Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 111 (seconda parte)
Il respiro corto di Anastasia riempie la nostra camera da letto. La casa è immersa nel silenzio e questo amplifica i sensi di entrambi. Teddy dorme nella stanza in fondo al corridoio e, anche se le possibilità che la senta urlare sono poche, le ho comunque ordinato di stare zitta.
La mia mano aperta colpisce in pieno la pelle esposta del suo culo, già arrossato per le sculacciate precedenti. Anastasia è inginocchiata sul letto, le mani legate dietro la schiena, il busto piegato in avanti e le natiche esposte. Il dilatatore d’acciaio, grande come due delle mie dita contrasta con la sua pelle d’alabastro. Più giù, tra le sue gambe schiuse, un rivolo dei suoi umori adorna la sua pelle.
Ana ansima, scioccata dalla forza delle mie dita. Poggia la fronte sul materasso e respira a fatica. La colpisco di nuovo e sento i suoi muscoli tendersi mentre un gemito di pura lussuria le sfugge di gola. So perché la sto sculacciando e lo sa anche lei. Entrambi siamo scesi a patti con delle cose: io con il suo bisogno costante di sfidarmi, lei con la mia necessità di mettere in pari le cose in questo modo. Non sempre, ma a volte sì. A volte, semplicemente voglio che lei provi la stessa identica frustrazione che provo io. Ammetterlo con me stesso non mi rende un uomo migliore, ma non posso comunque mentire. Ho i miei difetti e questo, fintanto che non sparirà, è uno di quelli.
Allungo la mano e faccio ruotare piano il dilatatore, osservando il suo corpo sciogliersi sotto il mio tocco.
“Sei così fiera e indisponente, Anastasia. Ma quando siamo soli, mi piace sapere di avere il potere di farti godere fino all’inverosimile” sussurro,chinandomi in avanti e baciando la pelle umida di sudore della sua spalla. Non ci sono costrizioni che mi impediscono di vedere ogni singola parte del suo corpo. Anastasia è completamente nuda e completamente alla mia mercé. Non parla, perché le ho ordinato di non farlo. Questo non ha nulla a che vedere con i miei bisogni. Ma con i suoi. Le ho ordinato di stare zitta perché so che questi due giorni sono stati pesanti anche per lei e ha bisogno di staccare la spina completamente.
Mi avvicino a lei, nudo anch’io. La mia erezione è tesa e palpitante mentre le sfiora la pelle rossa dei glutei. La lascio scivolare pigramente contro il suo culo, infilarsi senza convinzione tra le sue gambe. Poi aggiusto il tiro e la penetro con un colpo secco. Ana ansima in stato di shock, piagnucolando leggermente.
Mi muovo contro di lei piano, ma con forza. La riempio ad ogni colpo, faccio del mio meglio come se ogni spinta fosse l’ultima. Lascio che i suoi gemiti si prolunghino, aumentino di intensità. Allungo le mani ad afferrarle le spalle, poi il collo. La gola. La costringo a reclinare il capo all’indietro tenendo la presa salda su di lei. Mi spingo nel suo corpo caldo con brutalità, come una fiera tenuta in gabbia per molto tempo.
Due giorni, solo due. E sono ridotto in questo stato, pieno di bisogno, alla ricerca patetica di costringerla ad avere bisogno di me. Perché io ho bisogno di lei.
Ana mi stringe in una morsa dolorosa e si tende, inarcando la schiena per quanto le è possibile. Viene urlando, mentre lascio roteare il dilatatore anale per tutto il tempo dentro di lei. Solo quando crolla sul materasso mi lascio andare dentro di lei, esausto e senza forze. Con un ultimo barlume di coscienza le sfilo il dilatatore gettandolo sul tappeto a terra e le slaccio le manette di cuoio che la tengono legata.
Ana si abbandona sul materasso in maniera scomposta e io crollo su di lei.
“Mi sei mancata, Mrs Grey” mormoro piano, ansimando contro il suo orecchio prima di baciarglielo.
Ana ride piano con la bocca premuta contro le lenzuola.
“Mi è mancata la tua prepotenza” replica piano, con un basso mugolio soddisfatto.
Mi sollevo di poco quando si muove sotto di me e la lascio girarsi e riaccogliermi tra le sue braccia. Mugolo di apprezzamento quando seppellisco la faccia tra i suoi seni, mordicchiandole un’ampia porzione di pelle sotto una di quelle colline rigogliose e sode. Il corpo nudo di Anastasia si sfrega contro il mio e pochi secondi più tardi mi sta abbracciando.
Poggio una mano calda sulla pelle del suo ventre piatto, accarezzando la cicatrice del cesareo.
“Io e Teddy ce la siamo cavata bene, comunque” dico, sovrappensiero.
Lei mi ricompensa con uno sbuffo sarcastico.
“Tu, Teddy, Elliot e Mia vorrai dire”.
Quell’affermazione le fa guadagnare un buffetto sul fianco. Ana ride e si allunga a baciarmi dolcemente. Mi godo quella sensazione, prima di riprendere il mio posto avvinghiato a lei.
“Allora, raccontami del matrimonio di Mia” dice, rilassandosi.
Questa volta sono io a sbuffare.
“Sarà un inferno, ma non potevo dirle di no. Mia adora la tenuta di Aspen. Ho parlato con Elliot e crede di poterne riprodurre una copia in dimensioni ridotte da regalarle per il matrimonio. Sarà un ottimo regalo da parte dei suoi fratelli maggiori”.
Ana alza gli occhi al cielo e fa una smorfia.
“Cosa?” domando, corrugando la fronte. “So che avrei dovuto parlar-”
“No, non è questo. Anche se sì, avresti potuto parlarmene. Anzi avresti dovuto parlarmene” dice, lanciandomi un’occhiata eloquente. “Ma il mio disappunto non è per questo. Piuttosto per il regalo in sé. Non è troppo esagerato regalare una casa per un matrimonio?”.
Faccio una smorfia.
“Forse”.
“Allora perché lo fai?” chiede, con un sopracciglio sollevato.
Questa volta la mia smorfia si tramuta in un sorrisetto impudente.
“Perché posso”.
Ana mi guarda senza espressione per un momento. Poi scuote la testa e accenna un sorriso.
“Sempre il solito presuntuoso” borbotta.
In risposta le mordicchio un capezzolo.
“Non ho ancora dato conferma a Elliot. Se vuoi regalare a Mia qualcosa per arredare il suo appartamento, fa pure” la stuzzico.
Ana mette il broncio.
“No, credo che la casa possa andare bene” sibila a denti stretti.
Il mio sorriso diventa enorme.
“Prima o poi ti abituerai ad essere ricca”.
“Io non credo” dice con un sospiro solenne, sganciandosi dal mio abbraccio e stendendosi sul letto.
Non mi muovo dalla mia posizione, aggrappato a lei. Ma Ana resta stranamente in silenzio.
“Che succede?” le domando dopo qualche minuto.
“Ripensavo all’essere ricchi. Ci sono tante persone che non possono permettersi neppure di pagare un misero affitto e noi regaliamo una casa a tua sorella che ne ha già un paio” mormora.
Mi sollevo sul gomito per guardarla meglio negli occhi.
“Cosa stai cercando di dirmi Ana?” le domando.
Perché è ovvio che la bella testolina di mia moglie si sia appena messa in moto. Lei mi guarda, gli occhi velati di tristezza.
“So che facciamo tanto con “Affrontiamolo insieme” e che la prossima settimana ci sarà il ballo di beneficenza e tutto il resto. So anche delle costanti spedizioni di beni di prima necessità nei paesi martoriati dalla fame e dalla guerra. Ti ammiro, Christian. Ma vorrei essere più partecipe in questo progetto filantropico”.
Le scruto gli occhi, facendole cenno di continuare.
“Vorrei contribuire in prima persona. E vorrei che mi dessi una mano”.
La guardo ammirato.
“Perché?” domando incuriosito.
Ana stringe le labbra, distogliendo lo sguardo dal mio.
“Nel nostro albergo c’era una famiglia che proveniva dalla California. Madre, padre, una bimba bellissima di quattro anni, Becky, e un maschietto di dieci, David” sussurra, sospirando pesantemente. “David aveva un cancro al cervello. Ha chiesto ai genitori di portarlo a New York, nel caso dovesse morire. Hanno dovuto contrarre un piccolo mutuo per affrontare le spese del viaggio. E io me ne stavo nella hall ad aspettare che il facchino portasse giù le mie valigie mentre in aeroporto avevo un jet privato ad attendermi” mormora, senza incrociare il mio sguardo. “Mi sono sentita patetica e vuota. E non voglio più sentirmi così” dice con forza.
Senza parlare, la stringo forte a me. Conosco bene quella sensazione di impotenza, dovuta al pensiero di non riuscire a fare abbastanza per chi non può prendersi cura di se stesso. Il senso di sconfitta al pensiero che uno solo di quei bambini lì fuori non riescano a farcela.
“Ti aiuterò in qualsiasi cosa tu voglia fare, Anastasia” la rassicuro, baciandole la guancia.
“Pensavo ad una fondazione per i bambini malati di cancro. Un fondo che li aiuti nelle spese relative alle cure, ma anche a realizzare i loro sogni prima che sia troppo tardi” sussurra, gli occhi lucidi per le lacrime trattenute.
Annuisco, baciandola dolcemente.
“Sei un’anima pura, Anastasia Grey. Un’anima immacolata”.
**********
Anche se in ritardo, buon compleanno Maggie!
Grazieeeeeee Anita! !!
Bellissimo capitolo come sempre sei bravissima! ! 😘
Grazieeeeeee ancora e non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo! !!❤❤❤
Buona serata fanciulle ♥ anche se sono ricchi sfondati regalare una villa per un matrimonio è eccessivo ……ma se la si guarda , da una prospettiva diversa no . Christian e la sua famiglia sono ricchi per loro è normale. Per Anastasia è diverso , mi piace l’ idea di creare un fondo per i bambini malati . Grazie per questa chicca ♥
Bravissima Anita!Complimenti per quello che scrivi e per come scrivi, continua cosi grazie.
Cara Anita, grazie per questo capitolo, Anastasia è meravigliosa e generosa….
Restare con i piedi per terra, questo vuol far capire a Christian.
Al prossimo capitolo
Appoggio al 100% ANA e sono molto contenta che CHRISTINA appoggi questa iniziativa.
Questo è un piccolo capitolo di una storia seguitissima e qui dentro ce qualcosa di reale purtroppo. I bimbi devono vivere e crescere e ci sono delle circostanze che purtroppo impediscono a dei bambini di farlo.
APPOGGIO ANA E CHRISTIAN E SPERO CHE ANCHE QUI NEL MONDO REALE SI FACCIA DI PIÙ.
GRAZIE ANITA AL PROSSIMO CAP CON CHRISTIAN IO CM SEMPRE CI SARÒ
Il capitolo come sempre e bellissimo , specialmente l’ ultima parte molto commovente lei sa cosa vuol dire ad avere bisogno , venendo da una famiglia umile . GRAZIE ANITA COME SEMPRE SEI MERAVIGLIOSA ! 🌷🌷🌷
Grazie Anita ‼️Bellissimo capitolo ‼️
Bellissimo. Mi ha commosso la generosità di Ana.
Mille grazie Anita per i tuoi auguri e per questo meraviglioso capitolo,molto hot ma soprattutto molto commovente e pieno di sentimenti e umanità di Anastasia. Mi sono commossa molto❤ aspetto il prossimo con ansia grazieeee
Uno splendido buongiorno 😍
Grazie Anita , superlativa… come sempre 😘
Anita sei sempre bravissima 💗💗💗meraviglioso capitolo continua non fermarti mai!!! Aspetto con impazienza il prossimo sicuramente meraviglioso capitolo.
Si sono appagati a vicenda….Anastasia viene da una famiglia umile e sa cosa sono i sacrifici..Christian ha avuto la fortuna di entrare in una famiglia benestante e poi diventare ricchissimo ma fa molta beneficenza e ha capito benissimo quello che prova Anastasia…x lui i primi 4 anni sono stati un sacrificio e peggio …grazie Anita sempre super
Stupendo…mi piace qst idea di Ana, grazie 😘
capitolo bellissimo e anche molto toccante se solo i nostri ricchi italiani la pensassero come Ana e cioè come te e me farebbero più opere buone ma a questo loro non pensano ciao sei bravissima e dolcissima
Come sempre stupendo,grazie
Capitolo sempre strepitoso anita…sei unica…nell ultima parte mi sono anche commossa…grazie mille di tutto…ti prego continua…😘
Di solito non commento mai ma apprezzo la tua scrittura e le emozioni che ci regali puntualmente! Ma questa volta mi hai davvero colpito,COMPLIMENTI!
Anita scusami ma vorrei chiederti che fine ha fatto MR BLAK ???
Anita continua ti prego 💖💖💖💖💖