Dublin Street – Capitolo 4
Andai al lavoro di buonumore quella mattina. Le ore in ufficio passarono quasi senza accorgermene e iniziai sentire una strana malinconia solo verso le quattro del pomeriggio. E il motivo, mio malgrado, era il fatto di dover andare a prendere Holly in aeroporto.
La mia biondissima, altissima fidanzata Holly.
La mia biondissima, altissima fidanzata che non fece altro che ciarlare per tutto il tempo che ci volle fino al mio appartamento.
<<Sai, Braden, ho visto un vestito stupendo oggi>> disse quando entrammo in casa.
La sua voce stridula mi stava entrando in testa. Dovevo fermarla in qualche modo. Chiusi la porta e la attirai a me. In fondo avevamo un accordo. Tanto valeva onorarlo.
<<Che ne dici di togliere questo che hai addosso?>> dissi, inarcando un sopracciglio.
Holly mi sorrise maliziosa. Mi strinse le braccia al collo e mi lasciò abbassare la zip del suo abito. Le sue labbra mi scivolarono sul collo, poi risalirono per sfiorare le mie. Le sue mani scorsero su di me. Mi eccitai, certo. Ma c’era qualcosa di nettamente stonato in tutta quella situazione. Le sfilai l’abito e la spinsi contro la spalliera del divano. Mi misi dietro di lei, tirando fuori un preservativo dalla tasca, e la penetrai con forza. Holly gemette, inarcando la schiena. Chiusi gli occhi e mi vergognai di me stesso. Perché ero eccitato, certo. Ma stavo pensando ad un’altra bionda, con i capelli meno chiari, le gambe decisamente meno lunghe e più curve del dovuto.
Stavo immaginando Jocelyn Butler. Tutta nuda.
Quella sera, dopo la cena di lavoro alla quale Holly mi accompagnò, Adam mi propose di andare a bere un drink con Ellie e i suoi amici. Chiamai mia sorella, che fu ben lieta di acconsentire. Come sempre, quando Adam era presente. Non serviva a nulla ripeterle che fosse un donnaiolo. Ellie aveva perso la testa, ma non ero ancora sicuro di Adam. Lei chiesi di portare Jocelyn con lei e promise che avrebbe tentato di convincerla. Il suo tono, tuttavia, non era allegro come al solito.
Io e Holly arrivammo al locale prima di tutti. Pochi minuti dopo ci raggiunse Adam. Poi Ellie, Jenna ed Ed. E anche Jocelyn.
Indossava un abito di Ellie, ma a differenza sua lo riempiva alla perfezione. Els sorrise affabile a tutti tranne che ad Holly. Non la sopportava. Le feci una smorfia e lei, non vista da nessuno, mi fece la linguaccia e si chinò a baciarmi la guancia.
«Ragazzi, vi presento la mia nuova coinquilina, Jocelyn.» disse, rivolta a tutti. Poi si volto verso la ragazza che la seguiva e che sembrava essere molto a disagio. «Jocelyn, loro sono Jenna e Ed» le disse, con un tono che mi fece capire che per tutto il tragitto le aveva parlato di chi avrebbe incontrato quella sera. «Adam e Braden li hai già conosciuti» aggiunse, raggiungendo con lo sguardo Holly. La sua espressione mutò di nuovo in un cortese fastidio. «E lei è Holly, la ragazza di Braden.»
Jocelyn fissò per un attimo Holly. La differenza tra loro due era evidentissima. Holly era alta, i capelli biondo platino, gli occhi azzurri, le labbra piene e delle gambe mozzafiato che portava, per mia fortuna, quasi sempre scoperte. Jocelyn era bassa, tutta curve, con quegli occhi grigi penetranti e quell’espressione tra l’annoiato e l’imperturbabile. Salutò tutti ed evitò accuratamente di guardarmi. Io, invece, non riuscii a fare a meno di seguirla con lo sguardo fino a quando non si accomodò accanto a Jenna mentre Ellie si allontanava per prendere da bere.
«Allora, ti stai ambientando bene, Jocelyn?» le chiese Adam, osservandola dall’altra parte del tavolo.
Lei gli sorrise con riconoscenza, per averla tolta dall’imbarazzo del silenzio in cui era caduta. Ma sapevo che la domanda di Adam era tutt’altro che innocente. Stava facendo quello che ero andato a fare io quel giorno nell’appartamento di mia sorella. O meglio, quello che avevo tentato di fare prima di scoprire chi avevo davanti.
«Sì, grazie. E chiamami pure Joss» disse.
Odiavo quel nomignolo da maschiaccio.
«Quindi tu e Ellie andate d’accordo?» continuò lui.
Jocelyn lo fissò per un attimo, incuriosita.
«D’accordissimo. Ellie è eccezionale» disse poi.
Adam le sorrise, rilassandosi.
«Mi fa molto piacere. Allora, Ellie mi ha detto che stai scrivendo un libro, giusto?»
«Oddio» si inserì Holly. «Te l’ho detto, tesoro, che la mia amica Cheri è riuscita a farsi pubblicare?» chiese, rivolgendosi a me.
Scossi il capo e mi voltai a guardare Jocelyn. Mi stava guardando anche lei, ma distolse immediatamente lo sguardo, spostandolo su Holly e fingendo spudoratamente interesse.
«Cheri è la mia migliore amica, non qui, a casa mia» spiegò lei a tutti, mentre Ellie tornava con i drink, sedendosi sul divanetto accanto a Jocelyn. «Scrive i libri più belli del mondo» precisò con entusiasmo.
«Di cosa parlano?» domandò Ed.
Jenna e Els si scambiarono un’occhiata e Jocelyn le fissò incuriosita. Quando incrociai lo sguardo di mia sorella strinsi gli occhi in un segnale di avvertimento che però lei ignorò.
«Oh, sono incredibili. Parlano di una ragazza dell’ospizio dei poveri che si innamora di un tale che è un uomo d’affari ma ha ancora un vecchio titolo nobiliare inglese, tipo conte o qualcosa del genere. Ah, una storia così romantica. E il suo stile è davvero incredibile. Lei è incredibile.» replicò Holly, con un tono che diede fastidio persino a me.
«Allora è un romanzo storico?» chiese Ed.
«No.» balbettò Holly, scuotendo il capo.
Sul tavolo calò il silenzio e io stesso dovetti sforzarmi per reprimere una risata.
«Holly» le spiegai «gli ospizi dei poveri non esistono più. Sei sicura che non sia un romanzo storico?» chiesi mellifluo.
«Be’, Cheri non ha detto che lo fosse.» insistette lei.
«Allora hai sicuramente ragione tu» rispose Adam in un tono di finta cortesia che ingannò solo Holly.
Ad Ellie scappò da ridere e si portò il bicchiere alle labbra. Jocelyn l’aiutò nella farsa. La guardai con un sorriso divertito, ma lei, ancora una volta, evitò i miei occhi. La cosa mi dava alquanto sui nervi.
«Jenna, quando hai detto che hai la prima prova dell’abito?» domandò mia sorella alla sua amica quando, alla fine, riuscì a riprendersi.
«Oh, manca una vita. Ormai ho il divieto di entrare in casa di mia madre perché continuo ad aprire il suo armadio per contemplarlo»
«Ma dài?» chiese Jocelyn divertita. «Quand’è il matrimonio?»
«Tra cinque mesi»
Questa volta fu Ed a rispondere, sorridendo dolcemente alla sua ragazza. C’ero passato anch’io. E in cuor mio sperai che quel poveretto non dovesse mai trovarsi nella situazione in cui mi ero trovato io qualche anno fa. Guardai Holly. Quel matrimonio fallito era il motivo per cui mi circondavo di ragazze come lei.
I miei occhi furono attratti di nuovo da Jocelyn. Anche lei stava guardando Ed e anche lei sembava appena aver ingoiato un boccone amaro. Cosa nascondeva quella ragazza?
Ellie lanciò un urletto esaltato, riportandoci entrambi al presente.
«Dovreste vedere il vestito di Jenna. Stiamo…» iniziò, ma la voce di Holly,che quella sera mi sembrava così stridula, la interruppe di nuovo.
«Ah, tesoro. Te l’ho detto che Lisa si sposa a ottobre? Io gliel’ho spiegato che è un periodo dell’anno terribile per un matrimonio, ma lei è proprio convinta di volersi sposare in autunno. Non ti sembra una follia? A ogni modo, la location è un castello pieno di spifferi in un posto che si chiama Oban, quindi dovremo trovarci una sistemazione.»
«Il castello di Barcaldine» annuii. «È un bel posto.»
«D’estate forse, ma non a ottobre» precisò lei.
Quella volta e tutte le altre volte che interruppe la conversazione per spostarla su di lei, sulle sue amiche e sui suoi amici, persino io la trovai fastidiosa. Quello che mi incuriosì, invece, fu la reazione di Jocelyn. La guardava con quello che poteva quasi essere definito fastidio. Potevo capire la reazione dei nostri amici, dal momento che conoscevano Holly da qualche mese. Ma lei la vedeva per la prima volta quella sera. O Ellie le aveva fatto il lavaggio del cervello, o quella era una reazione al fatto che Holly fosse la mia ragazza.
Interessante.
Ad un tratto si alzò, allontanandosi dal tavolo con la scusa di andare a prendere da bere per tutti. Cercai di trattenermi, ma Jocelyn era come il richiamo di una sirena. Mi scusai con i ragazzi e mi offrii di darle una mano a portare i drink. Els mi scoccò un’occhiata maliziosa che ignorai. Ma sentii anche l’occhiata di Holly dietro la schiena.
Mi allontanai in fretta e raggiunsi Jocelyn, trovandola appoggiata al bancone. Mi avvicinai, forse troppo. Ma mi sentii improvvisamente a mio agio.
«Quindi… sei una scrittrice?» chiesi, per rompere il ghiaccio.
Volevo sapere di più di lei. Volevo sapere tutto di lei.
I suoi occhi grigi si sollevarono, piantandosi nei miei. Sorrise piano e io la guardai ancora più avido di sapere.
«Ci sto provando.» disse con una smorfia.
«E cosa scrivi?» domandai.
Il suo volto si rabbuiò per un istante.
«Fantasy.» disse in fretta.
Sollevai le sopracciglia, guardandola con rinnovato interesse. Mi aspettavo qualcosa tipo romanzi rosa.
«E come mai?» domandai.
Il barman poggiò i drink sul bancone e disse il prezzo, ma prima che lei potesse tirare fuori il portafogli dalla borsetta, avevo già pagato.
«Faccio io» insistette.
Liquidai la sua offerta con un cenno della mano.
«Quindi?» la incalzai.
Jocelyn sospirò esasperata.
«Perché nei fantasy la realtà non ha alcun potere. È la mia immaginazione a controllare tutto.»
La vidi pentirsi di quelle parole quasi subito. Ma per me, invece, erano state una vera rivelazione. Ora sapevo che aveva passato l’inferno. Non sapevo ancora di cosa si trattasse, ma l’aveva segnata profondamente. Ci guardammo, senza bisogno di spiegazioni. Alla fine annuii.
«Capisco, è un qualcosa che attrae» sussurrai alla fine.
«Già.» replicò lei, distogliendo lo sguardo dal mio.
Sentii che si stava chiudendo, ma non ero ancora pronto a condividerla di nuovo con gli altri.
«Sono contento che tu e Ellie andiate d’accordo.» le dissi, cambiando argomento e tornando su un territorio più semplice da affrontare.
La sua espressione tornò quella di sempre.
«Sei molto protettivo nei suoi confronti, vero?» disse con aria di supponenza.
«A dir poco» confermai, facendole l’occhiolino.
«Come mai? Sembra molto più forte di quanto credi» disse, tracciando un disegno immaginario sul bancone.
Aggrottai la fronte, riflettendo sulle sue parole. Sapevo che aveva ragione, ma Ellie di recente era stata presa di mira da un figlio di puttana per colpa mia. L’aveva sedotta e illusa solo per arrivare a scoprire i miei affari. Avevo il dovere di proteggerla dal mondo.
«Non si tratta della sua forza. Forse sono il suo aspetto o il suo modo di parlare a far credere alla gente che sia fragile, ma io so che non è così. Non conosco nessun altro in grado di incassare brutti colpi e di rimettersi in piedi meglio di Ellie. No, non si tratta di questo. Io voglio fare in modo che non debba trovarsi a incassare alcun brutto colpo. La sua bontà le si ritorce contro, e l’ho vista soffrire troppe volte a causa di persone che dicevano di tenere a lei» dissi piano.
«Sì, capisco. Ellie è un libro aperto.» concordò lei.
«A differenza di te.» ribattei, poggiandomi al bancone e tornando a concentrarmi su di lei.
«Cosa vuoi dire?» chiese, arretrando leggermente.
La scrutai, facendo quasi inconsapevolmente un passo avanti.
«So quello che Ellie mi ha raccontato di te. E poi c’è il modo in cui ti comporti con me. Cerchi sempre di non lasciar trapelare nulla.» sussurrai.
«Anche tu. Non so niente di concreto su di te» rispose, sulla difensiva.
«Non sono poi così difficile da conoscere.» le dissi con un sorrisetto. «Ma tu… Credo che tu abbia trasformato elusione e autocontrollo in una forma d’arte» la analizzai.
Jocelyn alzò gli occhi al cielo.
«Credi che lanciarti uno strofinaccio sia un esempio del mio enorme autocontrollo?» disse sorridendo.
Scoppiai a ridere, rivivendo la scena nella mia testa.
«D’accordo.» dissi, scrutandola di nuovo.
Dio, era davvero bella. Era stupenda in quell’abito scuro che esaltava la sua carnagione, i suoi occhi magnetici.
«Sei bellissima, stasera» sussurrai quasi senza rendermene conto.
Le sue spalle si irrigidirono, ma lo scintillio nei suoi occhi mi disse che il mio complimento era andato a segno. Fece un sorrisetto.
«Anche la tua ragazza» replicò, guardandomi soddisfatta.
Feci un profondo sospiro. Holly. Me l’ero scordata di nuovo. E questo voleva dire solo una cosa. Dovevo chiudere quell’accordo il prima possibile.
Afferrai dei bicchieri dal bancone, con l’intento di aiutarla a portarli nella saletta.
«Non c’era nessun sottinteso, Jocelyn. Era solo un complimento» le sussurrai.
Mentivo, ovviamente. E lo sapevamo entrambi.
«Ah, sì? E tu ti rivolgi a tutte nello stesso modo in cui ti rivolgi a me?» chiese piccata.
«E quale sarebbe questo modo?»
«Come se mi avessi vista nuda.»
Non riuscii ad evitare di sorridere e guardarla maliziosamente.
«No. Ma c’è da dire che non ho visto nude tutte le ragazze con cui parlo.» sussurrai, chinandomi verso di lei con fare complice.
Sbuffò, scuotendo il capo.
«Sai cosa voglio dire.» disse.
Mi chinai ancora di più, raggiungendo il suo orecchio.
«Mi piace la reazione che riesco a scatenare in te» sussurrai compiaciuto, sentendola fremere.
Di colpo indietreggiò, allontanandosi da me.
«Dacci un taglio. Sei il fratello di Ellie e probabilmente dovremo vederci spesso, per cui preferirei se non cercassi di mettermi a disagio.» sbottò.
Aggrottai la fronte, scrutandola.
«Non voglio che tu ti senta a disagio.» dissi.
Feci un profondo sospiro, annuendo per rassicurarla.
«Bene. Senti, mi dispiace. Vorrei che noi due andassimo d’accordo. Mi piaci. Piaci a Ellie. E mi piacerebbe che diventassimo amici. D’ora in poi la smetterò di flirtare con te, e ce la metterò davvero tutta per dimenticare come sei senza niente addosso.»
Poggiai di nuovo i bicchieri sul bancone e le tesi la mano, guardandola come un bimbo. Jocelyn mi fissò sospettosa. Poi scosse la testa e sorrise piano, stringendomi la mano. Una scossa elettrica si propagò lungo il mio braccio non appena la sua pelle sfiorò la mia. Entrambi abbassammo lo sguardo sulle nostre mani unite. Poi i nostri occhi si incontrarono e fu come se mi colpisse in pieno un fulmine. Eravamo talmente vicini che riuscivo a sentire il profumo del suo shampoo, di lei. Riuscivo a desiderarla in modo così intenso. Dovevo necessariamente chiudere l’accordo con Holly. Dovevo avere Jocelyn.
Inconsciamente strinsi la presa sulla sua mano. Mi bastò un’occhiata alle sue pupille diventate quasi nere per capire che mi stava desiderando con la stessa intensità.
«Bene» mormorai, scrutandola come un predatore. Mi chinai di nuovo in avanti, fino quasi a raggiungere le sue labbra. «Posso farcela. Se tu riesci a fingere, allora posso fingere anch’io» sussurrai.
Jocelyn ritrasse la mano di scatto, infuriata, afferrando i bicchierini. La imitai, con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra. Quando si voltò mi fissò con un ghigno strano.
«Non sto fingendo.» sussurrò, incamminandosi impettita.
La seguii, trattenendo una risatina e osservandole spudoratamente il lato B. Che non avevo ancora visto nudo, ma che immaginavo fosse sorprendente come il lato A. Raggiunto il nostro tavolo, mi accomodai accanto a Holly, che guardò prima me e poi Jocelyn. Le feci un sorrisetto, porgendole il suo drink con indifferenza. E feci lo stesso con Adam, che però mi fissò con palese divertimento.
Quando il mio sguardo si spostò su Jocelyn la sorpresi a guardarmi. Le feci un sorriso beffardo e soddisfatto, appoggiandomi allo schienale del divanetto e lasciando scivolare apposta il braccio dietro la schiena di Holly. Lei mi sorrise affabile e il fastidio che lessi negli occhi della coinquilina di Ellie prima che distogliesse lo sguardo dal mio mi fece gonfiare il petto.
Sentii la mano di Holly poggiarsi sulla mia gamba.
«Tesoro, stavo giusto dicendo a Ellie di quel vestito di Gucci che ho visto su Internet. Pensavo che potresti accompagnarmi a Glasgow a provarlo. Ti piacerà. Saranno soldi ben spesi» cinguettò, sbattendo le ciglia.
Feci un sorriso, sena replicare. Faceva parte dell’accordo. Lei era la mia accompagnatrice e io le facevo regali costosi. Ellie lo sapeva e non le andava a genio. Mi lanciò uno sguardo di disapprovazione, che non mi fece né caldo e né freddo. Quello che però mi colpì fu lo sguardo disgustato con cui Jocelyn scrutò Holly. Quest’ultima dal canto suo aveva dovuto notare qualcosa quella sera, perché la prese di mira.
«Allora, Josh , com’è che puoi permetterti di vivere in quell’appartamento meraviglioso con Ellie?» chiese, calcando intenzionalmente sul nome sbagliato con cui le si era rivolta.
Lei spalancò gli occhi, palesemente a disagio. Arricciai le labbra, divertito.
«A dire il vero, mi chiamo Joss» precisò.
Holly si strinse nelle spalle on indifferenza, sorridendo in maniera falsa. Quando Jocelyn non accennò a continuare, insistette.
«Quindi?»
Vidi Jocelyn stringere le dita attorno al bicchiere.
«I miei genitori.» replicò in fretta, bevendo un sorso del suo drink e voltandosi verso Jenna.
<<Quindi lavori…>>
ma non riuscì a terminare la sua domanda, perché Holly la interruppe ancora.
«Cosa vuoi dire con “i tuoi genitori”?» chiese.
Gli occhi di Jocelyn si strinsero, riducendosi a due fessure. Ma fu la reazione di Ellie a colpirmi. Si raddrizzò sul divanetto, guardando Holly con autentico odio, per poi voltarsi verso la sua coinquilina come se volesse farle scudo con il suo corpo. Fu in quel momento che mi resi conto di tre cose.
Ellie voleva già bene a Jocelyn.
Jocelyn si portava dietro un fardello troppo grande per una ragazza come lei.
Io volevo conoscere tutto di Jocelyn e aiutarla a portare quello e tutti gli altri fardelli della sua vita.
«I soldi sono loro» mormorò.
«Ah.» replicò seccamente Holly, arricciando il suo nasino rifatto. «Ti fai ancora mantenere da loro? Alla tua età?»
Piegai la testa di lato, aspettandomi di vedere da un momento all’altro i capelli biondissimi di Holly annacquati con l’alcol contenuto nel bicchiere di Jocelyn. Invece, con mia somma sorpresa, lei bevve il suo drink, rivolgendo alla mia fidanzata un sorrisetto d’avvertimento. Ma Holly era troppo incosciente per darle retta.
«Quindi ti pagano tutto loro? Non ti senti in colpa?» chiese, smorfiosa.
Vidi Jocelyn trasalire per un attimo. E in quel momento odiai Holly. Giuro che la odiai. Quell’accordo sarebbe finito quella sera stessa.
Jocelyn sollevò il mento, guardando Holly dritta negli occhi.
«È con i tuoi soldi che ti sei comprata quelle Louboutin… o con quelli di Braden?» chiese diretta.
Colpita. E affondata.
Mi ritrovai a gioire silenziosamente, mentre la mia fidanzata veniva umiliata pubblicamente. Non che non se la fosse cercata. Mia sorella per poco non soffocò per le risate. Jocelyn le diede una pacca sulla spalla, aiutandola a mascherare l’attacco di ilarità, poi riprese a parlare con Jenna come se nulla fosse successo. Holly si scusò subito dopo, alzandosi per andare in bagno.
Restai comodamente seduto sul divanetto, osservandola parlare, ridere, fare smorfie. Era davvero bellissima. E la desideravo davvero con tutto me stesso. Quando Ellie si alzò per andare a prendere l’ultimo giro di drink, la accompagnai.
<<La tua ragazza ha perso il suo spirito>> mi prese in giro mentre aspettavamo di essere serviti.
Le scoccai un’occhiata di avvertimento.
<<Cosa è successo ai genitori di Jocelyn?>> chiesi, fingendo disinteresse.
Ellie si rabbuiò di colpo.
<<Sono morti. Non mi ha raccontato nulla, ha detto che non ne parla mai>>sussurrò.
In quel momento odiai Holly ancora di più. Annuii e pagai ai drink, aiutando Ellie a portarli nella saletta.
Quando uscimmo dal locale, quella notte, ci salutammo tutti cordialmente. Volutamente aspettai che fossero tutti andati via prima di fermare un altro taxi. Tenni la portiera aperta per Holly e aspettai che si accomodasse. Poi, invece di entrare, mi appoggiai alla vettura, sporgendomi all’interno della cabina.
<<Il nostro accordo finisce questa sera, Holly. Fai un buon ritorno a casa>> sussurrai.
Allungai una manciata di banconote all’autista, mentre lei mi fissava a bocca aperta. Recitai l’indirizzo di casa di Holly e chiusi la portiera, lasciandola allontanare.
Mi sentii immediatamente proiettato verso un nuovo obiettivo.
Jocelyn Butler.
Anita wooow! Veramente questa storia mi intriga. Holly , cosa sarebbe una escort? Cmq molto , oca e antipatica, mi è piaciuto come la lascia. Jocelyn, è un mistero e penso che abbia sofferto , ed è attratta da Braden. Vedremo, come evolve la storia…come sempre, sei troppo brava. Baci 😛 😀 ♥
Ahahah !!!😆Un fenomeno a darle il benservito così . Non me la ricordavo più Holly, forse l’avevo rimossa ‘giustamente’ niente da dire sei sempre più brava .
😍😍😍
Joss è il mio nuovo mito 🔝🔝🔝
Veramente una bellissima storia , si sta facendo interessante mi piace . GRAZIE LORY
Mi piace comincia ad itrigarmi molto bello ,grazie lory
HOLLY quanto e odiosa pure il nome è odioso sono contenta ke JOSS ce andata pesante e a quanto pare BRADEN è della mia stessa opinione.
BRADEN a messo fine il loro accordo beh nn so di ke si tratta ma gli ha dato il ben servito e questo mi fa piacere.
BEH KE DIRE IN PRIMIS COMPLIMENTI E POI GRAZIE RIEMPI SEMPRE IL MIO CUORE CN EMOZIONI BELLISSIME
AL PROSSIMO CAP CN BRADEN IO CM SEMPRE CI SARÒ
Certo che il libro mi è piaciuto ma dal punto di vista di Braden è ancora meglio! Bravissima Anita come sempre. Grazie per questo bel buongiorno 😚
Il primo passo è compiuto… ciao ciao Holly 😀
Mi sta intrigrando sempre più … conoscere quello che passa per la testa di Branden è il massimo.
E ora inizia il bello 😉
Grazie Anita ♡♡♡
Ma che bello!! quanta elettricità nell’aria!! Tu sei bravissima, come al solito…. sto adorando questa storia, di cui non ho mai letto l’originale…..
😂😂Bel modo di mandare a quel paese le persone nn ho ancora cpt ke accordo avessero Holly è branden ma penso ke sia una escort? Sn ansiosa di vedere cm inizia il rapporto cn la sua nuova conquista grazie Anita 😚
Vai braden così si fa!!ora ci aspetteranno proprio i fuochi d’artificio da braden e joss..e anche “sei bellissima stasera” è diventata una droga!bravissima anita❤
Complimenti è una bellissima storia! Intriga parecchio e non vedo l’ora di leggere il seguito
Grazie di questi fantastici capitoli … ora Braden è libero di conquistare Joss