London Road – Capitolo 7
Becca mi aveva rimproverato con lo sguardo per tutto il tempo, fino all’arrivo al ristorante elegante in cui eravamo andati a cena. Non era il mio abbigliamento a darle sui nervi, non del tutto almeno. Sapeva benissimo che era quello il mio modo di essere, che le facesse piacere o meno. Piuttosto, a infastidirla era stata la scoperta che il mio nuovo appartamento fosse sotto quello di Jo.
Corrugai la fronte quando l’oggetto dei miei pensieri si materializzò all’ingresso insieme con il suo fidanzato. Johanna Walker era bellissima e sapeva di esserlo. I suoi capelli biondo fragola erano lucenti e mettevano in risalto i suoi occhi verde smeraldo. Quando Malcolm le tolse il cappotto e lei sfoggiò un abito verde che le metteva in risalto quel corpo da urlo. Mi ritrovai con un’erezione a guinness in meno di due secondi e fu dura – davvero dura! – nasconderla.
Quando la coppia si accomodò di fronte a noi, la tensione scese sul tavolo. Non so se gli altri ne fossero consapevoli, ma immaginai di sì. Becca e Malcolm iniziarono a parlare, coinvolgendo a tratti anche me e Jo per quanto fu possibile. Non sapevo quale fosse il suo problema, il mio era il fatto di trovarmela di fronte dopo aver subito gli insulti e gli scherzi di Nate e Peetie e dopo aver realizzato, una volta rimasto solo, che la donna che popolava da settimane i miei sogni erotici contro la mia volontà non solo lavorava con me, ma abitava a una rampa di scale dal mio appartamento.
Jo era sembrata più agitata del dovuto al pensiero che fossi io il suo nuovo vicino di casa. Un’agitazione che probabilmente scaturiva dagli stessi sentimenti che davano origine ai miei. O almeno così continuavo a raccontarmi dopo aver scoperto che non era solo bella fuori, ma anche una sorella premurosa.
«Il tuo vestito è stupendo, Jo. Malcolm ha proprio buon gusto, vero?» osservò Becca.
Jo la fissò perplessa per un momento, ma io sapevo che la sua era solo acidità repressa. Stava cercando di sottolineare il fatto che fosse Malcolm a provvedere a Jo. Eppure lei, pur percependo l’ostilità, sorrise cordiale.
«Anche il tuo è stupendo.» disse piano.
E a differenza di Becca, capii che era sincera.
«Anche le tue scarpe sono carine» continuò Becca. «Le stavo guardando quando sei arrivata.».
Irritato, sbuffai platealmente, posando la forchetta. Trattenni un sorrisetto perché sapevo che avrei fatto irritare Becca.
«Malcolm, la tua cravatta è adorabile. Mette magnificamente in risalto i tuoi occhi» dissi, guardandolo.
Lui sorrise e fece cenno ai miei tatuaggi.
«Sono ben fatti. Cosa dice la scritta nera?» chiese curioso.
Anche Jo si protese in avanti per guardare.
«“Sii Caledonia”» rispose Becca, mettendo il broncio. «E non scomodatevi a domandargli che diavolo significhi perché tanto non ve lo dirà» borbottò.
Arricciai le labbra per non scoppiare a ridere e colsi gli occhi grandi di Jo intenti a fissarmi. Li abbassò in fretta, arrossendo. Rimasi a fissarla nonostante Malcolm mi stesse rivolgendo la parola.
«E il drago allora?» domandò. «Significa qualcosa?»
Mi sforzai di guardarlo e annuii.
«Ero pesantemente ubriaco quando me lo sono fatto»
Lui scoppiò a ridere.
«Oh, no. Uno di quelli.»
«Sì, uno di quelli. Avevo ventidue anni e frequentavo una donna più grande che faceva la tatuatrice. Ci sbronzammo, finii sulla sua poltrona, lei mi domandò cosa volessi e io le risposi di sorprendermi…» Mi strinsi nelle spalle ricordando la rassegnazione il mattino dopo la sbronza.
«E ti ha tatuato un drago nero e viola?» chiese Jo, incredula e divertita.
Le feci un sorrisetto.
«Era fissata con il fantasy. Avrei dovuto pensarci, prima di accettare di sedermi su quella poltrona.»
«È un’opera d’arte strabiliante.» commentò lei.
«Be’, Anna era un’artista strabiliante.»
«Basta, o potrei ingelosirmi» intervenne Becca, forzando una risata e mascherando il disappunto dietro un bicchiere di vino.
I suoi occhi si spostarono intenzionalmente su Jo.
«Allora, Cam mi ha raccontato della fortunata coincidenza.» si lasciò sfuggire.
Malcolm guardò la sua fidanzata incuriosito.
«Quale coincidenza?» chiese.
Fu Becca a rispondere.
«Oh, la nuova casa di Cam… è nello stesso palazzo di Jo. L’appartamento sotto il suo, a dire il vero»
Jo deglutì e Malcolm la guardò.
«Sul serio?» domandò, poi si rivolse a me. «Dovrai dirmi com’è. Jo mi impedisce di avvicinarmi a casa sua.»
La fissai di colpo. Che diavolo di relazione avevano quei due? Ma il rossore delle sue guance mi disse che c’era qualcosa sotto. Qualcosa che la imbarazzava.
«È come qualsiasi altro posto di Edimburgo.» sdrammatizzai.
«Adesso sì che ne so qualcosa, Cam, grazie. Sei evasivo quanto Jo.» disse Malcolm divertito.
«Ci hai messo tanto a trasferire la tua roba?» mi chiese Becca, mentre ci servivano il secondo.
Aspettai che il ragazzo andasse via.
«Tutto il giorno»
«Avresti potuto impiegarci di meno se ti fossi preso la briga di sbarazzarti di tutti quei fumetti.»
Presi la forchetta facendo rumore apposta.
«Ho già respinto questo suggerimento» commentai con tono piatto.
Becca scosse la testa, sbuffando.
«Ne ha centinaia, chiusi in buste di plastica e stipati dentro una serie di scatoloni. È ridicolo. So che dovrei capire, visto che sono un’artista, ma non capisco affatto»
Malcolm la guardò, sorridendole con affetto.
«Ammetto di non essermi mai spiegato cosa ci sia di tanto interessante nei fumetti»
«Non lo so.» disse piano Jo, lo sguardo un po’ perso nel vuoto. «Credo che abbiano qualcosa di affascinante. Perlopiù parlano di persone ordinarie che diventano straordinarie. Leggiamo libri di questo tipo tutti i giorni. I fumetti hanno semplicemente bei disegni per illustrare ciò che le parole non riescono a esprimere»
Fu solo quando smise di parlare che, probabilmente, si rese conto di averlo fatto ad alta voce. I suoi occhi guizzarono nei miei e io mi ritrovai a chiedermi cosa ci fosse dietro quel velo di tristezza che ogni tanto le mascherava lo sguardo. Cosa nascondeva, al mondo, Johanna Walker?
«Joss mi ha detto che tuo fratello scrive e disegna fumetti.» mi ritrovai a dirle.
Il solo nominare suo fratello la fece sorridere con affetto.
«È davvero bravo.» disse con orgoglio.
«Mi piacerebbe vederli, una volta o l’altra.»
«Credo che Cole ne sarebbe felice.» disse lei.
Ma subito sembrò pentirsene. La fissai incuriosito, scoprendo che il suo fascino non aveva probabilmente niente a che fare con la sua strabiliante bellezza.
«Jo?»
I miei occhi si spostarono su un uomo alto e attraente che le torreggiava alle spalle. Jo si irrigidì, voltandosi piano verso quella voce. Sollevò gli occhi e per qualche attimo sembrò trattenere il respiro. Aggrottai la fronte e strinsi forte la forchetta nella mano. Chi cazzo era quel bellimbusto?
«Callum?» chiese lei, incredula.
Lui le sorrise.
«Jo, è bello vederti.» mormorò, allontanandosi dalla sua compagna e abbracciandola quando lei si fu alzata dalla sedia.
Callum, chiunque fosse, la strinse con troppa familiarità per i miei gusti. Strinsi la mascella mentre le sue mani viaggiavano sulla schiena di Jo, scivolando forse troppo in basso, come se ci fosse abituato.
«Mi sei mancata» mormorò lui, incurante di tutti i presenti.
Jo si divincolò dalla presa, ridendo nervosamente.
«Anche tu mi sei mancato.» disse con un sorriso.
Finalmente quel coglione di Malcolm si decise a intervenire. Si schiarì la gola, guardandola con le sopracciglia sollevate. Jo sembrò tornare in sé.
«Oh, Malcolm, lui è Callum Forsyth. Callum, lui è Malcolm Hendry, il mio fidanzato»
Malcolm si alzò e si allungò per stringere la mano di quello che chiaramente era l’ex di Jo, mormorando un saluto educato. Callum lo degnò di poca attenzione, per poi tornare a concentrarsi su Jo.
«Sei stupenda.» le disse con ammirazione.
«Grazie.» rispose lei, guardando la ragazza che era rimasta qualche passo indietro.
Callum sembrò ricordarsi della sua presenza solo in quel momento.
«Oh, lei è Meaghan, la mia fidanzata»
Le due si scambiarono un saluto. A quel punto la tensione fu palpabile anche per noi rimasti seduti al tavolo. Guardando Jo la vidi arrivare a qualche conclusione. Probabilmente si rivedeva nella fidanzata di Callum, in quel ruolo marginale ricoperto più volte, in attesa che lui terminasse di parlare con qualcun’altra.
«Sarà meglio che torni alla mia cena. È stato bello rivederti dopo tutto questo tempo, e piacere di averti conosciuta, Meaghan.» disse lei alla fine, salutandoli con un cenno della mano e riprendendo il suo posto al nostro tavolo.
Callum rimase a fissarla interdetto, come se fosse abituato ad un altro tipo di comportamento da parte di Jo. Corrugai la fronte, provando l’insano impulso di volergli spaccare la faccia per qualsiasi cosa le avesse fatto o avesse pensato di farle. Anche Malcolm lo fissò perplesso, fino a quando Callum non strinse le labbra e si allontanò.
Lo sguardo di Malcolm si spostò su Jo.
«Tutto a posto?» le chiese, notando ovviamente la tensione che emanava il suo corpo.
«Sì.» replicò, senza guardarlo.
«Chi era quello?»
«Un ex fidanzato» disse a malapena.
Becca si lasciò sfuggire un verso di scherno.
«Un ex a cui piace palpare.»
«Un po’ troppo» mi scappò di bocca.
Jo sollevò lo sguardo nel mio e restammo per un attimo a guardarci. La consapevolezza che tra noi ci fosse qualcosa di strano, di diverso, attraversò i nostri corpi e li unì. La gelosia esplose inaspettata nel mio petto, con forza.
«Be’, sì» intervenne Malcolm. «Di certo non gli importava che la sua fidanzata fosse proprio lì accanto a lui.»
Il tono duro delle sue parole mi fece voltare lo sguardo su di lui. Lo trovai a fissarmi con…rabbia? Che avesse intuito ciò che mi passava per la testa? Anche Jo sembrò stupita.
«Sei arrabbiato?» gli chiese, cercando di attirare il suo sguardo su di sé.
Malcolm mi scrutò ancora, poi si voltò verso di lei e le fece un sorriso volutamente malizioso. Mi se un braccio intorno alla sua sedia, con fare possessivo.
«È nel mio letto che finirai al termine della serata, tesoro. Non ho motivo di essere arrabbiato.»
L’affermazione per niente galante fece calare il silenzio sul tavolo. Malcolm aveva appena rivendicato il suo possesso su Jo, assicurandosi che io avessi le orecchie ben aperte per ascoltare. Tenni gli occhi fissi nel mio piatto, perché se li avessi alzati su di lui probabilmente ci avrebbe letto dentro tutto quello che mi stava passando per la testa. Strinsi forte la forchetta e mi imposi di calmarmi. Malcolm aveva segnato un punto, anche se in maniera volgare. E a me non restava che sperare in un prossimo round.
Grazie Anita molto bello il tuo cap. Al prossimo capitolo e grazie ancora 💕💕💕
Ah che belli questi due. 😍 grazie Anita bel capitolo come sempre 😚
Bello,veramente!aspettiamo il prossimo ma non farci attendere tanto!!
Tra Cam e Jo c’è qualcosa ma non osano ad approfondire …quel Callum poco educato x non parlare di Malcolm..un’uscita poco elegante ed educata ..di sicuro era verso Cam….ma lui prima o poi gli farà le scarpe .
Capitolo bellissimo ma molto intricato sei bravissima
Roud andiamo JO nn è un trofeo da vincere.
Non so se lo già scritto ma io adoro vedere o leggere la gelosia (ATTEZIONE GELOSIA NN ECCESSIVA CHE NON HA NULLA A CHE FARE CON LA POSSIBILITÀ) delle persone e li che percepisci il loro reali sentimenti.
E CAMERON e limpido in questo momento la sua gelosia ti fa capire cs prova per la nostra JO
GRAZIE ANITA AL PROSSIMO CAP CON CAMERON IO CM SEMPRE CI SARÒ
Wowwwww ho letto tutti i capitoli, scoperto oggi 😉… complimenti Anita stupendo 😘