiena mentre tracciava una scia di baci fino a sussurrare nel mio orecchio. Sentii la pelle d’oca dove le sue labbra mi toccavano, i miei capezzoli si indurirono quasi dolorosamente e le mie mutandine quasi si infiammarono.Dannazione, perché la cena doveva essere proprio quella sera?
“Rose, in nessun modo riuscirò a sedermi a cena con la mia famiglia con te che sei fottutamente favolosa. Sai che tutto quello a cui riuscirò a pensare è a quanto voglio infilartelo dentro?
Sarebbe stato altrettanto difficile per me e realizzai che volevo sentire il sapore di mio marito in quel momenti, prima che fosse non disponibile per le seguenti cinque ore circa.Mi allontanai da lui per attraversare la nostra camera da letto, fermandomi per guardare fuori dalla finestra al giardino di sotto. Riuscii a scorgere Vicki che giocava con Carr nel box della sabbia e sapevo che non sarebbero rientrate presto in casa.
Mi voltai per guardare Emmett, leccandomi le labbra e guardandolo da sotto le ciglia. Era ancora in piedi accanto al mio tavolino personale quando si accorse della mia espressione e iniziò ad avvicinarsi a me. Lo incontrai a metà strada, prendendomi un attimo per spingerlo all’indietro sul nostro letto. Lui si mise seduto e si allungò verso di me mentre mi inginocchiavo davanti a lui e andavo in cerca della sua cintura, ma entrambi gelammo quando l’urlo acuto di Carringhton risuonò in casa.
“Mammina! Voglio la mia mammina!”
Ero già a metà della scala ancora prima che lei urlasse il mio nome per la seconda volta e mi precipitai a prenderla dalle braccia di Vicki.
“Orsacchiotta…cosìè successo, tesoruccio?”
La ispezionai freneticamente da ogni lato, ma non riuscii a vedere nulla che non andasse.
“Fuori lì c’era un lagno, mammina….un lagno grande” disse tra le lacrime sulla mia spalla.
Sentii il sollievo invadermi immediatamente, e udii Emmett ridacchiare piano mentre scendeva di sotto per raggiungerci. Ci avvolse entrambe tra le braccia, mormorando rassicurazioni alla nostra piccola bambina fino a che non smise di piangere. AL momento opportuno Vicki si offì di giocare al gioco preferito di Carr e lei scalciò per essere messa giù e correre nella sua cameretta. Sorrisi per ringraziare Vicki mentre lei la seguiva e mi voltai per infilare le braccia nella giacca che Emmett teneva per me. Lui mi lanciò un sorriso sghembo mentre i nostri occhi si incontravano nell’uscire fuori dalla porta. Nessuno di noi due ebbe bisogno di dire qualcosa, entrambi sapevamo che sarebbe stata una serata davvero molto lunga.
La cena
Il viaggio fino a casa di Carlisle e Esme fu breve, ma entrambi eravamo così frustrati che sembrò durare un’eternità. Finalmente arrivammo a casa e mi aiutò ad uscire dall’auto. Quando mi sollevai dal sedile, lui mi afferrò e mi spinse contro l’auto, facendomi venire le vertigini per il desiderio quasi instantaneamente. MI lasciai andare per un momento, ma dovetti forzare me stessa per scivolare dalla sua presa e dirigermi di fretta verso la casa. Ancora un minuto e saremmo finiti a scivolare nel bagno di sopra per una sveltina. IL pensiero di lui che mi prendeva in quel modo era eccitante. Quello di essere colti in fallo come dei teenagers da parte dei miei suoceri no…almeno non del tutto.
Carlisle aprì la porta proprio nell’attimo in cui io sopraggiunsi. Lo salutai abbracciandolo velocemente prima di sgattaiolare in bagno per essere sicura di essere presentabile. Niente più di una palpatina lungo il vialetto può rendere insicuri riguardo al proprio aspetto.
Entrai in cucina per trovare Emmett con un grosso sorrisetto sul viso, che cercava di rubare un enorme pezzo di pane sa uno dei vassoi sul bancone. Schiaffeggiai la sua mano per allontanarla, notando che Bennett aveva l’aspetto di chi sembrava avere le mutande piene di spine….di nuovo. Adoravo mio cognato ma a volte era così chiuso tanto da mandarci tutti fuori di testa. Come Chloe riuscisse a sopportarlo era al di là della mia immaginazione e sorrisi tra me e me ripensando al soprannome che aveva scelto per lui.
“Vuoi far venire un attacco a tua madre rovinando la cena che ha pianificato? Sii carino stasera, Emmett. Nessuna provocazione o scherzo ai danni di Chloe. Sai che sarà nervosa per tutta questa situazione. Dio solo sa se non ha già il suo bel da fare con questo qua” dissi, indicando Bennett.
Bennett assunse l’espressione di chi sta per avere un aneurisma e mi grido contro in risposta.
“Di cosa stai parlando? Io non le ho fatto un bel nulla”
La cosa interessante era che fosse più teso del solito quella sera e decisi di provocarlo un pò. Mi appoggiai all’indietro sul bancone, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio come se volessi sfidarlo.
“Oh, davvero Mr Stranamore? Vuoi sapere come ti chiama Chloe? Come ti chiamano tutti?”
Mi fermai per un attimo, assaporando la sensazione di aver colto Bennett alla sprovvista e chiedendomi come avrebbe reagito. Non riuscii ad evitare la comparsa di un sorrisetto sul mio viso quando sganciai la bomba su di lui.
“Irresistibile bastardo”
Emmett per pocò non si capovolse dalle risate, ma Bennett sembrava voler esplodere da un momento all’altro.
“Perché lo reputi così divertente?” urlò contro suo fratello, girandosi a lanciarmi un’occhiataccia. “E tu come fai a saperlo?”
“Jasper, il mio amico che abbiamo incontrato a pranzo la scorsa settimana? E’ fidanzato con Alice, un’amica di Chloe, quella che lavora per Gucci. Sembra che lei abbia iniziato a chiamarti così dal giorno in cui sei arrivato in azienda. Una ragazza bella e intelligente se vuoi il mio parere”
A quel punto Carlisle ed Esme si unirono alla conversazione e, se non l’avessi conosciuto così bene, avrei detto che Bennett fosse sul punto di perdere le staffe. Di norma era così calmo e controllato, mentre ora stava sospirando e passandosi di continuo la mano tra i capelli. Persino per reazione esagerata ad un piccolo scherzo e lo osservai attentamente mentre Carlisle lo chiamava da parte per parlargli in privato. C’era qualcosa di strano in Bennett e io avrei scoperto di cosa si trattava, fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto.
Il campanello suonò e Carlisle ed Esme andarono a vedere chi fosse mentre il resto di noi attendeva. Tutti salutammo Mike quando entrò e iniziammo a conversare mentre Carlisle si informava su quali drink portarci. Mike era un vecchio compagno di scuola di Bennett ed Esme aveva grandi speranze per lui e Chloe. Era carino e sembrava abbastanza dolce, ma mentre lo osservavo insieme a Bennett mi cadde in testa la proverbiale mela.
Senza neppure vederlo interagire ancora con Chloe quella sera, capii quale fosse il problema di Bennett: provava qualcosa per lei. Ma certo!
Era proprio come i ragazzini delle medie. Non sapendo come affrontare i suoi sentimenti, si comportava da stronzo con lei. Mi diedi mentalmente uno schiaffo. Come avevo potuto non accorgermene?
Sarebbe stato davvero interessante e avrei voluto parlarne con Emmett, anche se non ero preoccupata. Anche se non avrei perso di mira il mio bersaglio, avremmo avuto un sacco di tempo per parlarne più tardi.
Bennett si scusò, allontanandosi per un attimo, mentre il resto di noi continuò a chiacchierare sino a quando il campanello non suonò di nuovo. Mentre mi spostavo per salutare Chloe colsi lo sguardo di Emmett e gli gfeci un sorrisetto. Lui mi guardò confuso ma io mi limitavi a fargli l’occhiolino e muovendo un po’ di più i fianchi mentre gli camminavo davanti, ripensando a quello che mi aveva detto a casa.
Tra la mia epifania riguardo a Bennett e i miei piani per Emmett più tardi, di certo sarebbe stata una grandiosa serata.
Chloe era bellissima vestita con un abitino estivo dell’ultima collezione di Gucci e un adorabile paio di zeppe peep-toe che io stessa avevo adocchiato la scorsa settimana. Gli occhi di Mike per poco non saltarono fuori dalle orbite nel vederla, ma, seppure lei lo avesse notato, non diede a vedere di essersene accorta.
Bennett apparve sulle scale proprio quando Esme suggerì che saremmo dovuti uscire fuori per i cocktails e Chloe lo salutò educatamente. Non riuscii a sentire molto del loro scambio di battute, ma colsi uno sguardo tra di loro mentre mi giravo per raggiungere gli altri e vidi lei toccare la spalla di Bennett nel superarlo. Stava ridendo e lui invece sembrava molto più teso di quanto l’avessi mai visto.
Ahhhh….così non era solo da parte sua. La cosa sembrava davvero interessante.
Ci spostammo al tavolo poco dopo e fu lì che le cose divennero ancora più ovvie, almeno per me. Ero seduta accanto a Bennett, di fronte a Chloe, così che potei osservarli entrambi data la distanza ravvicinata. Non che la conversazione non scorresse fuida, perché era così, con Mike che si lanciava spesso in osservazioni o domande per Chloe. Ad un certo punto Mike le chiese del suo curriculum e quello che successe dopo mi diede l’esatta idea di quanto Bennett e Chloe fossero coinvolti l’uno con l’altra.
Mike fece un innocente ed educato commento per complimentarsi con Chloe sul suo percorso di studi alla Northwestern e io fui davvero divertita dal fatto che la risposta di Bennett non smorzasse la conversazione.
Ero l’unica con una mente perversa a quel tavolo?
“Sì, è assolutamente fantastico avere Miss Mills sotto di me. Porta sempre a termine il lavoro”
Mentre il resto della famiglia si lasciavano andare a ooh e ahh a quello che avevano percepito come un complimento, io feci del mio meglio per non permettere alla mia mascella di cadere sino a toccare il pavimento. Quel subdolo bastardo. Non le piaceva soltanto…scopavano!
Era una cosa folle. Chloe era lì per conoscere Mike e Bennett stava facendo del suo meglio per marcare il suo territorio, sebbene in un modo davvero furbo. A che gioco stavano giocando quei due?
Chloe continuò a chiacchierare e flirtare con Mike, ma ora che ero certa che qualcosa di subdolo stesse accadendo tra i due, non mi lasciai ingannare. Catturai un movimento con la coda dell’occhio e abbassai lo sguardo per vedere la mano di Bennett scivolare sotto la tovaglia. Quasi non credetti ai miei ovvhi quando, nell’attimo in cui la tovaglia si spostò, realizzai che la sua mano era ferma su di un piede. Un piede tra le sue gambe. Distolsi in fretta lo sguardo e ce la misi davvero tutta per ritrovare la mia compostezza e non sbraitare ad alta volce qualcosa tipo “Oh, voi mi state prendendo in giro davvero!”.
Quei due erano ridicoli, ma sapevo esattamente cosa fare e Mike mi diede il perfetto accordo senza neppure rendersene conto.
“Oh, a proposito di appuntamenti a pranzo, ti ricordi la mia amica Megan? L’hai incontrata il mese scorso a casa mia. Sui 25 anni, la mia stessa altezza, capelli biondi e occhi azzurri. Ad ogni modo, mi ha chiesto il tuo numero. Sei interessato?”
“Certo. Sai che preferisco le bionde, Rose. Potrebbe essere un interessante cambio di scenario”
Ecco che lo aveva rifatto, di nuovo.
Se gli sguardo avessero potuto uccidere, quello di Chloe avrebbe di certo inchiodato Bennett al pavimento. Sul tavolo discese il silenzio e Chloe si alzò in fretta scusandosi.Dopo alcuni attimi di rimprovero da parte dei suoi familiari, Bennett si alzò riluttante per salire a scusarsi con lei. Udimmo i suoi passi pesanti e arrabbiati in casa prima che Esme suggerisse che era giunta l’ora del caffè e del dolce tutti concordammo grati.
Il tavolo fu sparecchiato, con i ragazzi che parlavano di sport sotto al patio. Io rimasi in cucina con Esme, per aiutarla a rimetter ein ordine, sperando che tirasse fuori l’argomento Bennett e Chloe, ma lei neppure li nominò. Parlammo di niente in particolare, preparando il caffè e impiattando una bellissima torta aveva fatto lei stessa. Fu solo quando stavamo per tornare in giardino che Esme si accorse che non aveva preparato i tovaglioli. Si scusò e mi chiese di salire al terzo piano per pernderli. Mi chiesi solo dopo se lei sapesse quello che avrei trovato, ma in quel momento le dissi semplicemente che l’avrei raggiunta fuori e salii di sopra.
Feci gli scalini di fretta, per non far aspettare nessuno. Distrattamente pensai a quando sarei andata a casa con mio marito e sperai che avremmo finito in fretta quel dessert. Avevo appena messo la mano sul corrimano della seconda rampa di scale quando realizzai due cose simultaneamente: né Chloe e né Bennett era tornati di sotto e avevo sentito uno strano tintinnio provenire da qualche parte di sopra. Non avevo idea di cosa potesse essere e ascoltai più attentamente mentre salivo piano, ma riuscii più a captarlo. Tuttavia quello che udii dopo non lasciò spazio alla confusione. Erano ovviamente dei gemiti soffocati quelli che provenivano dal bagno in cima alle scale. Mi ci volle un attimo per capire quello che stesse accadendo. Avevo quasi raggiunto il pianerottolo ma mi fermai mentre i miei pensieri erano confusi e frenetici.
Incredibile!…Stavano…Oh, il tuo culo è DAVVERO mio, Bennett!”
Rimasi in attesa, pianificando quello che avrei dovuto dire quando avrebbero aperto la porta., figurandomi le loro facce quando mi avessero visto, sghignazzando piano nell’immaginare a loro che pensavano di dire qualcosa, qualsiasi cosa in loro difesa. Feci un sorrisetto al pensiero di cosa avrebbero fatto nel realizzare che non avevano nulla da dire. Sarebbe stato epico e volevo ricordarmi ogni attimo di tutta quella scena.
Scese nuovamente il silenzio e mi affrettai a fare gli utlimi scalini per raggiungere il pianerottolo e aspettare fuori dalla porta del bagno. Li sentii attraversare la stanza, incrociai le braccia e inizia a picchiettare impaziente il mio piede a terra. La porta si aprì e Bennett e Chloe si fermarono di colpo quando mi scorsero, entrambi con il fiato sospeso. Lanciai ad ognuno di loro il mio sguardo più glaciale prima che un sorriso pericoloso mi si affacciasse sul volto.
“Penso che noi tre dobbiamo parlare”
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Il POV di Rose riprende da quando si separa da Bennett, come descritto nel capitolo dal quale è estratto.
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Lasciai Bennett da solo, tornando in fretta al patio. Sentii lo sguardo di Emmett addosso non appena superai la soglia e lo guardai scorgendo la sua espressione preoccupata. Gli sorrisi debolmente, le labbra strette, scuotendo appena la testa e distolsi lo sguardo. Naturalmente aveva capito che qualcosa non andava. Ero ancora arrabbiata e non riuscivo a fingere con lui. Dovevo darmi un contegno o tutti avrebbero capito che era successo qualcosa di sopra.
Fui entusiasta del fatto che Chloe avesse deciso di andare via dal momento che ero certa che nessuno di noi volesse fingere che tutto andasse bene per più tempo del dovuto. Doveva essersi scusata dicendo di non sentirsi bene perché sia Esme che Mike erano preoccupati per lei. Mormorò i saluti mentre lui la accompagnava alla sua auto, lanciandomi solo un veloce sguardo nel passare. Dovevo ammettere che si era guadagnata dei punti non cercando di sorridermi, perchè in nessun modo avrei potuto ricambiare.
Bennett si alzò subito dopo di loro, ma lo fermai afferrandolo per un braccio e attirandolo a me con rabbia.
“Solo perché ho acconsentito di non parlarne con nessuno non vuol dire che non mi aspetti che tu risolva tutto, più prima che poi. E’ una situazione che non può andare avanti e solo tu puoi rimettere a posto le cose”
Lui mi fissò per un lungo istante, allargando le narici prima di annuire un’unica volta.
“Dimmi che rimetterai a posto tutto”
Le sue spalle crollarono e si strinse l’attaccatura del naso con le dita.
“Lo farò, Rose. Mi occuperò della situazione” mormorò.
“Non costringermi a forzare la mano, Bennett. Non mi piace tenere le cose nascoste a mio marito e non farò da custode ai tuoi piccoli sporchi segreti”
Annuì un’altra volta prima si sparire dentro casa. Mi tenni impegnata aiutando Esme a ripulire, evitando gli sguardi di Em mentre sparecchiavamo il tavolo e lavavamo i piatti. Fortunatamente nessuno fece commenti sulle nostre sparizioni separate e il resto della serata, seppure breve, passò senza altri incidenti. Bennett andò via proprio prima di noi, seppure non riuscii a capire come fosse riuscito a rimanere così tanto. I suoi genitori sembravano beatamente all’oscuro di tutto, ma io passai il resto del tempo a guardare ovunque tranne che verso di lui, mentre Emmett cercava di penetrarmi con lo sguardo.
Finalmente demmo la buonanotte ad Esme e Carlisle e raggiungemmo la nostra auto, senza parlare. Emmett scelse la strada più lunga mentre io cercavo di calmarmi. Con la mano tremante tirai fuori il mio cellulare dalla borsa. Schiacciai il bottone delle chiamate rapide e ascoltai una serie di squilli prima di udire la voce della segreteria interrompere i miei pensieri. Non credevo che sarei riuscita a parlare con Bennett per un po’, ma potevo comunque lasciargli un messaggio. Parlai il più pacatamente possibile, ma non c’erano dubbi sul tono della mia voce.
“Davvero non riesco a crederti e ancora di più non riesco a credere a quello che è accaduto. Ricordati quello che ti ho detto e non sottovalutarmi, Bennett. Farai meglio e rimettere in ordine tutto questo casino ora”
Chiusi il mio telefono con forzae lo gettai di nuovo nella mia borsa, appoggiandomi all’indietro per guardare le luci fuori dal finestrino. Era stato davvero troppo per una tranquilla cena di famiglia.
“Che succede tra te e mio fratello? Ha qualcosa a che fare con…”
Emmett mi guardò scrutando il mio viso, aspettando che rispondessi.
“Em, no.Io…io non posso parlarne, ok? E’ solo.. Dio sono così arrabbiata che potrei uccidere qualcuno” urlai agitando i pugni in aria per la frustrazione.
“Ehy, ehy, piccola…andrà tutto bene” disse, allungandosi per prendermi una mano. “Non sarà così tremendo, Ro. NOn dobbiamo parlarne per forza, ma odio fottutamente il fatto di vederti in questo stato per qualsiasi cosa sia. Credo di sapere a cosa ti riferisci e me ne occuperò io….te lo prometto”
Era tardi e l’auto era immersa nel buio ad eccezione delle luci sul pannello di controllo. Alzai lo sguardo su Em, guardandolo mentre era concentrato sulla guida. Mi guardò anche lui, soffiandomi un bacio prima di tornare ad osservare la strada. Quell’uomo era mio, il mio uomo straordinariamente intelligente, dolce, carino, protettivo e fottutamente sexy. Mi sentii la donna più fortunata del mondo.
“Lo so, Em…grazie per avermelo ricordato. Mi dispiace, piccolo. Ti amo così tanto” dissi, sentendo il principio di una lacrima.
Non era la mia vita ad essere un casino, ma quella di qualcun’altro. Di due persone in particolare, in quel momento, e non avevo intenzione di spendere ancora un secondo a pensare a Bennett e Chloe in quel momento.
“Ti amo anch’io, Ro. E’ solo che non mi piace vedere la mia mammina scombussolata”
Sollevò la mia mano portandosela alle labbra, depositando un lungo e soffice bacio sulle mie nocche. Mi guardò e il suo sguardo fu così intenso anche se stava sorridendo, mostrandomi le sue fossette.
“Sai che non voglio vederti stringere i pugni, a meno che tu non li stia stringendo per afferrarti alle lenzuola, piccola”
Cercai di sembrare scioccata, ma lui mi conosceva davvero bene. Non riuscii ad evitare di pensare all’ultima volta che tutto quello era successo e la scintilla che avevo provato prima si riaccese. Gli sorrisi di rimando, sogghignando nel realizzare cosa volevo succedesse in quel momento. Eravamo abbastanza vicini a casa, ma non ero pronta per tornarci.
Grazie a Dio era tardi e non avevamo incontrato nessun’altro paio di fari durante le ultime miglia.
“Tesoro, puoi far partire il mio mix di canzoni, per favore? Ho voglia di ascoltare qualche canzone per il resto del viaggio”
“Awww… non vorrai farmi ascoltare Beyoncé, vero?”
Emmett sapeva che adoravo il suo ultimo album e lo ascoltavo a ripetizione.Ma dal momento che di solito non viaggiavamo insieme in auto, non aveva ascoltato il mio ultimo mix di canzoni.Sorrisi, immaginando la sua reazione quando fosse partito.
“Sai che non lo farei mai, Em. Premi soltanto quel piccolo bottone, omone, e assicurati che il volume sia alto” miagolai, sapendo esattamente quello che sarebbe venuto fuori dalle casse.
Lui alzò gli occhi al cielo, sorridendo, ma fece quello che gli avevo chiesto. Sapevo che credeva stessi fingendo e che era in attesa di ‘Single ladies’. NOn riuscivo a sorprenderlo spesso e la situazione mi stava davvero divertendo.
‘I wanna li-li-li-lick you from your
head to your toes and I wanna move from
the bed down to the down to the to the flo’
Then I wanna, ahh ahh – you make it
so good I don’t wanna leave But I gotta
kn-kn-kn-know what-what’s your fan-tatasy’
La voce di Ludacris venne fuori dalle casse e le dita di Em si bloccarono sul pulsante di accensione.
“Non è quello che ti aspettavi?”
Feci scorrere la lingua sul labbro superiore, una mossa certa già di per sé, ma aggiunta alla canzone che stavamo ascoltando avrebbe funzionato ancora meglio. Emmett aprì la bocca, i suoi occhi fissi sulla mia esi spostò dalla carreggiata al lato della strada completamente deserta prima che il verso successivo fosse ancora partito.
“Cosa c’è, tesoro….il gatto ti ha mangiato la lingua?”
Feci scivolare un’unghia lunga dentro la mia bocca, per poi picchiettarcela sorpa mentre lo guardavo.
“Vedi qualcosa che vuoi?
Lui si lanciò su di me, ma ero già fuori dalla portiera correndo verso il grosso albero accanto al quale c’eravamo fermati. Avevo creduto di avere qualche possibilità, ma i miei piedi furono in aria in un battito di ciglia.
“Non hai davvero pensato di andare da qualche parte, vero?”
Mi mise giù, voltandomi tra le sue braccia prima di alzarmi di nuovo trasportandomi a grandi passi verso l’auto. Mi trasportò come se non pesassi nulla, dirigendosi verso il cofano. Mi mise seduta sul bagagliaio, sollevandomi la gonna e spalancandomi le gambe con un unico movimento fluido. Amavo quando Em mi dominava in quel modo, facendo esattamente quello che che voleva, sapendo che era esattamente quello che volevo io. Fece serpeggiare le sue mani lungo i miei fianchi e agguantò le mie mutandine, assumendo l’espressione di chi ha tutta l’intenzione di strapparle.
“Emmett Ryan, se osi strappare queste mutandine porterò velocemente il mio culo dritto in macchina e le tue palle potranno anche diventare blu”
“Allora toglile ORA, Rosalie, o non sarò responsabile di quello che accadrà. Ad ogni modo non tornerai in quell’auto” disse in tono che non ammetteva repliche.
Oooh, il mio uomo grosso e duro aveva intenzione di farmi venire ancora prima di iniziare.
Mi spinsi forte contro le sue spalle, avvicinandomi fino a rimanere sul paraurti. Era abbastanza vicino da riuscire a sentire il suo respiro caldo sul mio petto mentre spalancavo le gambe, provocandolo, e iniziavo a far scivolare le mie mani lentamente sotto la gonna fino all’apice delle cosce.Feci scorrere il mio indice lungo le mie mutandine, battendolo piano sul mio sesso.
“Qui, tesoro? E’ questa che stai cercando di prenderti?”
“Rose” grugnì lui. “..cosa ti ho appena detto?”
“Oh, ho sentito quello che hai detto. Solo non penso che…
Ma prima che le mie labbra potessero iniziare a formare la prossima parola, le mie mutandine erano volate via e io mi trovai distesa sulla schiena, con la faccia di Em seppellita dentro di me, gemendo senza più fiato. Ero ancora bagnata dal nostro piccolo gioco e il modo in cui mi leccava mi fece diventare ancora più scivolosa. Cercai di trattenere la sua testa con le mani, ma lui le inchiodò all’auto, succhiandomi il clitoride forte e veloce. Urlai mentre mi spingevo ancora di più contro di lui, la sua lingua ele sue labbra mi stavano facendo impazzire. Doveva essersi sbottonato i pantaloni ad un certo punto, perché la cosa che sentii subito dopo fu lui che si tirava su e mi sbatteva il suo uccello dentro, spingendo una delle mie gambe sulla sua spalla. L’altra gamba si avvinghiò automaticamente al suo fianco, il mio tacco a spillo scivolò contro il suo sedere, spingendolo ancora più forte contro di me.
I nostri suoni riecheggiarono nella notte: eravamo impossibilmente rumorosi, incapaci di fermarci. Non c’era nessuno nell’altra camera, nessun vicino nei confronti del quale provare imbarazzo il giorno seguente, solo noi due e null’altro. Non ci saremmo fermati per niente al mondo giunti a quel punto.
“Sì…proprio così tesoro. Sai come mi piace, non è vero?”
Gettai al testa all’indietro, gemendo e inarcandomi contro di lui mentre mi afferrava violentemente i seni da sopra la mia camicetta, spiongendo dentro di me ancora e ancora.
“Guardami, piccola” disse, infilando la mano tra i miei capelli e spingendomi su. “”Questo è quello a cui ho pensato per tutto il tempo mentre eravamo dai miei genitori, guardandoti dall’altro lato del tavolo, così fottutamente sexy. Non riuscivo più ad aspettare per affondare persino le palle dentro di te”
Colmò la distanza tra le nostre bocche, catturando le mie labbra tra le sue e spingendovi in mezzo la lingua violentemente per succhiare la mia. Lasciò andare le mie mani abbastanza a lungo da lasciarmi iniziare a sbottonare la mia camicia, ma mi si gelò il sangue nelle vene quando notai una luce lungo la strada. Un attimo dopo udii il rumore ancora distante di un motore.
“Em, fermati…sta arrivadno una macchina”
Lui si tirò fuori da me e si allontanò mentre si aggiustava i pantaloni e la camicia, nascondendomi, allo stesso tempo, dalla vista di chiunque. Scivolai giù subito dopo di lui, aggiustandomi la gonna e passandomi le dita tra i capelli. La macchina era probabilmente ancora a mezzo miglio da noi quando lui agganciò le braccia attorno al suo corpo, tenendomi stretta. Quando sbirciai da sopra la sua spalla, il mio cuore mi finì nello stomaco. Era un’auto della polizia e stava rallentando per accostare. Oh, era davvero fenomenale.
“Questo non sta succedendo davvero!”
Nascosi il viso contro il suo petto, provando orrore per tutta quella strana serata, senza riuscire a credere di essere stata scoperta a scopare mio marito nel bel mezzo del nulla. IL mezzo si fermò ad un paio di metri da noi e un agente di polizia ne discese. Chiamò a gran voce, colmando la distanza che ci separava, accendendo la grossa torcia e illuminando la strada davanti a sé mentre camminava.
“Buonasera. E’ un po’ tardi per fermarsi al lato della strada, no?”
“Abitiamo a poche miglia da qui e ci siamo soltanto fermari per parlare alcuni minuti prima di tornare a casa e mandare via la babysitter”
“Huh. Vi siete fermati per parlare? Posso vedere la sua patente e il libretto, signore?”
Emmett annuì, strofinando il mio braccio mentre si allontanava per raggiungere il lato passeggeri. Restai in piedi a disagio, guardando l’agente abbastanza a lungo da vedere che mi osservava scetticamente mentre aspettavamo il ritorno di Emmett. Se solo un cratere si fosse aperto sotto di noi, avrei potuto nascondermi da tutta quella umiliazione, ma sembrava un’opzione altamente improbabile.
Emmett allungò i documenti all’agente e fece un passo indietro, mettendomi il braccio attorno al corpo di nuovo. Forse avrebbe solamente controllato le informazioni e sarebbe andato via, e allora avremmo potuto tornare ai nostri affari. Mentre stavo lì in piedi ad aspettare, seccata ogni secondo di più, lui alzò lo sguardo su Emmett.
“Emmett Ryan? Lo stesso Ryan che lanciò quel passaggio da 20 yarde che ci fece vincere nel ’96?”
“Sì, amico, sono io. Andavamo a scuola insieme?”
“No, signore. Ero una matricola al St.Anselm’s, ma non dimenticherò mai quella partita.Non avevo mai visto un Ave Maria (NdT. passaggio dell’ultimo secondo che porta la squadra a una vittoria quasi impensabile) e lei gli ha fatto il culo. Mi perdoni, signora ”
Lo guardai, cercando di fare del mio meglio per non farmi cadere la mascella a terra ed annuii.Si ricordava di Em dalle scuole superiori? Quante sarebbero potute essere le probabilità?
“Sì, è stata una grande partita, e credo che non riuscirò mai a dimenticare…”
Oh, diavolo no. Non avevo nessuna intenzione di starmene sul. ciglio della strada a parlare di vecchi ricordi di football mentre le mie mutandine erano nella tasca di mio marito e la babysitter era già quasi per strada. Apprezzai davvero il legame che probabilmente ci aveva evitato una multa o un richiamo, ma bastava così. Era chiedermi troppo per quella sera.
“Agente, mi dispiace interrompervi, ma non mi sento molto bene. Le sarei grata se potesse lasciarci andare in modo che Emmett possa prendersi cura di me” dissi piano, rendendo i miei occhi il più grande possibile. “Quando prima ci siamo fermati mi sentivo bene, ma ora ho un po’ di malessere. Se è tutto apposto, le dispiacerebbe?”
Sentii Emmett sussultare accanto a me e feci scivolare la mano lungo la sua cintura e poi giù per pizzicargli il sedere, senza cambiare l’espressione sul mio viso.
“Uh, certo…naturalmente signora. Mi dispiace per qualsiasi inconveniente, volevo solo assicurarmi che fosse tutto a posto” disse, rendendo ad Em la patente e il libretto. ” Si prenda cura di sua moglie, Mr Ryan, io mi rimetto in strada”
SI allungò per stringergli la mano, annuendo velocemente verso di me, prima di tornare alla sua auto. Emmett mi guidò attorno all’auto con la sua mano poggiata sulla mia schiena, la sua risata rischiò di scoppiare mentre mi teneva aperta la portiera.
“Oh, mi prenderò cura di te per bene” disse con un sorriso.
Sorrisi anch’io mentre scivolavo sul mio sedile, proprio quando l’agente lo chiamò. Lui rimase dov’era, allungando le braccia contro l’auto mentre lui rispondeca, snocciolando diversi aneddoti di football mentre io realizzavo che la sua cerniera era proprio al livello giusto. La raggiunsi e lentamente la abbassai.
“Non prima che io mi prenda cura di te, piccolo” dissi piano, agguantandolo per farlo scivolare nella mia bocca.
Dovetti concedergli credito: sussultò leggermente quando realizzò quello che stavo facendo, ma non perse un colpo. Avrei riso se la mia bocca non fosse stata così piena del suo cazzo. Lui urlò un ‘buonanotte’ finale e udii l’auto della polizia fare inversione ad u per tornare in città. Le mani di Em furono tra i miei capelli pochi secondi più tardi e io mi allungai per raggiungere il suo sedere e spingerlo più forte contro di me. Mugolai contro la sua erezione mentre raggiungeva la base della mia gola, assaggiando il suo succo salato e succhiando avidamente. Avremmo davvero dovuto essere già a casa a quest’ora, ma volevo davvero succhiarglielo da prima quando eravamo a casa e non potevo lasciarlo andare fino a quando non fosse venuto.
“Cazzo piccola…cosa mi stai facendo? Dannazione, mi stai succhiando così bene” urlò e capii che era vicino.
Lo presi di nuovo per intero, agganciando la mia mano attorno alla base e con un lungo gemito esplose nella mia bocca. Continuai a succhiare, ingoiando tutto quello che mi dava e non mi fermai fino a quando non si svuotò del tutto. Lo feci scivolare tutto fuori dalla mia bocca, rimettendoglielo nei pantaloni e richiudendo la cerniera. Si abbassò per prendermi con le mie braccia, stringendomi forte alla luce della luna.
“Gesù, Ro. E’ stato fottutamente stupendo. Se potessi, direi a qualsiasi uomo quello che mi fai. Sei così bella, sei una moglie e una madre splendida e mi fai venire ogni volta come se fosse la prima volta”
“Tesoro!”
“Non ti dico mai abbastanza queste cose. Non riesco a credere che ti ho tutta per me: sono l’uomo più fortunato della tgerra e sarei perso senza di te, piccola”
Lui si allungò per premere le mie labbra sulle mie delicatamente, trattenendomi il viso tra le mani. Lo baciai mentre il mio cuore si gonfiava per le sue parole e la mia mente le ripeteva ancora e ancora…..il mio uomo.
Mi staccai da lui, guardandolo negli occhi e perdendomi nell’amore che vi i trovai. In quel momento fui più che pronta a tornare a casa.
“Portami a casa, Em. Ho ancora quel disturbo di cui voglio che mi occupi e credo sia peggiorato negli ultimi minuti. Voglio che mi spogli e mi dica tutto di nuovo. Pensi di poterlo fare?”
“Piccola, sai che posso fare quello e molto di più. Metti quel culo favoloso in auto” disse, riscaldandomi con le sue mani e instaurando una linea diretta con il mio cuore, facendomi venire i brividi nei punti giusti.
Arrivammo a casa a tempo di record e immediatamente dopo che Vicki se ne fu andata, Em mantenne fede alla mia promessa ancora e ancora, per tutta la notte. Dio, amavo la mia vita.
Bello e divertente questo Pov. Certo che questi Ryan sono dei vulcani in fatto di sesso. Anche Emmet è uno strappa mutandine. La reazione di Rose mi è sembrata esagerata. Bennett è stato fin troppo signore nei suoi confronti. Avrebbe potuto mandarla a quel paese per tutto quanto. Ma sappiamo che le regole sono molto rigide e, quindi, Bennett accetta di buon grado i suoi ammonimenti. Questa storia mi manda letteralmente in estasi. Bravissima, Anita. Ciao, al prossimo pov.
Grazie mille Ida 🙂 in effetti a trovarlo un Ryan!
Accidenti 🙂 Emmett e Rosalie sono decisamente molto più pazzi di Bennett e Chloe 🙂
Sono morta dal ridere all’arrivo del poliziotto 🙂
Grazie Anita per averci fatto conoscere questa storia fantastica <3
Ma grazie a voi!
immaginavo che l’altro strappamutande di cui parlavi fosse Emmett…appero’ questi Ryan che sex bomb, fortunate Chloe e Rose, cmq l ho odiata veramente quando li ha beccati gia’ nell’effettivo racconto , figuriamoci in questo outtake, Cmq bello bello e il primo e’ andato XD baci baci
Ahhahaahah!! Rosalie è una simpatica impicciona!
Bello! Forti questi due! Grazie, Anita.
Grazie cara!
Quando Rosalie ha capito che tra Bennett e Chloe c era qualcosa ho iniziato a ridere,quando lei è stata l’unica a capire la battuta di Bennett a tavola e dice che le stava cadendo la mascella,ho riso come una pazza,ah ah! 🙂
Molto carino questo outtake!
Perfida Rosalie 😉
Già… È davvero tremenda!
ahahahah sono proprio dei pazzi..se la giocano con bennett e chloe..che fortuna che ha rosalie..un uomo che ama,una bambina e una famiglia fantastica 🙂 carinissimo questo outtakes
grazie Anita per il lavoro che fai <3