Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 66 (terza parte)
Dopo un’altra stressante giornata di lavoro, io e mia moglie ci stiamo preparando per la cena di beneficenza organizzata per questa sera. Ana entra nella cabina armadio, con addosso un fantastico corpetto rosso, abbinato a un perizoma striminzito. Non posso fare a meno di seguirla con lo sguardo mentre mi oltrepassa senza dire una parola e si dirige verso i suoi abiti. Scosta decisa alcune stampelle e afferra un magnifico abito rosso, lungo, che sono certo le starà d’incanto. Mi annodo il papillon, mentre sento, dietro di me, il fruscio della seta. Mia moglie mi sta tenendo il broncio. Non avrebbe voluto prendere parte a questa cena e non posso biasimarla sapendo quanto di solito sono noiosi questi eventi. Ma ho tentato di farle capire che abbiamo degli obblighi sociali a cui non possiamo sottrarci. Lo ha capito. Ma non per questo è stata meno scontrosa.
Quando mi volto di nuovo verso di lei, sta armeggiando con la lampo nascosta dell’abito, dietro la schiena, ferma a metà e intenzionata a non salire. Mi avvicino e la afferro al suo posto, forzandola leggermente per farla chiudere del tutto. Lei mi lancia un’occhiata dallo specchio e io l’attiro a me, stringendola contro il mio corpo e baciandole il collo dopo aver scostato il ricciolo finemente acconciato da Franco, che le ricade dallo chignon spettinato e tirato all’altro lato del collo.
«Sei bellissima, Anastasia» le sussurro contro la pelle.
Si lascia andare ad un mugolio e non si sottrae alla mia presa. L’arrabbiatura le sta decisamente passando. Decido di giocarmi la mia carta vincente.
«So che non era la serata che avevi in mente e sai benissimo che per me è lo stesso» mormoro, continuando a strofinare la punta del naso contro il suo collo teso, inalando a fondo il suo profumo. «Ma ti prometto che farò in modo che ne valga la pena» aggiungo, guardandola con occhi infuocati dal desiderio.
«Che intendi?» sussurra con la voce strozzata e gli occhi spalancati.
«Che più sarà noiosa questa serata e più ci divertiremo questa notte» sussurro, dandole un ultimo bacio e allontanandomi per infilarmi l’orologio che ho lasciato sul cassettone.
La sento prendere fiato e con la coda dell’occhio la sbircio mentre si sventola il viso con una mano. Le guance sono deliziosamente arrossate, quasi del colore del suo abito. Mi volto del tutto, osservandola mentre si sistema l’abito e i capelli. E’ sempre stata bella, ad essere completamente sincero. Me ne sono accorto immediatamente, quel primo giorno, anche sotto quegli strati di stoffa a buon mercato e quei capelli legati alla rinfusa. E’ sempre stata un angelo. Ma questa sera è semplicemente…radiosa. Anche con il broncio. La sua pelle è luminosa, risplende quasi. Il suo corpo fasciato dalla seta rossa è così pieno, rigoglioso. Nulla a che vedere con le donne scheletriche con cui mi sono accompagnato in tutti questi anni. Lei è totalmente diversa e solo ora riesco a vedere chiaramente con gli occhi quello che il mio subconscio ha capito sin dal primo istante. E’ perfetta. E’ la luce che mi attrae inesorabilmente. Ana intercetta il mio sguardo.
«Mi stai fissando, Mr Grey?» chiede, all’improvviso maliziosa.
Le lancio un mezzo sorriso.
«Sì. E conosco quello sguardo» le dico, rimanendo con le mani poggiate sul cassettone e le gambe incrociate.
«Quale sguardo?» chiede innocentemente, mordicchiandosi il labbro inferiore rosso come l’abito.
Il mio pene si tende dolorosamente sotto la stoffa. Non riesco a resistere a quel gesto carico di carnalità.
«Non morderti il labbro, Mrs Grey» sussurro, raggiungendola in due falcate e stringendola contro di me. «Non mi va di fare tardi e non ti scoperò ora»
«Non sbavarmi il rossetto» borbotta quando mi avvicino alle sue labbra.
Ridacchio, cambiando direzione e dedicando attenzione al suo collo.
«Come preferisci, Mrs Grey. Ma sappi che quando torniamo a casa farò molto, molto più che sbavarti il rossetto» le dico in un soffio, prendendola per mano poi e trascinandola fuori dalla cabina armadio.
Ana si ferma giusto un attimo per recuperare la borsetta dorata, coordinata al paio di scarpe che indossa e alla collana sobria ma splendente. Come previsto la nostra serata si svolge nel più noioso dei modi.Incontriamo un sacco di possibili investitori e in molti, devo ammettere con una punta di fastidio, restano impressionati da mia moglie. Non mi sfuggono gli sguardi di un paio di loro quando sentono che è lei che dirige la Sip ora. E, purtroppo, non sfuggono neppure ad Anastasia. Il suo umore cola a picco e al quarto bicchiere di champagne sono costretto ad intervenire, fermandole il polso prima che possa trangugiarlo.
«Forse non dovresti berlo» le dico, sollevando un sopracciglio.
«Forse non avresti dovuto portarmi se non volevi che bevessi champagne» ribatte acida.
«Ana…» dico, ma prima che possa aggiungere altro si divincola dalla mia presa e butta giù lo champagne in un solo sorso.
Stringo la mascella e la guardo con disapprovazione.
«Non so cosa ti prende questa sera, Mrs Grey. Ma ti avverto che mi prudono le mani» sibilo, chinandomi contro il suo orecchio come se le stessi sussurrando qualcosa di dolce.
La sento trattenere il respiro e la vedo arrossire di colpo.
«Intendi sculacciarmi ad una festa di beneficenza?» sussurra, ansimando.
«Intendo che mi godrò ancora un po’ questa festa perché devo parlare con alcuni possibili investitori. Tra circa tre quarti d’ora, dopo che avrò convinto Mr Bentely a sganciare dai 2 ai 3 milioni di dollari per il nostro nuovo progetto mentre tu te ne starai buona e tranquilla al mio fianco senza toccare altro champagne, saluteremo chiunque si metta sulla nostra strada e saliremo sulla nostra auto. E da quel momento in poi sarai mia»
Ana viene scossa da un brivido. La guardo soddisfatto mentre le offro il braccio che lei accetta senza proferire parola. Faccio esattamente quello che le ho detto e tre quarti d’ora dopo siamo in auto, diretti verso l’Escala. La attiro accanto a me, prendendole la mano e baciandole le nocche delicate. Poi mi chino verso il suo orecchio e le mordicchio il lobo, mentre lei sgrana gli occhi e guarda in direzione di Taylor e Sawyer, seduti sui sedili anteriori del Suv.
«Rilassati, Ana» le mormoro contro l’orecchio, allungando la lingua sino a sfiorarglielo.
Espira di colpo e noto con soddisfazione il suo seno sollevarsi e abbassarsi freneticamente.
«Shh…pochi minuti ancora e saremo a casa. Ma sei stata una bambina molto cattiva stasera. E te la farò pagare» le annuncio lascivo.
I suoi occhi si fiondano nei miei e vi leggo un tumulto di emozioni. Panico. E poi subito dopo desiderio. Amore. La mano che le sto stringendo stringe di rimando la mia e io ne approfitto per poggiarla delicatamente e con noncuranza sul mio grembo. Proprio sulla mia erezione d’acciaio. La sento sussultare, ma non sposta le dita quando la lascio libera. Anzi. Le muove delicatamente, incollando gli occhi ai miei. Fortunatamente l’auto accosta proprio davanti all’Escala e io e Anastasia scendiamo. In ascensore siamo soli e non appena si chiudono le porte la inchiodo alla parete. I polsi sono stretti nella mia morsa, inchiodati sulla sua testa e io mi spingo contro di lei per farle sentire la mia erezione mentre le esploro la bocca. Quando mi stacco da lei, Ana ansima e mi guarda per poi scoppiare a ridere. La fisso confuso e…un po’ offeso.
«Che…?» chiedo, senza allontanarmi.
«Al diavolo le scartoffie!» dice tra le risate e mi contagia immediatamente.
Mi chino su di lei, affondando la testa nel suo collo e inalando il suo profumo mentre lei si abbandona ad una risata genuina.
«Sei tremenda, Mrs Grey» le dico, appropriandomi di nuovo delle sue labbra.
«O forse sei tu che sei ripetitivo, Mr Grey» mi dice con un sorrisetto di sfida quando mi stacco da lei.
L’ascensore arriva al nostro piano e ne usciamo tenendoci per mano. Oltrepassiamo Taylor che ci tiene la porta aperta e Ana fa per dirigersi direttamente in camera da letto. La fermo davanti alle scale che conducono al piano superiore.
«A proposito di ripetersi» le dico, facendo un cenno del capo verso le scale.
Ana trattiene il respiro.
«Non scherzavi quando hai detto che ti prudevano le mani» sussurra.
«No, affatto» le dico, prendendole la mano e baciandogliela. «Non andremo di sopra, stasera. Ci andrò solo per recuperare qualcosa che potrà tornarci utile» le dico, facendole l’occhiolino. Poi mi chino accanto al suo orecchio. «Quando torno voglio trovarti completamente nuda, distesa al centro del nostro letto» le dico e poi la lascio in piedi, da sola, sparendo su per le scale.
Entro in fretta nella Stanza dei giochi e recupero quello che mi serve per portare a termine i progetti che ho per mia moglie. In fondo domani parto per New York e tornerò soltanto nella mattinata di venerdì. Devo fare il pieno. Recupero in fretta delle fascette stringi cavo, la benda per gli occhi e le sfere d’argento. Con questo piccolo ma efficace armamentario mi avvio verso la nostra camera da letto. Quando entro, la trovo distesa esattamente come le ho chiesto. Nuda, al centro del letto, illuminata solo dalla luce soffusa dell’abat jour. Non smetto per un attimo di fissarla mentre mi sfilo lentamente, ma con forza, il papillon. Lo lascio cadere a terra e poi mi spoglio del tutto, senza distogliere lo sguardo dal suo. Prendo gli oggetto che ho poggiato sul cassettone e li lascio cadere sul letto. Quando si accorge di cosa ho portato con me, sgrana gli occhi con desiderio. Poggio un ginocchio sul letto, in mezzo alle sue gambe, e lentamente mi chino su di lei, prendendole un capezzolo in bocca e succhiando piano. Con la mano saggio la consistenza piena del suo seno, mugolando di puro piacere. Ana fa lo stesso, inarcando i fianchi sotto di me. La mia bocca scivola dal seno all’ombelico, circondandolo con la lingua, e poi al suo monte di Venere. La bacio delicatamente, tenendo gli occhi nei suoi, che mi fissa estasiata. Quando arrivo al suo sesso la trovo praticamente zuppa. La assaggio con la lingua, ma non perdo tempo. Mi sollevo e afferro le fascette stringi cavo.
«Mettiti seduta» le ordino, sollevandomi e tornando in piedi.
Esegue immediatamente.
«Allunga le mani giunte davanti a te»
Obbedisce e gliele intrappolo con una fascetta. Poi apro il comodino, estraendo una forbice e mostrandogliela.
«Posso tagliarla quando vuoi, Anastasia» le dico.
Lei mi guarda e annuisce.
«Ora, mia cara, ti infilerò dentro quelle sfere d’argento che ti piacciono tanto. E poi ti metterò sulle mie ginocchia. Apri le gambe» le ordino.
Anastasia ansima e quel suono mi spedisce una scarica di desiderio dritta al mio uccello che già pulsa violentemente. Mi inginocchio davanti a lei e prendo le sfere d’argento, strofinandole sul suo sesso aperto e lubrificandole con i suoi umori. Poi le infilo piano dentro di lei, sentendo il suo sesso serrarsi. Ana lancia un gemito e io mi chino a baciarle il clitoride. Poi mi alzo e le porgo la mano. Quando si mette in piedi stringe le cosce l’una contro l’altra. Prendo il suo posto sul letto e prima che possa dire qualcosa la tiro sulle mie ginocchia, bloccandole le gambe con una delle mie. Le accarezzo il sedere esposto e bellissimo. Poi le assesto la prima sculacciata.
«Ah!» esclama, colta di sorpresa, mugolando poi per il piacere.
«Ti piace, Anastasia?» chiedo, ansimando.
Il mio uccello sfiora deciso il suo ventre, godendo per l’attrito tra le nostre pelli nude.
«Sì» risponde in un sussurro affannoso.
«Bene»
Le assesto un altro colpo, sull’altra natica, ansimando e gemendo quando il suo culo si tinge di rosso. Il terzo colpo lo calibro in modo che arrivi leggermente più in basso, colpendo il suo sesso. Anastasia si contorce e io le intimo di stare ferma. Continuo a colpirla, ripetutamente, dandole tutto il piacere che posso e quando si lascia andare all’orgasmo mi fermo, sfilandole di colpo le sfere dal sesso e prolungando il suo piacere. Quando finalmente riprende a respirare regolarmente, l’aiuto a sollevarsi in piedi e taglio la fascetta che le stringe i polsi. Ana guarda i lievi segni rossi che le ho lasciato sulla pelle e sorride. Glieli accarezzo e poi la bacio.
«Ti senti meglio, piccola?» chiedo, accarezzandole il volto con il pollice.
«Decisamente» sussurra, strofinando il naso contro il mio e premendosi contro di me.
«Bene, perché non ho ancora finito con te» mormoro, appropriandomi di nuovo della sua bocca e riportandola sul letto.
Le accarezzo i seni e risalgo lungo le sue braccia, inchiodandole i polsi sul materasso, porpiro sopra la sua testa. Alzo lo sguardo, osservando i suoi occhi velati mentre mi posiziono contro la sua apertura e mi immergo dentro di lei. Il calore che mi avvolge è straordinario, accompagnato dal gemito do puro piacere che Ana si lascia sfuggire dalle labbra.
«Ti. Amo. Così. Tanto. Anastasia Grey» scandisco al ritmo dei colpi che le infliggo.
«Oh, Christian!» urla mentre viene ancora una volta.
Quel suono, come sempre, mi eccita a dismisura. Godo anch’io, inondando il sesso di mia moglie con il mio seme e assorbendo le sue urla.
Ragazze, so che è cortissimo, ma ho avuto problemi con la corrente elettrica dovuti ad un improvviso temporale. Meno male che abbiamo evitato i fulmini e non ci sono state conseguenze gravi. Domani sera posterò l’ultima parte di questo capitolo infinito. Buonanotte!
Anita non preoccuparti..anzi guarda se per te è più comodo scrivere piccoli pezzi ogni giorno andrebbe bene lo stesso😁😁ormai è una droga!
A domani per l’ultima parte😘❤
Grazie per nn averci lasciato a bocca asciutta, aspettando domani 😉
Non importa aspetteremo con ansia domani. Sempre belli i tuoi capitoli…….. Ma questa settimana che fine ha fatto Grazihele?
Grazieeeeeee lo stesso e non vedo l’ora di arrivare a domani sera sei grande Anita 😚😚😚😚😚
Non ci deludi mai! Sei la migliore! !!!! 😉
Grazie sei semplicemente divina ogni settimana aspetto con ansia e non mi deludi mai sono felice di sapere che domani ci sarà un altro capitolo così tira via la tristezza del lunedì sei meglio della Nutella 😉
E noi saremo qui,non credere! 😊
P.S.
Non è la lunghezza che conta ma l’intensità! Grazie 😊
Wow….suspances
Oh Anita .. va benissimo così, fidati!! .. cucinaci pure a fuoco lento, fai di noi quello che vuoi 😀
Questo tipo di tortura mi piace .. e non poco !! mamma mia che emozioni .. da tachicardia 🙂
Fantastica come sempre … e ricordati cara che.. non devi mai scusarti di nulla, anzi, siamo noi che dobbiamo dire grazie a te !! <3
Bellooo.. piccoli brani tutti i giorni… non devi assolutamente scusarti di ciò!! Grazie come sempre Anita <3
Bellissimo, come sempre 😍!
Non devi scusarti di niente Anita, tanto meno delle condizioni climatiche ( spero niente di grave). Non vedo l’ora di leggere il seguito.
Fa lo stesso Anita anche poco tutti i giorni… a noi va bene tutto!!!
Non scusarti, sei sempre bravissima, capitoli lunghi o corti 🙂
Non ci lasci mai a bocca asciutta nonostante gli inprevisti … Grazie x questo 💋💋💋
Meraviglioso <3